"Chi sei? È perché sei così dannatamente bello?"
Pensai mentre guardavo la foto che avevo tra le mani, nella quale c'era un perfetto tramonto e lui.
『Hyungwon×Reader』
Ad aprirci la porta fu un maggiordomo che era vestito tutto per bene.
"Voi dovreste essere quelli dell'intervista. Entrate, accomodatevi io vado a chiamare il signore."
Detto ciò il maggiordomo ci indicò dove potemmo sederci per poi andare via.
Tra me e Taeyong c'era silenzio nessuno osava spiccicare una parola.
Lui era sempre così ogni volta prima di un'intervista sembrava che dovesse preparare quello che aveva da dire,ma durante le interviste sembra così spontaneo e calmo.
Lo so che al suo interno lui sta morendo d'ansia, ma se glielo chiedessi non li ammetterebbe mai.
Mentre lui era perso nei suoi pensieri io osservavo la casa che era immensa e aveva uno stile molto particolare.
Semplice, ma grazioso e elegante.
Dopo qualche istante arrivò di nuovo il maggiordomo con un ragazzo, che sembrava avere la mia stessa età, non riuscivo a vederlo bene dato che era un po' distante.
Quando però si avvicinò non potevi credere a chi avevo davanti.
Io e Taeyong ci alzammo per salutare educatamente.
Anche lui ricambiò il saluto per poi sedersi, tornammo anche così a sederci.
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[Ehssì è arrivato anche Hyungwon]
Non potevo credere di avere davanti proprio lui, proprio una fortuna.
"Iniziamo?"
Disse li ragazzo guardandoci entrambi, soffermandosi su Taeyong che stava tirando fuori il registratore dalla sua borsa.
"Certo... Allora ho sentito che non vorrai seguire le orme dei tuoi genitori che hai in mente di fare?"
Gli chiese Taeyong, principalmente non mi interessava ciò che stava dicendo in quel momento, dato che già ero persa nel vederlo, ammirandolo.
Mentre lui parlava, gli scattai alcune foto, ovviamente per le foto dell'intervista.
Da tutte le risposte che dava a Taeyong sembrava un ragazzo davvero serio.
Dopo delle domande arrivò così la fine di questa intervista.
Il tempo era veramente volato, non succedeva mai ma adesso in particolare era andato via così veloce, sembrava un sogno.