Capitolo 7

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Spencer era intenta a trovare una posizione perfetta per quel mappamondo quando sentì una lieve brezza entrare nella stanza, ipotizzando che la finestra da socchiusa era stata spalancata; non si girò nemmeno, convinta già di sapere chi era arrivato alle sue spalle e le stava annusando con interesse i capelli.
«Buonasera, Micetto» sussurrò lievemente, facendo per voltarsi, ma le mani del ragazzo si posarono sui suoi fianchi in modo saldo, impedendole in parte quel movimento; anche lei si lasciò andare a quella presa, roteando gli occhi prima di sospirare.
«Hai un buon profumo, sai?» le sussurrò all'orecchio, prima di spostarle con una mano i capelli dal collo per lasciarci un lieve bacio, facendo scorrere una scarica lungo la spina dorsale della ragazza che decise di ignorare la cosa, portando le mani su quelle di lui e cercando di spostarle.
Il micio spostò le mani dai suoi finchi per pochi secondi e la ragazza ne approfittò per voltarsi e portare le braccia attorno al collo del felino; gli sorrise provocante, portando una mano a giocherellare con i suoi capelli biondi ed il suo viso a pochi centimetri dal suo.
Le mani si posarono ancora una volta sui fianchi di Spencer, attirandola ulteriormente al proprio corpo, facendoli aderire quasi completamente.
«Sembra quasi tu vada a cercarti situazioni del genere, sai, Micetto?» sussurrò provocatoria, strofinando il naso contro il suo.
«A me non dispiace affatto la tua compagnia; a te dispiace essere perennemente nei miei pensieri?» sorrise nel notare la ragazza negare con la testa e pensò di essere in paradiso quando gli morse lievemente il labbro inferiore.
Quell'attimo fu sfuggente, così come la fanciulla che era sfuggita alla presa del Micetto, andando a sedersi sulla scrivania; lui sorrise semplicemente, avvicinandosi lentamente e portando le mani sulle sue cosce, sfiorandole appena.
Avvicinò ancora il proprio viso a quello di Laurentis che ridacchiò nel notare quel fermento in Chat Noir; gli spostò alcune ciocche dal viso, prima di parlare.
«E se ti invitassi a cena, Chat Noir?»
Il ragazzo sgranò gli occhi a quelle parole, non sapendo che dire; si riprese soltanto quando Spencer portò delicatamente la sua mano coperta alle proprie labbra.
Pochi istanti dopo la lingua di lei la sfiorò delicatamente, passando su tutta la superficie della mano e mandando in confusione il biondino, che non concesse risposta alla domanda.
Stava lentamente impazzendo e quando pensò che non poteva andare peggio, la castana cominciò a succhiare con foga ogni singolo dito, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi; avrebbe tanto voluto baciarla con passione, tirarle i capelli, sfiorare ogni angolo del suo corpo ma sussultò nel sentire il ginocchio di lei in mezzo alle proprie gambe, a premere contro il rigonfiamento abbastanza visibile che si era via via formato.
Deglutì a fatica, prima di guardare la fonte dei suoi problemi rosso in viso e sgranò gli occhi quando si leccò sensualmente le labbra.
«Tornando alla mia domanda; sono seria, Chat Noir. Pensavo a qualcosina di tranquillo, magari per conoscerci un po' meglio»
Nemmeno lei sapeva come le era venuta quella folle idea, eppure voleva davvero conoscere quel micio dei suoi stivali, parlare con lui; poi si ricordò immediatamente dei fascicoli.
Lei non poteva fare una cosa del genere; non doveva assolutamente.
Andava contro la sua etica e la sua morale; anche perché ci sarebbe stato il remoto caso della rivelazione.
Chat si accingeva a rispondere quando la ragazza sbuffò un "lascia perdere" dirigendosi a passo svelto verso il bagno, superando la figura del ragazzo più alto di lei; sentì la mano fasciata prenderle il polso e di tutta risposta si voltò per lanciargli un'occhiata furente, allontanando il braccio da lui come se fosse stata scottata.
«Vattene» sbottò, oramai intenzionata a fare la cosa giusta.
«Cherie, non volevo offenderti» sussurrò dispiaciuto, cercando di ripristinare con le un contatto fisico, senza riuscirci.
Di tutta risposta Spencer prese la sua fidata arma dalla scrivania, togliendo la sicura e puntandogliela contro; non voleva arrivare a tanto ma quel ragazzo doveva sparire dalla sua vista.
«Lasciami in pace; vattene via e non azzardarti a tornare»
Quelle parole furono come mille spade che gli trapassarono il cuore ed il suo corpo fu scosso da dolore paragonabile al dolore fisico di un pestaggio; non sapeva cosa pensare, che fare e nemmeno perché la sua fanciulla di fosse innervosita così tanto.
Silenziosamente si avvicinò alla finestra, salendo sul davanzale e solo dopo aver guardato un'ultima volta la giovane, si lasciò cadere; fu allora che Spencer non riuscì a trattenere le lacrime, che cominciarono a rigare copiose le sue guance.
L'arma era ancora in mano ed il braccio teso in aria ma non durò a lungo; la pistola cadde a terra e lei si portò le mani tra i capelli, prima di spostarsi delle ciocche dal viso e voltarsi per dirigersi in bagno.
Si guardò allo specchio, con un'espressione disgustata nel notare quelle orribili gocce salate sul suo viso; l'ultima volta che era capitato, fu alla morte di sua madre.
Lei era forte; doveva essere forte.
Perché si sentiva così debole?
Liberò un urlo acuto, colpendo lo specchio con un violento pugno, riuscendo a distruggerlo in mille pezzi, facendone conficcare alcuni nella carne; pochi attimi dopo il sangue usciva copioso da quelle lievi ferite e lei aveva lo sguardo perso nel vuoto, pensando che forse doveva tornare a casa e non ascoltare suo padre e la ricerca della vita da buon cittadino.
Chat era oramai molto lontano dalla casa di quella che pensava fosse la sua bella; il costume lentamente scomparve ed il piccolo Kwami potè osservare il viso triste del ragazzo.
Mille erano le domande che Adrien aveva in testa; perché si era comportata in quel modo? Che le era preso? Si stava divertendo a prenderlo in giro? Era una seguace di Papillon? Perché aveva cambiato repentinamente idea?
Plagg rimase in silenzio ed il biondino incrociò il suo sguardo, rimanendo a sua volta in silenzio ma continuando a porsi mentalmente numerose domande.
Forse doveva lasciar perdere Spencer Laurentis e concentrarsi su Ladybug; lei non gli aveva mai puntato armi contro e nonostante lo strano rapporto, c'era amicizia.
Tra Chat Noir e Spencer cosa poteva esserci? Magari attrazione sessuale e basta; con Adrien invece ci sarebbe stato unicamente rapporto "professore-alunno" e "guardia del corpo-protetto".
Nulla di più.
Doveva andare così ed oramai Agreste aveva preso la sua decisione; tornò velocemente a casa e dopo aver fatto una doccia veloce si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo.

Sciogli i tuoi capelli, principessa|Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora