"Giacca di pelle!", sono in rotazione e il piede mi scivola: cado sul ghiaccio.
Alzo subito lo sguardo per controllarese è lui; nulla da fare, è solo un tizio a caso, con una felpa perdi più. Scuoto la testa per togliermi certe assurdità dalla mente. Mi rialzo e vado a cambiarmi. L'allenamento appena concluso è stato a dir poco disastroso. Sono stato terribile: nessun quadruplo mi è riuscito decentemente e sono caduto ben tre volte!
- Yura, che ti prende? - la voce roca di Yakov mi interrompe mentre sto allacciando le scarpe. Non rispondo e finisco di sistemarmi velocemente per poter lasciare il palazzo del ghiaccio il più in fretta possibile.
- Sei distratto ultimamente e non ti stai impegnando, che succede? Problemi a casa?
- Niente! Non succede niente!- rispondo bruscamente mentre mi alzo e me ne vado.
Appena esco sento il freddo di fine ottobre pizzicarmi il volto, alzo il cappuccio e mi avvio verso casa, dove il nonno mi sta aspettando. Il cielo è grigio e nuvoloso, con qualche chiazza più chiara qua e là, dove le nuvole si assottigliano, lasciando intravedere un poco del sole nascosto. Manca poco a che nevichi, nonostante le nuvole riconosco il profumo della neve nell'aria. Mentre cammino velocemente non riesco a non pensare, cercando di capire cosa mi stia succedendo. Il vecchio istruttore ha ragione: ultimamente sono molto distratto, però non so cosa è che mi distrae. Anzi, so cosa mi distrae, ma non ne capisco il motivo. Giungo alla conclusione che sia tutto dovuto alla rabbia, e alla conseguente rassegnazione, per via del mio volo cancellato. Dovevo andare a trovarlo per il suo compleanno, avevo preparato tutto, ma una settimana fa tutti i voli per il Kazakistan sono stati bloccati. Sarebbe stata l'occasione perfetta per fare un viaggio visto che in quei giorni il nonno deve andare in Italia da un suo vecchio amico e non avrebbe mai voluto lasciarmi a casa da solo. Anche se non sarei stato solo, Potya è sempre con me, ma al nonno non piace l'idea che io dorma da solo. Avevamo deciso che a Potya avrebbe pensato la vicina, come quando andiamo in vacanza in estate. Solo che le cose sono andate come dovevano. Manca un giorno ormai e il suo regalo è impacchettato, sulla mia scrivania e ci rimarrà per un po' a questo punto. È da troppo che mi scopro a pensare a lui sempre più spesso; ammetto che è un tipo interessante. Siamo rimasti in contatto via messaggio dopo la finale e ci siamo potuti conoscere meglio. Già quando mi portò sulla terrazza panoramica a Barcellona, per poi fermarci in quel bel bar, avevo capito che mi sarebbe stato veramente simpatico. Infatti, continuando a parlarci, mi son reso conto che è un tipo tosto: fa il DJ, ama gli animali ( nota personale importante: preferisce i gatti ai cani) e adora le moto. È da un po' ora che nella mia testa sta bussando l'idea che forse, per me, è qualcosa più di amicizia quella che desidero con lui. Troppe volte mi sono soffermato a controllare le moto parcheggiate sotto casa, il cellulare è nelle mie mani tutto il giorno, in attesa della notifica di un suo messaggio. Quando lo schermo si illumina e leggo il suo nome, mi scopro sorridere per il pizzicore che sento in pancia. Però, nonostante tutti questi segni, non riesco a arrendermi all'evidenza dei mie sentimenti. Perso nei miei ragionamenti non mi accorgo di essere arrivato già a casa. Salgo le scale e entro:
- Yurochka, è arrivato un pacco per te! - la voce roca del nonno arriva dalla cucina, accompagnata da un profumino troppo invitante.
- Un pacco? Non ho ordinato niente!
- Non so che dirti! L'ho messo in camera tua!
- Grazie...
Un pacco? Che sia da parte di Viktor? Quel folle continua a inviarmi cosette dal Giappone allegate a delle odiose foto sue e del suo innamorato ma, nonostante tutto, non ho il cuore per buttarle e le conservo appese in camera. Un po' quei due mi fanno invidia, ma non capisco bene perchè. Chissà cosa mi ha inviato questa volta, spero non siano altre ricostruzioni in scala di tempi samurai, ne ho abbastanza da creare una città in miniatura! Incuriosito apro velocemente la porta della mia camera e appena guardo nella stanza mi immobilizzo: è lì, davanti alla mia scrivania che osserva le fotografie appoggiate sulla mensola. Si volta e mi sorride, mentre io rimango fermo, con la sacca in spalla, la giacca addosso e la bocca spalancata. Appena i miei occhi l'hanno riconosciuto il mio petto ha avuto un sobbalzo, lo stomaco si è stretto e il mio cervello si è bloccato. Non so che mi stia succedendo ma so che ora sto sorridendo involontariamente. Otabek sembra imbarazzato, è immobile come me, e mi osserva; un attimo dopo allarga leggermente le braccia.
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More Than You Know ~Otayuri
FanfictionUna sorpresa inaspettata e una settimana per definire bene sentimenti e rapporti tra una tigre russa e un guerriero kazako. Dal testo: appena guardo nella stanza mi immobilizzo: è lì, davanti alla mia scrivania che osserva le fotografie appoggiate s...