Capitolo 17

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*A casa di George*

George e Ringo si ricomposero alla svelta ed andarono giù per il dolce.
"Cosa avete comprato di buono?" disse George mettendosi a sedere.
"Una torta all'albicocca già confezionata, dal minimarket 24h" disse Harold tagliando la fetta per George e Ringo

"Oh, il mio preferito." disse george prendendosi la fetta più grande
"Perché il tuo preferito?" disse Ringo curioso.
"Perché è 24h ore.. che domande.." 
"Ah, hai ritrovato la camicia George!" disse Louisa ridendo. "Dove era andata a finire?"
George e Ringo erano come pietrificati.
"E-era sulla sedia, avevo caldo."
"Con questo tempo?" disse Harold. 
George non rispose, continuò a mangiare. 

Harold si alzò e diede due pacche al figlio prima di dirgli: "Georgie, seguimi in veranda" 
George lanciò un sguardo preoccupato a Ringo. Vide che il più grande era preoccupato quanto lui. 
"Posso almeno finire il dolce papà?" 
"NO!" gridò Harold dalla veranda.

George raggiunse il padre nella veranda e si sedettero attorno al tavolo bianco. Harold gli porse una sigaretta: "Basta bugie, dobbiamo parlare." 


*Nel frattempo al parco*

"Cosa stai dicendo Paul?" 
Paul era stufo, sentiva come se tutto stesse crollando sotto ai suoi piedi, come se avesse una responsabilità troppo più grande di lui, un ragazzino ventenne e mingherlino. Già di suo aveva paura di dire tutta la verità a qualcuno che non fossero Ringo e George, poi John non aiutava.
"Sto dicendo, John, che io sono stanco. Non mi va più di nascondere questa cosa, sta diventando più grande di me. Più grande di noi. E se non potrà mai uscire allo scoperto allora è meglio che non ci sia niente che debba rimanere nascosto. Sai cosa intendo?"
"No -disse John bagnato dalle sue stesse lacrime, nascoste dalla pioggia- non capisco. Siamo arrivati fino a qui, lottando contro i pareri di tutti, persino contro la legge. Non ci permettono di stare insieme, di amarci, di tenerci per mano quando c'è il sole ne' di stare sotto lo stesso ombrello quando piove perché risulterebbe "poco virile". Ti rendi conto di quanto abbiamo lottato? Di quanto abbiamo sofferto per stare qui come due beoti sotto la pioggia?" 
Paul era ormai ricoperto di pioggia e lacrime. Non sapeva che dire: "Ho lottato John. Per te. Ma ora tu vuoi che menta a mio padre e a mio fratello, l'unica cosa che mi è rimasta della mia famiglia ed io-" 
"SONO VENUTO A DIRTI QUESTO, IDIOTA." urlò John con la voce rotta dal pianto. 
Paul quasi si spaventò del suo urlo.
John si avvicinò a passo svelto e gli prese la testa fra le mani: "Ho fatto la strada da casa mia fino a qui per dirti quanto sono stato un coglione, per dirti che non possiamo fare finta di niente, che noi due.. Noi due siamo troppo per questa società ignorante e bigotta, troppo per la gente che sa solo puntare il dito e giudicare. Ma Paul, amore mio.. Amore. Tu sei più o meno l'unica cosa che mi fa stare bene, oltre la musica. Sei il tassello mancante dal mio puzzle che è la mia vita. Cerco di mettere la mia vita tutta insieme e capirci qualcosa. Ma se manchi tu, la mia vita, il mio puzzle.. sarà per sempre incompleto. Una cosa sospesa. Ti prego.." 
"Non hai mai pregato nessuno John.. non dire cose di cui potresti pentirti" disse Paul con la voce rotta dal pianto che cercava di nascondere per orgoglio.
John non sentiva ragione, non lo ascoltava. Sentiva solo che se gli diceva di no, tutti sarebbe stato perso.

"Rimani, Paul"

*Nel frattempo, a casa di George, in veranda*

"Di cosa vuoi parlare, papà. C'è qualcosa che non va?" George non sapeva che pensare. Era terrorizzato.
"George, da quando sei nato ti abbiamo visto crescere esattamente l'opposto di come avremmo voluto che tu crescessi. Sei sempre stato diverso: mentre gli altri ragazzini della tua stessa età giocavano, tu eri in cameretta a studiare. Mentre loro crescevano e andavano in cerca d'avventura tra posti nascosti e ragazze da portare in giro con la macchina, tu ti avvicinavi alla musica. Non avremmo voluto questo per te e tu lo sai. Ma tu sei felice così, con una chitarra da strimpellare  e dei fogli per scriverci su la tua musica e fare della tua passione una ragione di vita, un lavoro. E noi siamo fieri di te. Ti amiamo proprio perché sei diverso." 
"Papà, cosa vuoi dire?" George temeva di aver capito, ma non si sapeva spiegare come. 
"Figliolo, voglio che tu sia sincero con me. Hai una relazione con Ringo, non è così?" 



*SPAZIO AUTRICE*

Ok, questo sarà il penultimo capitolo, il prossimo sarà quello conclusivo.
Ringrazio tutti voi per l'immensa comprensione e pazienza. 

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