Capitolo 9

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AVVERTENZE! Questo capitolo contiene scene esplicite; nel caso non fossero di vostro gradimento, siete pregati di saltarlo

Adrien era accucciato a terra con le mani tra i capelli ed il cuore che batteva dalla felicità sempre più forte; Plagg era sceso al piano inferiore per mangiare del camembert e non era ancora tornato.
Voleva tanto uscire da lì e saltare addosso alla ragazza per abbracciarla e non lasciarla più; si guardò attorno e notò degli abiti maschili.
Cosa ci facevano lì? Gliel'avrebbe chiesto se ne avesse avuta l'occasione; sorrise non appena vide Plagg tornare ed il piccolo Kwami non ebbe nemmeno il tempo di fiatare che si ritrovò a subire un'altra trasformazione.
Chat Noir tornò in stanza, facendo sussultare Spencer che si era quasi appisolata; la giovane sbadigliò appena e si stiracchiò, facendo sgranare gli occhi verdi del micio che deglutì a fatica nel notare il movimento del petto della ragazza.
Si riscosse dai quei pensieri, avvicinandosi a lei e sedendosi sul bordo del letto, a pochi centimetri di distanza; le sorrise appena, sistemandole delle ciocche di capelli ed intanto la castana era stesa nella medesima posizione, senza muoversi.
«È nel Thompson» sussurrò con un filo di voce, prima di voltarsi per sdraiarsi di schiena, ancora con i vestiti addosso e lo sguardo puntato in quello dell'altro.
Il suo interlocutore comprese al volo ma mugugnò un "Fanculo l'Akuma" salendo a cavalcioni su di lei e portandole le mani sulla testa, così da bloccarle i polsi con una delle proprie.
«Fino ad ora hai giocato tu~ Ora tocca al micio» sussurrò lievemente divertito dagli occhi sgranati di Vendicator.
Un attimo dopo si fiondò sulle sue labbra, baciandola rude e torturando un fianco con la mano libera; i suoi occhi ricaddero per l'ennesima volta sul collarino della ragazza e si morse il labbro inferiore, prima di mettere due dita tra il collarino ed il suo collo, strattonandola appena ed attirandola a se per baciarla.
Voleva sempre di più ed in un attimo si ritrovò a strusciare il proprio rigonfiamento contro i suoi pantaloni neri; le morse con estrema foga le labbra pensando che mancava davvero poco per raggiungere la pazzia.
Lei invece voleva mandarlo via con la sua parte razionale, ma il suo cuore le diceva di abbandonarsi al tocco di quel Micetto che le aveva fatto perdere la testa; qualche volta le era capitato di immaginare una possibile nottata ma nemmeno lontanamente avrebbe immaginato che fosse così vicina.
La mano ricoperta da quella pelle nera si diresse sul gilet che sbottonò e lanciò a terra in un punto cieco senza tanti complimenti; pochi attimi dopo le venne sfilata la maglietta ed il biondo, arrivato alla camicia le riservò lo stesso trattamento che poche sere prima aveva riservato a lui.
Lentamente baciò la sua pelle, sbottonando ogni singolo bottone e mantenendo la calma, cosa che gli fu difficile da fare una volta liberatosi dalla camicia; si fiondò per mordere con foga il suo collo ed un attimo dopo furono le mani della ragazza ad essere ammanettate al letto.
Chat Noir la osservò con occhi socchiusi, prima di leccarsi le labbra lentamente e togliere con malagrazia il reggiseno, liberando il suo petto prosperoso; riportò le dita al collarino, costringendola a sollevarsi per baciarlo con foga e pochi istanti dopo si avvicinò con le labbra ad uno dei capezzoli, mordendo così forte da far gemere altrettanto forte la sua amata.
L'altro venne stuzzicato dalle sue dita mentre lui passava la lingua ed i denti sul compagno e sentiva la razionalità scappare via da quella situazione nel sentire i versi della ragazza e sgranò gli occhi quando la sentì gemere "Chat Noir"; deglutì a fatica, decidendo che l'avrebbe fatta impazzire prima di procedere per arrivare al sodo.
La propria erezione cominciava a fargli male, tanto era eccitato e non smetteva di far notare a Spencer l'effetto che gli stava provocando; lo sentì ansimare quando mosse i fianchi per strofinarsi ulteriormente contro il cavallo dei pantaloni della tuta.
Lo vide arrossire lievemente e quando sollevò gli occhi dal suo corpo al suo viso non poté non notare che la stava fissando con occhi lucidi dall'eccitazione; sapeva che entrambi erano vicini al perdere la testa.
Sentì l'altro strattonarla nuovamente per il collarino, portandola a morderai il labbro inferiore, consapevole che in quel momento l'altro era il dominante; pensò che avrebbe avuto la sua vendetta ma non riuscì ad aprir bocca se non per gemere forte ed inarcare la schiena.
