Until the Morning Lights

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Ceniamo abbastanza presto, ho calcolato male il tempo di cottura della pasta, senza dare retta a Beka che voleva aspettare, ma almeno è stata mangiabile, ed è questo l'importante. Dopo aver sparecchiato insieme noto che si poggia una mano sul ventre, proprio sugli addominali delineati che questo pomeriggio ha mostrato, e sento che borbotta:

- c'è spazio per qualcos'altro...

- Gelato? Torta? Però non ho niente qui. - in effetti ho anche io voglia di dolce, ma il nonno non ne tiene mai in casa oppure mi abbuffo. Vedo che stropiccia le labbra riflettendo, come se stesse cercando di capire di cosa abbia effettivamente più fame, ma nel frattempo mi viene un'idea:

- Possiamo passare alla pasticceria dei muffin!


Mi guarda e annuisce con gli occhi brillanti, deve essergli davvero piaciuto quel dolcetto. Ci prepariamo ad uscire: mi do una sistemata veloce e mi vesto decentemente, visto che sono stato tutto il pomeriggio in pigiama. Prendo la giacca mentre Beka mi aspetta fuori dalla porta, con la sua immancabile giacca di pelle nera addosso.

Il viaggio, sia all'andata che al ritorno, lo facciamo tenendoci timidamente per mano; è stato lui a prendere l'iniziativa e ne sono rimasto felicemente sorpreso. Una volta tornati velocemente a casa, visto che stavamo quasi per congelare, ci abbandoniamo sul divano addentando i dolcetti. Abbiamo fatto la scorta anche per la colazione di domani e abbiamo preso vari gusti, per staccare dal solito cioccolato. Io scelgo quello ai mirtilli mentre lui quello con la crema alle nocciole, mentre li mangiamo li condividiamo anche, così che entrambi proviamo tutti i gusti.  Beka mi avvicina il muffin ricoperto di crema, quando è sotto al mio naso, lo alza di scatto, sporcandomi la punta di glassa.
Scoppia in una risata fragorosa e io lo guardo come per rimproverarlo, senza riuscirci. Mi tolgo la crema dal naso con l'indice e, mentre non mi vede mi avvicino per spargergliela sul viso. Rimane a bocca a aperta, teatralmente scioccato dal mio gesto; ora sono io quello che ride. Una volta che abbiamo finito di mangiare e sporcarci, giochiamo alla play per un po' finchè non decidiamo che è quasi ora di ritirarsi a letto, quindi laviamo i denti, ci infiliamo i pigiami, di nuovo, e ci avviamo nelle camere. Io raggiungo Beka nella sua per dargli la buonanotte, lo trovo in piedi che si sta sfilando i calzini. Quando mi avvicino, fiancheggiando il letto, mi guarda di scatto, in silenzio:

- L'hai sentito? - il suo tono è serio, mi preoccupo.

- Cosa?! - non so cosa possa aver sentito di così allarmante, sento il cuore battere velocemente, preso dall'ansia.

- La gravità... Sta cambiando! - non faccio in tempo a rispondere che vedo Beka avvicinarsi, abbandonandosi di peso su di me, spingendomi verso il letto.

- No, Beka! Beka!

- Aiuto! Il peso dell'aria è opprimente! Mi sta schiacciando Yuri! - riesce a mantenere un tono abbastanza serio mentre dice queste sciocchezze e io resisto in piedi finchè non decide di abbandonarsi, per davvero, di peso su di me. Ecco che ora sento la gravità aumentare; infatti, piombo sul letto di schiena, con Beka che ride comodamente sdraiato sopra di me. Non resisto e mi unisco alla sua risata, continuiamo finchè non sento il suo tono diminuire e la sua voce cambiare, diventando più dolce e bassa mentre canticchia vicino al mio orecchio:

- Baby, you're the best... More than you know, yhea more than you know.


Sospiro ricordandomi la prima volta che ho sentito quella canzone, in discoteca con lui, e mi sento tremare lo stomaco quando mi ricordo della sua voce che la cantava tutta.

Dopo qualche attimo di silenzio chiede premurosamente se mi stia schiacciando, per tutta risposta rispondo:

- No, anzi... Sei alquanto comodo.

More Than You Know ~OtayuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora