18) Devi reagire

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**Emma's pov**

Rimanemmo solo io, Luca e Andrea. Stranamente tutti in silenzio. Andrea e Luca erano seduti sul letto, con lo sguardo perso, basso, pensieroso. Io li fissavo, sperando in una qualche parola, ma niente, ci pensai io quindi.

-"Allora, come facciamo con...beh, si, Francesco?"

Finalmente si risvegliarono e alzarono lo sguardo.

-"Io ho paura" disse Luca.

Beh, era normale, lo sapevo già. Anche io penso che avrei paura con uno che mi perseguita, che mi ha stuprato e picchiato, e che forse lo farebbe ancora. Penso che mi chiuderei in casa, e non uscirei mai più. Sia per la paura, ma poi anche perché...perché mi vergognerei, non oso immaginare come si senta. Voglio dire, essere stuprati. È una cosa orribile, bruttissima.
Ricordo di una vecchia amica conosciuta su twitter, un anno fa precisamente. All'epoca era 2 anni più grande di me, 15-16 anni. Un giorno, dopo tanto tempo che non parlavamo, mi scrive in maniera secca "sono stata stuprata". Io rimasi scioccata, non è una cosa che si legge sempre. A stento ci credevo. Non volevo crederci. Le chiesi spiegazioni e mi raccontò che qualche giorno prima, uscita da una festa di compleanno, era stata bloccata da un uomo, rumeno forse. La bloccó e cominciò a palparla. Lei era così spaventata che non riusciva a parlare. Poi l'ha messa in ginocchio e beh...quell'uomo le ha fatto la stessa cosa che Francesco ha fatto a Luca...non voglio manco ripeterla. È una cosa schifosa. Fortunatamente di lì, passava un altro amico suo, che prontamente ha fermato l'uomo e ha minacciato di chiamare la polizia. Dopo che l'uomo è scappato, l'amico ha aiutato a lei, l'ha consolata e insomma, ha fatto di tutto per tranquillizzarla. Mi ha raccontato che non riusciva più ad uscire di casa, che anche se gli altri non sapessero niente, si vergognava. Non aveva detto niente neanche ai suoi genitori, infatti sono loro che lo hanno scoperto, non molto dopo, dai suoi comportamenti. Diceva che si sentiva malissimo, provava una sensazione indescrivibile, che per capirla puoi solo provarla sulla tua pelle. Fortunatamente col tempo è stata meglio, ha reagito, ha capito che non poteva rovinarsi e dannarsi la vita per questo, doveva "combattere", infatti, non molto tempo dopo, è riuscita ad uscire di nuovo ed a condurre la vita che conduceva prima, grazie anche al fatto che hanno preso quell'uomo, quindi si sentiva più sicura. Ma è da sottolineare il fatto che accanto a lei sono stati sempre presenti i genitori e gli amici a lei più cari.
Io, ecco, non penso che a Luca serva uno psicologo, o almeno lo spero. In fondo è forte. Ci siamo noi, suoi amici. E poi c'è Andrea, che lo aiuterebbe tantissimo.

-"Luca, lo so che hai paura, forse posso anche immaginare, in parte, come tu ti senta, ma non puoi rimanere così. Prima di tutto devi assolutamente dirlo ai tuoi, vedrai che capirebbero, e ti aiuterebbero"

-"Io ecco...ho paura che si arrabbino..."

-"Ma Luca cazzo, cosa dici? Ma ti senti?! Sono i tuoi genitori, e non si arrabbierebbero mai per una cosa del genere, anzi, tutto il contrario. Ti aiuterebbero tantissimo, e vedrai che ti sentiresti meglio. E poi, ora che ti vedranno, pensi che veramente crederanno che tu sia solo caduto? Dall'espressione che porti si capisce un po'. Anzi, un po' tutto. E poi comunque non puoi rimanere così, devi reagire, devi combattere. Non puoi permettere che uno come Francesco, un coglione, ti rovini la vita. Devi combattere ti ripeto. E poi ci siamo noi comunque, io, Andrea e gli altri anche. Ti aiuteremmo sempre, se dovessi cadere, ti aiuteremmo ad alzarti. Ti aiuteremmo a curare le ferite. Noi stiamo male a vederti così, molto"

-"Si beh...forse...forse hai ragione, però...davvero, è difficile. Non ci riesco. Mi vergogno per dirlo, troppo. E poi tu pensi sia facile reagire? Eh?"

-"Ma Luca, no. Certo che no. Ma devi provarci, cazzo, devi" senza accorgermene alzai leggermente il tono della voce.

-"Ma porca troia, davvero pensi che io non reagisca? Eh? Tu non sai cosa sto passando, sto male. Tanto. E da giorni anche. Sto cercando di reagire. A provare a sentirmi meglio. Ma non è facile, sai? Ho provato a reagire verso Francesco, ma hai visto cosa è successo ieri, mi sono opposto e sono stato picchiato a sangue. Magari la prossima volta mi ucciderebbe pure. Ho paura cazzo, tanta. Non ce la faccio. E poi non sai che è una sensazione orribile, una sensazione schifosa quella che provo...una sensazione che non puoi neanche immaginare..."

Si innervosì, e cominciò a lacrimare. Forse avevo esagerato, lo avevo messo sotto pressione.

-"Io...i-io..."

In quel momento svenne, e cadde a terra.

**Andrea's pov**

-"Oddio Luca, che ti prende?! Luca!?!"

Mi spaventai come non mai. Luca svenne davanti a me, e in una frazione di secondo si trovò disteso a terra. Non sono neanche riuscito a fermarlo.

-"Emma presto prendi dell'acqua o non so, qualcosa! Veloce!"

Emma uscì dalla stanza e subito dopo tornò con uno straccio bagnato. Dietro di lei c'era sua nonna.

-"Oddio! Che è successo?" Disse la nonna.

Emma, nervosa, rispose.

-"Non lo so, stavamo discutendo, poi forse l'ho messo sotto pressione, senza volerlo, ed è svenuto!"

-"Oddio, aiuto! Non funziona niente!" Provai a sentirgli il battito ma niente, non lo sentivo.

Ero nervosissimo e spaventatissimo. Cominciai a sudare molto. La nonna provò anche a sentirgli il battito ma niente.

-"Chiamo un'ambulanza!" Disse la nonna.

Uscì dalla stanza di corsa e andò a prendere il telefono.

-"Luca, per favore, dimmi che questo è uno scherzo. Luca per favore" cominciai a piangere.

È successo tutto troppo in fretta, per di più il giorno di Natale. Non può, no. Non può.

In pochi minuti arrivò l'ambulanza. Entrarono i medici in camera, lo misero su un lettino e lo caricarono sull'ambulanza. Io chiesi se potessi andare con loro. Durante il tragitto fino all'ospedale, un medico mi faceva domande, e altri due gli misero una maschera, per l'ossigeno immagino. I due lo controllavano tutto mentre io rispondevo alle domande.

-"Cosa è successo?"

-"Non lo so, stavamo discutendo e ad un tratto è svenuto"

-"Hai il numero dei suoi genitori, bisogna chiamarli"

Porsi al medico il mio cellulare, e gli feci vedere il numero della mamma. Mentre lui chiamava, gli altri medici parlarono.

-"Non respira, non sento il battito, presto, serve subito il massaggio cardiaco, sembra stia morendo, sta cambiando colorito alla pelle"

Quelle parole mi tolsero il fiato.

*********angolo autore********

Ciao a tutti, scusatemi per il ritardo, e scusatemi per il capitolo non è come lo volevo ed è un po' cortini ahahah. Non mi stanno venendo più idee, quindi ho tirato fuori questa cosa😭 Non odiatemi ahahah😂
Alla prossima!
-Andrea

Music in LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora