I suoi occhi tentano di guardarmi per fermarmi, ma è evidente che non è veramente intenzionato a farlo.
Mi lascio cadere sulle ginocchia, arrivando sui suoi jeans, che aveva lasciato cadere a terra quando mi sono intrufolato nel camerino.Lui mi osserva dall'alto, il viso arrossato e gli occhi languidi.
Porto le mani all'elastico dei suoi boxer, lo sento sussultare.
Si appoggia meglio alla parete con la schiena, come se avesse paura di cadere.
- Adesso, da bravo, non fare rumore...
Non gli lascio il tempo di rispondere che ha già i boxer abbassati e mi sto occupando della sua eccitazione.
Riesce a coprirsi la bocca con una mano per smorzare il primo gemito che stava per sfuggirgli.
Vedo che socchiude gli occhi e piega leggermente le ginocchia. La mano libera la porta nei miei capelli e io mantengo il contatto visivo finché non devo andare a concentrarmi su di me con una delle mie mani.
Mi sento scorrere calore puro nelle arterie, non sento nient'altro che il calore di Beka.
Sussulta, di tanto in tanto, cercando di trattenersi dal fare qualsiasi rumore.Nonostante le emozioni che mi travolgono prepotentemente, sono consapevole di essere in un luogo pubblico, probabilmente separati da una sottile parete da una persona che si sta provando dei vestiti, ignara di ciò che sta succedendo nel camerino a fianco.
Questa consapevolezza rende la situazione ancora più intrigante, rendendo sempre più difficile trattenere ogni minimo singulto.
Percepisco il suo tocco tra i capelli e il suo calore che mi riempie, sento caldo.
La sua mano mi accompagna nei movimenti e in poco tempo accolgo il culmine del suo piacere nelle pareti della mia bocca.
Allo stesso tempo mi riverso a terra, sui suoi pantaloni.
Riprendo fiato mentre mi allontano da lui e lo sbircio dal basso: ha la testa appoggiata alla parete e guarda verso il soffitto, respirando velocemente.
Prende aria con la bocca socchiusa, felice di poter levare la mano da essa.
Quando finalmente incrocio il suo sguardo, lo trovo riconoscente e fluido.
- Scusa... non ci ho pensato...
Indico i suoi pantaloni, ancora a terra, ormai macchiati.
- Ho fatto un disastro... - continuo scoraggiato.Nonostante il sollievo ottenuto mi sento appesantito dal disagio del pasticcio combinato.
- Non preoccuparti, metto quelli nuovi...
La sua voce suona dolce e morbida come sempre, mi attira a lui incantandomi.
Mi alzo e sento le ginocchia leggermente doloranti, ma sono felice.Ricomincio a ragionare ora che la mia mente si è schiarita, libera dal pensiero di far godere Beka e me.
Infatti il kazako ha ragione, il problema dei pantaloni sporchi si può risolvere mandando me alla cassa a comprare i pantaloni nuovi e facendoglieli indossare subito.
Ci sistemiamo e attuiamo il nostro piano infallibile.
Appena fuori dal camerino prendo una boccata d'aria fresca, non ci avevo fatto caso, ma in quello spazio ristretto si soffocava.
Mi ricordo solo ora di aver abbandonato tutte le altre borse sulla poltroncina in pelle, guardo allarmato la postazione, sospirando di sollievo: per fortuna ci sono ancora tutte.
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More Than You Know ~Otayuri
FanfictionUna sorpresa inaspettata e una settimana per definire bene sentimenti e rapporti tra una tigre russa e un guerriero kazako. Dal testo: appena guardo nella stanza mi immobilizzo: è lì, davanti alla mia scrivania che osserva le fotografie appoggiate s...