Spostò lo sguardo sul ragazzo che le aveva sfilato silenziosamente i pantaloni mentre era presa dai suoi pensieri ed aveva spostato gli slip; le sue mani erano a tenere aperte le grandi labbra e la sua lingua era intenta a leccare il clitoride, provocandole eccitazioni ed altri gemiti.
Muoveva le braccia nel tentativo di liberarsi, invano ed inarcava di tanto in tanto la schiena sotto il suo tocco sicuro e fermo; il ragazzo, consapevole di aver fatto calmare i suoi bollenti spiriti, non esitò a ridacchiare piano, prima di far entrare di colpo due dita.
Spencer boccheggiò in cerca di aria e sgranò gli occhi, miagolando letteralmente il suo nome quando le aprì a forbice, senza interrompere i movimenti della lingua.
Avrebbe preferito sentirle urlare il suo vero nome; immaginava la ragazza contorcersi dal piacere e gemere solo per lui, lui come Adrien.
A quel pensiero sorrise leggermente e ci mise più foga, intenzionato a far impazzire quella ragazza; la stessa ragazza che voleva tutta per se e che stava provando sensazioni indescrivibili.
Non si era mai spinta a masturbarsi nonostante qualche volta aveva pensato di farlo; eppure si ritrovava lì, a contorcersi a causa del ragazzo con cui doveva essere arrabbiata.
Qualcosa le aveva detto di fidarsi e che era veramente dispiaciuto oltre che non intenzionale; in quel momento non riusciva a ragionare e sentiva il cervello in pappa.
Dopo non molto venne, inarcando la schiena, strattonando con più forza i polsi ammanettati ed urlando dal piacere.
Chiuse gli occhi completamente rossa in viso per evitare lo sguardo del ragazzo che la stava esasperando; schiuse gli occhi quando attirò la sua attenzione, premendo il proprio pacco contro la tua intimità.
La sentì sussultare a quel contatto, stringere le gambe ed arrossire vistosamente; portò le mani sulle sue cosce, allargandogliele per far aderire fino allo stremo le loro intimità, non riuscendo a trattenere dei respiri affannosi.
Aveva bisogno di sfogarsi anche lui; si sporse verso il suo viso, baciandola con estrema foga e si decise finalmente a liberarle i polsi.
Sentendo l'assenza di quell'impedimento, Spencer invertì le posizioni, ritrovandosi su di lui e guardandolo negli occhi; vide i suoi sgranarsi per poi deglutire a fatica.
Avrebbe continuato esattamente come l'altra volta, che furono interrotti dal Miraculous; lo baciò lentamente, portando le dita a sfiorare il campanellino che portava al collo.
Scivolò per baciare e mordicchiare la pelle in quel punto, sentendo letteralmente delle fusa; sorrise a quella reazione, scivolando pian piano verso la cerniera e cominciando a sbottonarla.
Procedette lentamente, baciando ogni singolo centimetro della pelle del ragazzo ed una volta arrivato all'inguine sorrise furba contro la sua pelle, guardandolo negli occhi e mordendo appena, facendolo sussultare a quel gesto mentre i suoi respiri erano tutt'altro che regolari; baciò delicatamente il cavallo dei suoi pantaloni, facendogli sgranare gli occhi e balbettare parole sconnesse.
Rinsavì quando lei riprese a baciarlo, sfilandogli la parte superiore della tuta, tenendogli bloccati i polsi dietro la schiena per non sfilare il Miraculous ma potendo abbassare quella inferiore quanto bastava per liberare la prorompente erezione del suo Micetto che deglutì a fatica rendendosi conto che quello era reale; Spencer era lì, a pochi centimetri dal suo amichetto e la voglia di continuare era tantissima.
L'aveva desiderata ed era lì ad accontentare il desiderio su cui fino a quel momento aveva lavorato da solo; ansimò quando poggiò le labbra rosse sulla punta lasciandoci un lieve bacio, prima di leccarla lentamente, tenendo gli occhi verdi in quelli grandi dell'altro.
Sentì il respiro sempre più affannoso man mano che continuava con la lingua ad accarezzare l'asta in tutta la sua lunghezza, soffermandosi particolarmente su alcuni punti, fino ad arrivare alla base.
Voleva mettere le mani tra quei capelli castani, tirandoli o anche spingendola sempre più verso quel punto di piacere, ma poteva solo ansimare e lasciarsi sfuggire lievi gemiti: questi si intensificarono sempre più fino a quando non ne emise uno molto più forte degli altri, gemendo il suo nome e guardando come lentamente la sua erezione scompariva tra le labbra di lei.
Inarcò appena la schiena e pensò che sarebbe impazzito prima di raggiungere il culmine; pregò con tutto se stesso che la ragazza ricambiasse il favore, magari anche ingoiando.
Un lieve rossore si formò sul suo viso e notò quel sorriso soddisfatto sulle sue labbra a quello; stava per dire qualcosa quando sentì la ragazza succhiare e lì andò a farsi friggere l'ultimo briciolo di pudore che gli era rimasto, socchiudendo gli occhi ed abbandonandosi a quella vista ed alle sensazioni che lei gli stava donando.
Quando sentì i denti di lei stringere appena la presa gemette forte il suo nome, non riuscendo a trattenersi e sfilandosi completamente la parte superiore della tuta, portando le mani tra i capelli di lei per premerle la testa contro il proprio inguine, "costringendola" ad ingoiare tutto.
La ragazza sgranò gli occhi a quel gesto e li richiuse, sentendo il liquido del ragazzo scorrerle in bocca e una volta terminato, ingoiò tutto, senza aprire gli occhi; Adrien si rese conto di ciò che aveva appena fatto ed ancora con il fiato corto deglutì a fatica.
«D-Dio... Scusa; non era mia intenzione» cercò di scusarsi ma la ragazza non sembrava intenzionata ad aprire gli occhi.
Capì quando notò i pantaloni grigi e la parte superiore dei vestiti completamente assente; sulla camicia bianca giaceva l'anello che era solito indossare e sussultò.
Si era sfilato il Miraculous e quella situazione era scomoda per entrambi; cercò di parlare ma Spencer salì lentamente sul suo corpo, lasciandogli un vasto bacio sulle labbra, prima di lasciarsi cadere di lato ed infilarsi sotto le coperte, arrancando siccome non voleva vedere nulla in una situazione del genere.
Il ragazzo non sapeva se esserne felice o meno; pensò quasi fosse lei a rifiutare di accettare la sua reale identità ma i suoi pensieri presero parola.
«Non voglio vederti per errore né tantomeno se sei costretto a farlo; con o senza maschera, ti voglio al mio fianco. Per ora mi accontento della tua maschera, Micetto»
Adrien non riuscì a non sorridere; si sporse per baciarle la nuca e si alzò dal letto, prima di recuperare i propri vestiti.
«Ci sono una felpa e dei pantaloni nel mio armadio; se controlli nel mobiletto nel bagno vicino la vasca trovi delle asciugamani pulite»
«Grazie, Penny»
La sentì sussultare a quel soprannome e non poterono vedere come entrambi arrossirono in sincronia.
«Prenditi quella maledetta Akuma»
«Senza Ladybug non posso catturarla»
«Lasciala andare; cercherà sempre e soltanto me; quando sarà il caso la catturerà.» ci furono interminabili secondi di silenzio «Rompendo il Thompson si ripristinerà tutto e potrò riavere la mia pistola.»
Il ragazzo annuì e si avvicinò all'arma; la ruppe e si liberò una piccola Akuma che rapidamente volò fuori dalla finestra mentre le due metà che aveva tra le mani di quella che era l'arma della ragazza tornarono ad essere un'unica e piccola pistola; subito dopo si diresse verso l'armadio e recuperò i vestiti che aveva individuato in precedenza.
Ci mise all'incirca una mezz'ora per lavarsi, pensando che era lei la ragazza che voleva; pensando che aveva perso la testa e che Spencer Laurentis era la ragazza che amava.
Sorrise a quel pensiero, uscendo dalla vasca ed asciugandosi prima di vestirsi rapidamente e tornare nella sua stanza; recuperò l'anello e riprese gli abiti.
Sentì il respiro calmo e rilassato della così decise di non svegliarla;
Quando indossò l'anello un Plagg molto nervoso gli comparve davanti; non era il momento quello, così si ritrasformò per saltare dalla finestra e correre verso la strada.
Tornò dopo alcuni minuti ad essere Adrien, abbandonando la sua identità di Chat Noir; non potè trattenere Plagg che non sembrava affatto contento.
«Ti rendi conto di cosa hai fatto?!» sbottò nervoso, mentre si incamminavano  verso Villa Agreste.
«Ho fatto un lavoretto alla ragazza che mi piace e lei ha ricambiato?» sorrise a quel pensiero, con un lieve rossore sul suo viso.
Aveva perso la testa.
«Hai perso il Miraculous, stupido! Devi fare attenzione.»
Un sospiro lasciò le sue labbra ed osservò il piccolo Kwami per alcuni secondi, prima di porgergli un pezzetto di camembert che aveva preso a casa della ragazza.
«Mi dispiace; cercherò di fare più attenzione.»
Una volta arrivato a casa, entrò cercando di non fare rumore ma una volta entrato in camera i suoi occhi verdi incrociarono quelli cenere del padre; stavolta era davvero nei guai.

Angolo della sofferenza
Salve! Eccomi con un nuovo capitolo (sono molto imbarazzata per le cose scritte ma dettagli >\\\> Al prossimo! E grazie a chi mi segue~

Sciogli i tuoi capelli, principessa|Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora