capitolo venticinque.

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| Stefano|

Vedo un taxi arrivare ed esco dalla macchina, so che è lei e la raggiungo aprendogli la portiera, di scatto appena i suoi occhi incrociano i miei, li abbasso. È incazzata e quando sta così mantenere il suo sguardo è difficile.

"Entriamo?" Mi chiede

Annuisco e la seguo.

"Hai bevuto?" Le dico quando mi accorgo che non riesce a mettere le chiavi nella serratura.

"no, forse solo un po" ammette

"dammele" dico e mi passa le chiavi, apro e vado in cucina a prenderle un bicchiere d'acqua.

"Emma" la chiamo ma non risponde, è sul divano che finge di dormire.

"Emma alzati dai, so che sei sveglia."

"Mi fa male la testa"

"Allora lascia che ti porti a letto"

Annuisce e la prendo è in braccio, rispetto al passato, è molto più leggera. È dimagrita tantissimo.

L'appoggio sul letto e la spoglio, le metto il pigiama e le appoggio il lenzuolo addosso, perché sente sempre freddo, anche d'estate.

Mi metto lì a guardarla, finché non mi addormento anche io, la mattina mi sveglio tutto stonato, ma mi alzo, lei dorme beatamente, ne approfitto e le prendo un aspirina, una bottiglia d'acqua e una yogurt con un cucchiaino, salgo le scale ed entrò nella sua stanza e appoggio tutto sul comodino e decido di svegliarla.

"Amore" dico e le do un bacio, sorride e apre gli occhi.

"Buongiorno"

"Buongiorno piccola" dico e sto per ribaciarla.

"Non così presto de Martino, io e te dobbiamo parlare."

Annuisco sconfitto.

"Hai messo tu queste cose qui?" Dice indicando la sua colazione post ubriacatura.

"Si"

"Grazie, ma Francesca dov'è?"

"Ieri sera ha dormito a casa sua e si è portata dietro anche Lele ed elodie"

"Ah vabbene." Mi dice e rimane in silenzio.

"Vogliamo parlare?" Chiedo

"Si okey, Vieni" mi dice e si alza e va fuori al suo balcone, accende una sigaretta e io ne accendo un altra.

"Ieri mi stavi dicendo che hai paura, di cosa?" Poi mi chiede.

"Ho paura di perderti e non è una semplice paura, cioè io a volte non ci dormo mi metto a guardati e non ci posso proprio credere, cioè io proprio non capisco."

"Cosa non capisci?"

"Come hai fatto perdonarmi?"

"Non lo so neanche io, so che senza di te so stare ma non voglio starci. Ma c'è altro vero che non capisci?"

"Si, io a volte non ti capisco. Tu sei così cambiata, non so come prenderti. La Emma di qualche anno fa non mi sfiderebbe in continuazione, mi direbbe ti amo ogni due minuti e mille altre cose"

"Stefano io sono cambiata per necessità, non per renderti le cose più difficili, sono cambiata perché tu te ne sei andato ed io dovevo proteggermi, non potevo essere quella che ero"

"Perché non puoi essere quella che eri?"

"Perché da quella persona tu sei andato via, già due volte".

Mi uccide con queste parole e rimango zitto cercando delle parole che non trovo, lei nel frattempo si alza e va in bagno, non sento alcun rumore, segno che è andata solo per allontanarsi da me.
Mi alzo e busso alla porta, non mi risponde e quindi mi accascio per terra con le spalle contro la porta

"Emma, Scusa" inizio a dire "faccio sempre casini e parlo troppo, lo so che ti ho distrutto e il modo in cui hai deciso in cui mettere i pezzi insieme dopo è solo una decisione tua. Ma che tu fossi quella o questa di ora, io ti amo sempre tanto." Lei non risponde e allora continuo.

" io non me ne sono andato per te, non per la persona che eri, ma perché ero immaturo, perché ho scelto la situazione e non la persona, ma in tutti questi anni, ogni tu canzone in radio era una pugnalata in pieno petto, ogni incrocio in qualche studio mi distruggeva, io non ho mai smesso di amarti, ero solo un ragazzino che ha fatto una marea di casini." Sento aprirsi la porta, mi alzo di scatto e la vedo, ha pianto ma le lacrime non le rigano più il volto. Non dice nulla, mi bacia ed io contraccambio, le metto una mano dietro al collo e lei mi tira verso il letto, appena ci stacchiamo da quel bacio, ci guardiamo e sempre in silenzio io la inizio a spogliare, la stendò sul letto e le bacio i seni per molto tempo mentre nel frattempo stuzzico il clitoride, lei gode ed io godo nel vederla.

"Entra" dice ed io eseguo, entrò dentro di lei e ci perdiamo in noi, che è la cosa più bella.

"Ti amo" mi dice alla fine

"Anche io." Dico e la stringo a me, spero che non scappi mai da me.

Basta, oro nero IN REVISIONE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora