Capitolo 15

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Spencer si sveglió dopo non sapeva nemmeno lei quanto tempo e si sollevò di colpo, sfiorando con le dita la pelle del divano di casa sua; si stropicciò gli occhi, suscitando una risata divertita in qualcuno, al che spostò lo sguardo sulla sua figura; era nervosa per aver dormito male ed arrabbiata per essere stata trascinata in quella situazione.

«Papà, la prossima volta non puoi dire ai tuoi di essere più gentili? Odio essere trattata così» sbottò nervosa, alzandosi e sedendosi al tavolo che qualcuno aveva spostato nel soggiorno contro la sua volontà.

«Avanti Spencer; Boris è fatto così. Non ha modi gentili» disse divertito, prima di imitare la ragazza e dopo poco in stanza entrò Knuckles, facendo roteare gli occhi della ragazza.

«Parlando di cose serie; sei forse impazzita?» d'un tratto il padre della ragazza si fece serio, indicandole il trentenne dai rasta rossi «Non puoi pensare davvero di macchiarti di un omicidio.»

«Papà. Ha ucciso la mamma. Davanti ai miei occhi! Il minimo che possa fare è restituirgli il favore» sbottò nervosa, incrociando le braccia al petto ed evitando il suo sguardo, puntando il proprio sul tavolo.

«Ed io cosa ti ho insegnato? Tesoro, esiste la pietà e per quanto quello sia un figlio di puttana non puoi risolvere i tuoi problemi con una pistola; ti voglio bene ma devi essere ragionevole...»

Spencer pensò che il padre non aveva poi tutti i torti ma decise di ignorare la cosa, deglutendo a fatica e trattenendosi dal piangere; sicuramente non si sarebbe arresa, anche perché non era da lei.
Magari sarebbe stata una buona idea parlargli di Adrien, un ottima scusa per cambiare argomento ed evitare di fare stupidaggini.

«Papà; ti ricordi di quel ragazzo di cui ti parlai qualche mese fa?» e Penny giurò di vedere un sorrisetto soddisfatto sul viso del padre, che non perde tempo a continuare quel discorso.

«Certo che si; che mi racconti di bello?» chiese curioso come non mai, felice che la sua bambina si fosse legata a qualcuno.

«Ti va di cenare con noi due?» decise di essere diretta, così da riuscire ad evitare inutili giri di parole e sorrise lievemente imbarazzata, suscitando una risata divertita nel maggiore dei Laurentis.

«Sono a Parigi con la mia figliola, quindi non vedo perché dovrei rifiutare.» disse felice, prima di inarcare un sopracciglio «Ci sarà anche suo padre? Chi è?»

«Adrien Agreste, figlio di Gabriel Agreste» fece schioccare la lingua contro il palato, prima di guardare l'uomo negli occhi e cercare di rimanere impassibile «Non c'è mai il padre, altrimenti avrei parlato di una cena a quattro; i due genitori e noi. Ma poi, avrei preso in considerazione il suicidio anche perché non è un tipo silenzioso Gabriel; dipende dalla situazione.»

«Un passo per volta, piccola» rispose lui, prima di porgerle un bicchiere con del liquido «È Vodka al melone; so che non corri molto dietro agli alcolici ma ogni tanto io prendo un bicchierino per rilassarmi; spesso lo facevo con tua madre e non mi è mai capitato di bere qualcosa con te.»

La ragazza roteò gli occhi prima di accettare, mordendosi il labbro inferiore prima di scuotere la testa «Dovresti impedirmi di farlo, invece mi sproni»


Era strano avere a che fare in quel modo con mio padre, eppure non riuscivo a fare a meno di essere felice anche perché mi reputava sempre col broncio e vederlo sorridere per la mia piccola felicità era per me una grande vittoria; mi porse un bicchiere con quel curioso liquido e lo bevvi in un sorso, come se fosse una cosa del tutto normale.

Il sapore era ottimo ma c'era un che di "esagera e sei fritto" ma dovevo ammettere che non era affatto male; cercai di evitare il flusso dei miei pensieri, diretto verso quell'uomo che avrei ucciso volentieri e cercai di rilassarmi a quella serata il più possibile anche perché diciamocelo, quante altre volte ancora mi sarebbe capitata un'occasione del genere? L'occasione di poter parlare normalmente e da sola con mio padre, senza neppure la presenza di Knuckles ma qualcosa mi diceva che quella sarebbe stata l'ultima possibilità per passare del tempo con mio padre.

Sciogli i tuoi capelli, principessa|Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora