capitolo ventitre.

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| Stefano|

Qualche giorno dopo:

Fa caldo, ma questo non mi impedisce di tenerla stretta a me il più forte possibile.

La guardo e sono felice, senza un apparente motivo. Mi alzo molto lentamente e vado a prepararle qualcosa per colazione.

"Buongiorno" dico a Lele ed Elodie, che oramai vivono qui, da quando è finito amici.

Sono molto carini sembrano noi due, anche perché Elodie è più grande di Lele anche lei di qualche anno.

"Buongiorno" mi rispondono in coro dal divano

Preparo la colazione velocemente e risalgo le scale verso la camera da letto.

"Romantico, vedi Lele impara" sento dire elodie e rido

Mi avvicino a lei, che in mia assenza ha abbracciato il cuscino, sento squillare il cellulare è Belen, appoggio la colazione sul comodino e mi allontano per rispondere

"Buongiorno Stefano disturbo?"

"No, Buongiorno. Dimmi"

"Ste devo fare un lavoro importante qui questo weekend, i miei genitori e i miei fratelli non ci sono, puoi tenere tu Santiago?"

"In realtà ho anche io un impegno, anche solo di qualche ora, te l'avevo detto"

"E come facciamo?"

"Fammi pensare, trovo una soluzione e ti richiamo"
Stacco spazientito senza neanche darle il tempo di rispondere.

Quando mi sto per girare, vengo stretto da dietro.

"Amore, Buongiorno"

"Buongiorno Ste" mi dice e mi lascia un bacio sulla schiena "perché sei nervoso?"

"Ti ricordi che ho quel colloquio importante sabato?"

"Si certo"

"Ecco Belen vuole che tenga Santiago, ma non posso di certo portarlo con me e a quanto pare nemmeno lei"

"Può stare con me" dice tentennando. "Cioè non ti voglio mettere pressioni, o farti litigare con Belen, dico solo che se" non la faccio finire di parlare e la bacio.

"Lo faresti sul serio?" Le dico felice

"sì certo, non ho niente da fare, però chiedi prima alla mamma e poi a lui, non vorrei creare problemi"

La prendo in braccio e la faccio roteare. La amo, da morire.

/qualche giorno dopo/

"Amore lei è Emma" dico a Santiago che già mi sembra incantato da lei, un po' come me.

"Ciao Emma, io sono Santiago" le dice dandogli la mano.

"Ciao Santiago" Gli dice abbassandosi verso di lui.

"Tu lavori con papà vero?" Dicono una volta che si sono seduti sul divano.

"Si e lo conosco da tantissimo tempo"

"Tanto quanto? Così?" Dice facendo una linea immaginaria con le sue mani

" Si tanto così" dice Emma sorridendo.

"Tu fai la cantante vero?"

"Si e tu come lo sai?"

"Il mio papà nella macchina ha tanti cd con la tua faccia sopra"

"Uh e conosci qualche canzone"

"Si, la mia preferita è cullami."

"Allora facciamo che dopo te la canto"

Mi avvicino a entrambi.

"Allora santi ti va di rimanere qualche ora con Emma?"

"Si, papà"

"però fai il bravo"

"Si" dice spazientito "ora vai che Emma mi canta cullami" sorrido

Saluto Emma e vado a fare il colloquio, appena mi chiamano, mi arriva una notifica.

Una loro foto sporchi di farina con un audio.

"In bocca al lupo DeMa"

"In bocca al lupo papà, ti stiamo preparando un dolce"

"Santi era un segreto" dice ridendo e l'audio finisce, mi fanno ridere e col cuore più leggero, affronto questo colloquio.

Quando torno a casa, li trovo a dormire sul divano, mi godo quella visione.

Le due persone più importanti della mia vita, gli scatto una foto e vado in cucina, trovo il piatto sporco di Santi, l'ha fatto già mangiare, premurosa com'è non ne avevo dubbio, ma non vedo il suo piatto, quindi butto la pasta e uso il sugo che è rimasto. E poi la vado a svegliare.

"Ehi amore, svegliati."

"Mh"

"Dai, ho fatto le pennette con la pasta"

"Mh"

La prendo e la porto a tavola e alla vista della pasta lei sorride

"Ciao, come è andata?"

"È andata bene, ci saranno altri colloqui, ma non mi posso lamentare"

"Ne sono felice"

"E a te? come è andata con santi? Come si è comportato?"

"Bene, ci siamo divertiti, è un bambino speciale identico a te" le sorrido

Le sorrido e continuiamo a parlare, poi lei esce a fumarmi una sigaretta ed io la seguo.

La abbraccio da dietro, so a cosa sta pensando.
Quel bambino, poteva essere il nostro bambino se non avessi rovinato tutto.

"Secondo te gli piaccio?" Poi mi chiede.

"Si tantissimo."

"Ah menomale, così quando hai altri impegni me lo porti un po' qui."

"Sul serio?"

"Si ste, ma non ti fa piacere?"

"Si tantissimo, non te l'ho mai chiesto per non metterti pressioni"

"Non è una pressione, è tuo figlio. Una parte di te, se sto con te, sto con lui. Siete un unico pacchetto"

"Anche tu sei una parte di me" le confesso e poi la bacio con tutta la passione che ho in corpo. È una donna assurda.

Basta, oro nero IN REVISIONE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora