𝒅𝒊𝒆𝒄𝒊

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Alzai lo sguardo per vedere chi fosse per poi vedere Hyungwon davanti a me.

"Com'è che ci incontriamo sempre adesso? Non è che mi dispiaccia."

Pensai tra me e me mentre chiedevo scusa al ragazzo.

"Scusami tu è colpa mia non guardavo proprio dove mettevo i piedi, cioè ero troppo presa dai messaggi."

Lui allora disse guardandomi:

"Stai tranquilla non è solo colpa tua pure io ero con la testa tra le nuvole."

Detto ciò ridacchiò leggermente grattandosi la nuca.

"Scusami però adesso devo andare, ho una cosa da finire, ci si vede in giro?"

Continuò lui dicendo per poi superarmi salutandomi tornando così nell'ospedale.

Lo salutai anch'io a mia volta, per poi avviarmi verso la casa della mia amica.

Mentre camminavo per strada ero come persa nei miei pensieri, pensando a cosa fosse successo oggi.

Il padre di (n/a) che spunta a caso... proprio in un momento poco adatto.

Dovevamo avere proprio attenzione.

Ad un certo punto iniziò a squillare il mio telefono, lo presi dalla tasca e vidi sullo schermo il nome di (n/a).

"Pronto?"

Dissi rispondendo alla chiamata.

"Dove sei? Stai venendo da me? Ti prego fai attenzione se sei per strada."

La ragazza dall'altro capo del telefono era davvero preoccupata e si poteva perfettamente notare.

"Tranquilla (n/a), sì sto arrivando da te, sarò lì in qualche minuto."

Le dissi mentre continuavo a camminare verso casa sua.

"Va bene, arriva subito, fai attenzione."

Detto ciò lei chiuse la chiamata, era davvero troppo preoccupata, posso crederci... Tutti sarebbero preoccupati se il proprio padre, assassino, fosse scappato dalla prigione.

Mancava poco ed ero quasi arrivata sotto casa di (n/a).
Arrivata, suonai al citofono aspettando che mi aprisse, quando mi aprì entrò nel palazzo.

"È stato davvero facile, la prossima volta cerca di essere più credibile marmocchia."

Disse una voce alle mie spalle, la voce che in quel momento mi sarei meno aspettata,la voce che ci preoccupava tanto.

Quando mi girai, vidi l'uomo che si avvicinava a me e nel mentre tirava fuori un coltello dalla tasca.

Inizia ad allontanarmi da lui, ma lui essendo più veloce di me mi prese per un polso sbattendomi con forza al muro.

Solo quel colpo mi bastò per immobilizzarmi dato che mi aveva fatto male alla schiena.

Mi teneva stretto per il polso mentre mi puntava il coltello al collo.

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