Capitolo 3

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Erano arrivati al Wimbledon e stavano per esibirsi. Tutti erano letteralmente elettrizzati e ognuno aveva il suo camerino. John era nel suo quando sentì una voce proveniente dal corridoio e una delle due voci era di Paul;l'avrebbe riconosciuta in mezzo ad altre mille identiche. Anche solo per il semplice fatto che quando lui cantava a lui tremava qualcosa dentro. Uscì e la vide; vide una ragazza che flirtava con Paul e lui la lasciava fare. Lei rideva ad ogni cosa che diceva,gli prendeva le mani e gli sfiorava i capelli. Erano davvero vicinissimi adesso. John chiuse la porta per il suo bene,si prese il viso fra le mani e pianse. Pianse fino ad accasciarsi a terra,strisciando la schiena contro la porta.
"Non può essere" pensò fra i singhiozzi. L'unica cosa che voleva,adesso,era fra le braccia di una puttanella qualunque. Non poteva crederci. Voleva sprofondare,voleva scomparire. Andò a sedersi sull'unica sedia presente in quella stanza,davanti allo specchio,John si asciugò le lacrime e guardando quell'immagine riflessa che adesso era a pezzi,prese a parlare allo specchio: "Ma cosa stai combinando? magari è semplicemente una fan che ci prova con lui solo perché è "Paul McCartney" voleva trovare una buona spiegazione a ciò che aveva appena visto,perché non può,non riesce a pensare che Paul,il SUO Paulie,era di qualcun'altra.
Così,con gli occhi ancora gonfi è un po' rossi,uscì. Ma Paul non c'era.
"Sarà già lì,sul palco. Pronto per farsi intervistare.. -si disse- o almeno spero."
Arrivò di fronte al palco,c'erano tutti. Tranne Paul.
"Ehi,Joj,sai dove si è cacciato Paul?"
"No,non lo so. Provo a cercarlo?"
"No,eccolo che arriva"
Ma Paul non era solo; era di nuovo con la stessa ragazza del camerino..
"Ok,John -si disse- sii forte per questa sera."
Nonostante lui provasse a tranquillizzarsi e a convincersi che era solo una fan,il nervosismo e la rabbia crescevano. E con essi anche la gelosia. Sentiva le gambe cedere e le lacrime bruciargli nelle orbita.
Paul salì sul palco e si diresse verso John,ma il più grande si scostò. "Che gli prende?" Si chiese Paul.
Per tutto il resto dell'intervista è rimasto freddo e distaccato,irritando parecchio Ringo e Joj. Paul non ci aveva nemmeno fatto caso.
Alla fine dell'Intervista i 4 scesero dal palco e Ringo gli si avvicinò: "Ehi,John!"
"Si?"
"Che hai? Ti vedo un po' giù"
Richard aveva imparato la lezione e quindi ci andò più cauto e docile: "Niente -disse John- solo che.."
Non lo reggeva più quel peso,voleva buttare tutto fuori. Voleva urlare al mondo intero che Paul doveva essere solo suo! Voleva semplicemente dire che era innamorato del suo migliore amico. Ma non era quello il momento,si disse il più grande.
"solo che?" Continuò Ringo.
"Solo che sono un po' stanco,tutto qui." gli diede una pacca sulla spalla e andò a prendere la sua chitarra nel camerino,ma nel mentre vide Paul con la stessa ragazza di prima; aveva più o meno 17 anni ed era alta e bionda. Così John cercò il meno possibile di farsi notare e andò a prendere la sua chitarra.

Quella sera dovevano suonare "I saw her standing there" e John doveva fare da seconda voce,ma prima che iniziasse l'esibizione lo chiese a George: "Ehi,senti Joj,io ho un po' male alla gola,non é che potresti sostituirmi tu?"
"Ok,come vuoi!"
George andò da Paul: "John vuole che faccia io da seconda voce."
"Come mai?"
"Ha detto che gli fa male la gola"
"Si ma questa canzone.. Io.. " Paul sembrava visibilmente dispiaciuto e abbassò la testa in segno d'arresa.
"Va bene.. Va bene,se gli fa male la gola.."
Paul iniziò: "ONE,TWO,THREE FOUR!" Ma John sbagliò la prima nota. In verità sbagliò quasi tutta la canzone,era distratto da Paul che continuava a fare gli occhiolini a destra e sinistra.

La canzone finì e tutti andarono nel proprio camerino,tranne Paul:" Si può sapere che cazzo ti è preso? -il più piccolo iniziò ad urlare contro John che non rispondeva perchè troppo deluso- ah,adesso non rispondi? Beh,è meglio sai? Perchè hai fatto davvero schifo lì sopra John,mi hai fatto fare una figura di merda con-"
"Con chi? Con quella sgualdrina? Ah beh,allora scusa!" Alzando le mani.
"No.. Con il pubblico John.."
Paul si avvicinò di più all'amico,quasi come se potesse sentire i pensieri di John.
"Johnny,cosa mi vuoi dire? Sei arrabbiato e questo lo vedo,ma perché? Ci siamo sempre detti tutto,abbiamo sempre condivisi i pensieri. Sento che ci stiamo allontanando Johnny,non voglio.. Non voglio."
John sentiva le lacrime bruciare negli occhi.
Il più piccolo gli rivolse un ultimo sguardo,poi andò via.
Ma quando ormai era fuori dalla porta,John lo tirò a se con la mano destra e con la sinistra la richiuse,fermando il più piccolo contro il muro,mentre teneva la mano sul suo petto,per bloccarlo.
E senza riflettere troppo,gli prese lentamente il volto fra le mani,che al suo tocco tremò. John sorrise:"non aver paura,io non mi allontanerò mai da te. È una promessa."
E subito delle labbra umide e calde affondarono sulle labbra di Paul,che al primo impatto indietreggiò di qualche centimetro,senza staccarsi;lo voleva almeno quanto lo voleva John.
Così si abbandonò completamente fra le braccia del più grande.
Fra un bacio e una carezza John sussurrò:" Si,perché solo io posso tenerti le mani e sfiorarti i capelli con le dita,solo io.. E nessun altro."
"No -sussurrò Paul- nessuno. È questo.. -aggiunse- questo sarà il nostro segreto."

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