Introduzione

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Un colpo di tosse riecheggiò nella stanza buia e tetra; una pesante puzza di disinfettante le pervase le narici, mentre dei passi in lontananza si facevano sempre più vicini.

Sapeva che erano lì per lei; non vedeva l'ora che il tempo accelerasse il suo scorrere, mentre dondolava le gambe nel vuoto, seduta su una delle due strutture in legno tenute sollevate al muro da pesanti catene.

Dei giacigli piuttosto scomodi, ma non si lamentava visto che, come pochi, aveva la possibilità di tenere un morbido cuscino.

Quello scricchiolio che il legno provocava riusciva a renderla calma e rilassata come poche volte la si vedeva.

Si lasciò sfuggire un sospiro leggero e fresco, mentre il suo sguardo magnetico accarezzava la stanza non esageratamente stretta.

Era completamente sola in tre pareti scure, ma pulite.

C'erano un lavandino in un angolo, di fronte a lei un tavolino ed una mensola piena di libri.

Fogli ricchi di scritte ed appunti regnavano nel caos più totale, su quella che utilizzava come scrivania; una coperta piegata, verde militare, giaceva su una sedia abbandonata lì accanto.

Da un lato, non era tanto male stare lì, ma non poteva essere "libera", come ripeteva sempre lei.

Osservò lo specchio poco lontano dal lavandino, scrutandolo con minuziosa attenzione.

Cercò di sollevare di più il piede ma rimase delusa nel notare che ad un certo punto aveva interrotto il movimento.

Osservò poi le catene pesanti e massicce che le legavano alle caviglie due grosse palle di piombo, poggiate a terra.

La cosa positiva era che le manette avevano una catena abbastanza lunga da permetterle gran parte dei movimenti.

La tuta arancione le andava abbastanza larga, mentre il numero cucito sul petto la fece sorridere.

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Per pochi aveva un nome, quasi tutte le guardie utilizzavano quel numero.

Gli altri carcerati la chiamavano "Viso d'angelo", ed avevano buoni motivi.

Di aspetto sembrava una ragazza fragile, e questo, anche se solo in parte, giocava a suo favore.

Alta un metro e sessantasei, corporatura snella e con un lieve accenno di muscoli; per lieve intendo proprio lieve.

Morbidi capelli castano scuro, mossi e lunghi fin sotto i fianchi le risaltavano gli occhi verde smeraldo con striature dorate.

Ciocche ribelli le incorniciavano il viso, in netto contrasto con la carnagione chiara della ventenne.

Ogni volta che sorrideva le si formavano due adorabili fossette che completavano l'opera, mentre i denti bianchi splendevano come di luce propria.

Anche voi l'avreste definita "Viso d'angelo".

Nonostante l'aspetto e la giovane età, era stata rinchiusa nella prigione di Fullerton, in California; l'istituto si trovava fuori Los Angeles, poco lontano dal parco divertimenti di Disneyland.

A molti risultava ignota la ragione, ma quelli che ne erano a conoscenza, stentavano a crederci.

Inizialmente giravano voci sul fatto che fosse una semplice ragazza incastrata in una cosa molto più grande di lei; si ricredettero tutti quando quasi strangolò una guardia che aveva fatto commenti non ben accetti sul suo fondoschiena.

Non girava mai da sola, se non accompagnata da due guardie armate fino ai denti pronte ad abbatterla; le avevano inoltre messo le palle ai piedi e le manette per impedirle movimenti troppo agili.

Sciogli i tuoi capelli, principessa|Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora