1) Addio

3.7K 96 7
                                    

Mancano pochi giorni all'inizio della scuola, ed io sono più nervoso che mai. Il 12 dovrei iniziare il primo anno di liceo. Città nuova, scuola nuova e compagni nuovi.

Ho scelto di andare in un'altra città, e soprattutto molto lontana da dove vivo perchè non ne posso più dei miei amici, se così posso chiamarli. Voglio conoscere gente nuova e ricominciare da capo. Basta pensare che dal primo anno di asilo, alla terza media non ho mai cambiato i compagni. Sempre gli stessi. Le solite teste di cazzo.

E in fondo non c'è da sorprendersi più di tanto dato che vivo in un piccolo paesino di poco più di 2.700 abitanti.

Sono felice di lasciare tutti. Tranne una persona. La mia migliore amica. Alessandra. Purtroppo si deve trasferire a Milano con la madre. Parte tra 3 giorni e non so se riuscirò a rivederla. È stata l'unica che mi è sempre stata affianco. L'unica che quando stavo male, non tardava a consolarmi e ad aiutarmi. Devo dire che però, in fondo in fondo, sono felice che parta e che non mi veda più. Un anno fa' si innamorò di me. E quando me lo disse mi cadde il mondo addosso. Perchè io non potevo fare niente per il semplice fatto che sono gay. Tra me è lei non ci poteva essere amore. All'inizio, quando glielo dissi stette malissimo, ma poi le torno il "sorriso" e mi disse che almeno se non la amo non è perchè voglio un'altra ragazza. Dal quel momento in poi la nostra amicizia è andata fortificandosi sempre di più e lei sembrava sempre più felice. Ma sapevo che non era così, sapevo che stava male. E io non volevo questo, volevo la sua felicità.

---------------------------------------------------

Il giorno della partenza di Alessandra è arrivato. Mi alzo dal letto e guardo l'ora: sono le 10:30. Mi vesto subito, mi lavo ed esco di casa senza fare colazione. Corro da lei. Appena la vedo le salto addosso e la blocco in abbraccio. Un abbraccio forte e protettivo, come quelli che ci davamo quando, o uno o l'altro stava male. Cominciamo a piangere fiumi di lacrime. Non riusciamo più a staccarci. Rimaniamo così per un po' di minuti, fino a quando non arriva sua madre che le dice che sono in ritardo. In quel momento ci stacchiamo, ci diamo un piccolo bacio e ci diciamo addio. Rimasi a fissarla per strada, vedendola sparire mentre con un filo di voce dicevo: "addio".

Non ho più nessuno, per il momento. L'unico mio vero amico, se così posso chiamarlo, è il pianoforte. È sempre lì, fermo immobile che mi aspetta.

Tornato a casa, la prima cosa che faccio è sedermi allo sgabello e iniziare a suonare. Brani tristi e lenti che poi diventano appassionati e intensi. In un qualche modo mi hanno fatto sentire meglio, mi sono sfogato. Sono due anni, o forse di più, che faccio così. Se sto male per un qualsiasi motivo, mi siedo e suono. Suono anche per ore. Brani di tutti i generi, ma soprattutto musica classica. Secondo me, la musica classica, è l'unica che ti permette di esprimere al meglio il tuo stato d'animo, qualunque esso sia.

Ogni tanto, mi piace sognare di avere un ragazzo e di dedicarli dei brani. Brani d'amore, come quelli di Chopin. Spero sempre che un giorno tutto questo accadrà... Sono stanco di sognare...

Music in LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora