9) È colpa mia

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**Edith's pov**

Mi sento malissimo. Anzi no. Non ci sono parole per descrivere come mi sento. Pensavo di fare un bene, e invece ho combinato un disastro. Non volevo. Ero stanca di vedere Emma triste, ed ero stanca di vederla dire bugie ai genitori. Sapevo che lei il coraggio non lo aveva, quindi ho pensato di dire tutto io ai genitori.

Arrivai a casa sua felice di quello che stavo per fare.

-"Chi è?"

-"Sono Edith, un'amica di Emma"

-"Emma non c'è a casa, è uscita"

-"Non importa, volevo parlare con voi genitori di una cosa"

-"Va bene, entra"

Entrai e mi sedetti sul divano. Mi batteva il forte il cuore. Ero felice di quello che stavo per fare perchè lei era la mia migliore amica e di meritava tutto.

-"Allora, cosa dovevi dirci?"

-"Riguarda vostra figlia. Ecco, voi siete i suoi genitori quindi secondo me è giusto che lo sappiate. Emma non ha il coraggio di dirvelo quindi lo diró io per lei. Il fatto è che Emma...beh...lei è un po' diversa dalle ragazze..."

-"Che intendi?"

-"Ha dei gusti un po' diversi...ehm...ok vado al punto. Emma è lesbica, e le piaccio io ma non è importante"

Silenzio. Silenzio. E silenzio.

-"So che può essere difficile da capire o magari da accettare, ma è comunque.."

-"Esci da questa casa"

D'un tratto il padre mi interruppe con un tono acido e severo.

-"Ho detto esci da questa casa"

-"Ma perchè? Che ho fatto?"

-"Ho detto vattene!"

La mamma cominciò a farsi uscire qualche lacrima dagli occhi e il padre divenne rosso dalla rabbia. Sinceramente mi spaventai, e anche tanto. Così, mi alzai di corsa e me ne andai, sbattendo leggermente la porta. Mi fermai un attimo, mi sedetti sul marciapiede e cominciai a piangere e a ripetere:

"Cosa ho fatto. Cosa ho fatto. Merda."

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Sono rimasta per un po' ad aspettare vicino casa, per provare a vedere o sentire cosa sarebbe successo.

Arriva Emma e, non appena entra dentro casa comincio a sentire delle urla.

-"Fai schifo! Vergognati! Sei una vergogna per la nostra famiglia!"

Mi veniva da piangere. Come possono dei genitori fare questo alla loro figlia?

Continuarono fino a quando non fo letteralmente buttata fuori casa con una signora anziana, la nonna supponevo. Era in lacrime, e aveva un lato della faccia rosso. Non riuscì a rimanere più lì, così me ne andai subito a casa.

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Quando arrivai a scuola vidi Emma in condizioni orribili. Mi mantenni lontana. Non riuscivo a parlare avevo troppi sensi di colpa. Anche in classe rimasi lontana, non le rivolsi la parola.

All'uscita fui bloccata da Andrea che provò a parlare con me di Emma, ma me ne andai di corsa. Non ce la facevo.

Passai il pomeriggio a piangere. Volevo suicidarmi. Avevo rovinato la vita ad una persona. Una persona che mi ama, la mia migliore amica.

Non ce la facevo più a rimanere in casa. Così, sono uscita sperando di pensare ad altro e di distrarmi un po'. Andai al parco. Mi piace quel posto perchè non c'è mai nessuno quasi e puoi fare quello che vuoi. Arrivai e mi sedetti su di una panchina sotto un albero. Rimasi lì, ferma e immobile a pensare per un po'. Forse un bel po'.

**Andrea's pov**

-"Luca, scendi. Sono Andrea"

-"Arrivo"

-"Eccomi"

-"Finalmente, ma quanto sei lento, ho aspettato un sacco di tempo"

-"Uhm, ma io ti amo"

-"Aw, come posso arrabbiarmi con te"

Ci scambiammo un bacio, cercando di fare attenzione ancora qualcuno ci vedesse.

-"Allora andiamo?"

-"Andiamo"

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Oggi il parco era desolato, non c'era nessuno. Solo qualche vecchietto. Forse era per il freddo, inoltre tirava un vento forte che dava molto fastidio.

-"Cerchiamo una bella panchina, lontana da tutti"

-"Va bene"

Abbiamo camminato per un po', fino a quando una ragazza ha attirato la nostra attenzione. Aveva un cappello e una sciarpa, non siamo riusciti a riconoscerla. Aveva un'aria tristissima, e qualche lacrima che cadeva dagli occhi.

-"Hey, ma..."

Provai ad avvicinarmi e la riconobbi, era Edith.

-"Hey Edith. Che succede?"

Niente. Continuò a stare in silenzio con la testa abbassata.

-"Hey Edith? Ci sei?"

Passarono pochi secondi di silenzio e poi rispose.

-"Ho rovinato tutto. Faccio schifo. È colpa mia"

Io e Luca ci guardammo con uno sguardo interrogativo.

-"Ma per cose scusa?"

-"...è colpa mia se...se i genitori odiano Emma. Se l'hanno picchiata e l'hanno cacciata di casa..."

-"Vuoi dire che sei stata tu a dirlo?! Ma perchè?!"

Mi innervosì, tanto. Le urlai contro quella frase e forse la spaventai. Luca mi prese un attimo e mi disse di calmarmi.

-"Io...ecco...volevo fare del bene...c'erano delle buone intenzioni dietro...lei mi diceva sempre che non riusciva a dirlo, quindi ho pensato di farlo io per lei...invece ho solo combinato un casino..."

Rimasi zitto. Un po' arrabbiato, un po' triste, e un po' dispiaciuto per lei.

Ad un certo punto cominciò a piangere forte ed a urlare.

-"NON VOLEVO, FACCIO SCHIFO, SONO UNA MERDA, VOGLIO MORIRE PER QUESTO"

Non la conoscevo da tanto, ma sicuramente non era mai stata così. Non sapevo cosa dire, così l'unica cosa che feci è stata sedermi accanto a lei ed abbracciarla, insieme a Luca.

-"Devi dirglielo Edith. Devi dire la verità ad Emma"

-"Non ce la faccio, ho paura, non ci riesco..."

-"Allora ti aiuteremo, ma devi dirlo. È giusto che lo sappia"

**********Angolo autore**********

Salve a tutti. Allora, questa è la prima storia che pubblico quindi non sarà un granchè ahaha forse avrei dovuto dirlo all'inizio ma pazienza ahahah comunque vorrei chiedervi un favore. Sono curioso di sapere cosa ne pensate della storia. Commentate e ditemi cosa ne pensate per favore. Se vi piace la continuo volentieri, altrimenti mi fermo perchè non vengo "incoraggiato" molto.

Music in LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora