I Would go Anywhere for You

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- Americana ?

- Mia!

Finalmente la mia pizza è arrivata, sto morendo di fame. La cameriera posa il piatto davanti a me sorridendo e si allontana permettendoci di continuare a parlare tranquillamente. Beka è stato così gentile da attendere che arrivasse anche la mia pizza prima di iniziare a mangiare, nonostante avessi insistito perchè iniziasse senza di me, e ora mi sento leggermente in colpa: la sua si sarà raffreddata.


- Sarà diventata fredda... - indico il suo piatto col coltello. Si porta un boccone alle labbra e, dopo averlo assaggiato, fa cenno di no con la testa.

- E invece è ancora calda! - mi sorride mentre continua a tagliare a fette la sua pizza al salamino piccante. Io inizio mangiando qualche patatina bollente, per poi darmi da fare col coltello e, una volta fatta in otto, poggiare le posate e usare le mani.


Ho proposto a Beka questo posto perchè il nonno dice che la pizza cucinata qui è la più simile a quella italiana, quindi la più buona di tutte. Il locale è anche vicino a casa, infatti siamo venuti a piedi e Beka si è potuto prendere una birra media, che ora scintilla dorata sotto le luci gialle del locale, sormontata da un dito di schiuma bianca.


- È veramente buonissima! - Beka ha finito la prima fetta e sta passando alla seconda, sembra apprezzare.

- Sì, davvero. Vuoi una? - indico le patatine davanti a me, annuisce e allunga una mano per rubarmene un paio. Quando solleva il suo bicchiere per prendere un sorso di birra lo sporge leggermente verso di me, come per domandare se ne volessi un po'. Faccio cenno di no e infilzo un wurstel con la forchetta, lo osservo mentre beve e mi sfugge una risata quando posa il bicchiere. Mi guarda per un secondo confuso poi sembra capire la causa della mia reazione: si passa la lingua sul labbro superiore, pulendosi il baffo di schiuma che vi era rimasto. Ammetto che quel gesto mi fa arrossire leggermente, quindi cerco di rinfrescarmi prendendo un sorso di cola fredda, mentre lui sorride.

La serata scorre tranquilla, l'atmosfera creatasi è piacevole ed è merito anche del locale: le luci calde, il chiacchiericcio dei clienti, la musica di sottofondo, tutto crea un'aria accogliente che mette a proprio agio.

Quando arrivano i dolci vedo gli occhi di Beka illuminarsi: davanti a lui hanno posato il tiramisù che aveva ordinato e ora lo guarda ammaliato, come fosse una piuma di angelo caduta dal cielo. Durante questi giorni ho capito che ha seriamente un debole per i dolci, di qualsiasi genere, quindi non poteva non provare il tiramisù che fanno qui, perchè è veramente troppo buono. Io, come sempre, mi sono preso del gelato con le fragole, che adoro, e appena arriva in tavola lo inizio a divorare. Alla prima cucchiaiata sento il freddo sulla lingua e il sapore dolce delle fragole spargersi per la bocca, che meraviglia.
Anche Beka sembra apprezzare il suo dolce visto che, appena lo assaggia, chiude gli occhi e posa la fronte sulla mano, col gomito sul tavolo per sorreggersi.


- Stiamo scherzando!? - mi guarda con gli occhi brillanti: - è la cosa più buona che abbia mai assaggiato! - e subito prende un altro boccone.

Io ridacchio soddisfatto della sua reazione, "seriamente, i dolci gli piacciono troppo!".

Mi guarda come attendendo un mio commento sul gelato:

- Buono come sempre! - col cucchiaino prendo un po' di gelato e mezza fragola, allungo il braccio portandoglielo sotto il naso. Lui sorride e si lascia imboccare, gusta attentamente e annuisce confermando il mio commento. Quindi prende anche lui un po' del suo tiramisù e me lo offre, così come ho appena fatto io. Accetto volentieri e sì, è veramente buonissimo.

Una volta terminati i dolci lasciamo il locale e ci avviamo verso casa, ci vogliono circa quindici minuti a piedi quindi ce la prendiamo con comodo, passeggiando tranquillamente nell'aria fredda della sera, approfittandone per fare una passeggiata. Beka mi circonda le spalle con un braccio, io gli circondo la vita e lui mi prende la mano, così da infilarsela in tasca con la sua e non farmi congelare le dita. Allacciamo le altre mani all'altezza della mia spalla e iniziamo a giocherellare con le nostre falangi fredde. Non abbiamo parlato di cosa è successo in bagno, neppure di cosa è accaduto la sera scorsa, ma sento che non ce n'è bisogno. È come se fosse tutto come deve essere, non sento tensioni, non sento il bisogno di parlarne e questa cosa mi sembra strana, visto che non capita tutti i giorni di fare il bagno con un'altra persona.
Soprattutto non mi aspettavo che la situazione si sarebbe sviluppata in quel senso, ma non mi è dispiaciuto, affatto. Il solo sfiorare quei ricordi non troppo lontani mi solletica lo stomaco. Sento che anche Beka è tranquillo e rilassato, cammina con passo moderato e, ogni qual volta, mi sbircia dall'alto. Decido di godermi il momento e permetto alla mia mente di girovagare.

More Than You Know ~OtayuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora