«V- vado a.... Casa...» le bisbiglio così piano che probabilmente non mi sente.
«Pensavo facessimo un altro giro»
i suoi occhi mi inducono a non deluderla, ma ormai il sole è basso sulle colline ed i lampioni si sono già accesi da un pezzo.
«Accompagnami a casa»
Ribatte come se mi avesse letto nel pensiero e con aria rassegnata mi da le spalle e inizia a camminare.
«Fate spesso questi... Giri? Voi tre?»
la Michelle non mi risponde, forse parlo troppo piano ma mi vergogno ad alzare il tono di voce. Giro leggermente la testa fino ad arrivare a vedere il profilo di Michelle che continua a camminare.
Il suo telefono squilla e la tiene a parlare per più di cinque minuti, poi sento distintamente un "ora non posso parlare ho la Kia qui affianco" da parte di lei che con un sorrisoso chiude la chiamata. Poi si gira con fare rilassato verso di me. Non voglio assolutamente chiederle con chi era al telefono, ma muoio dalla curiosità. Per fortuna lei inchioda e non mi fa aprire bocca, facendomi evitare figuracce.
«Abito qui.»
è davanti ad un portone di un palazzo di almeno cinque o dieci piani, dal fare antico, non verniciato con i mattoni ancora perfettamente visibili. Sta praticamente già girando la chiave per entrare. Apre il portone e di sfuggita mi chiede qualcosa del tipo se sapevo tornare a casa da questo punto. Io senza indugiare le rispondo di sì e io portone massiccio si chiude di scatto. Sono nervosa, mi porto la borsa della mamma al grembo. Ma di certo non ho intenzione di starmene lì davanti al  palazzo come una tonta, qualcuno potrebbe vedermi. È praticamente calato il buio e le strade si sono svuotate. Grazie al navigatore,  installato per caso due giorni fa, riesco a tornare a casa verso le 20:41. Il mio telefono conta più di sei chiamate perse e almeno duecento messaggi da parte del gruppo della scuola. Mia madre è sull'uscio della porta visibilmente turbata mentre da la ciotola piena di croccantini al gatto. Ha sempre detto che quella roba puzza, per questo le do ragione. Appena mi vede il suo umore è tra il sollievo e l'inizio di una delle sue solite sclerate. Mi saluta con fare ironico e mi trascina dentro casa.
«Sai che ore si sono fatte?»
E quindi? La mia pancia si lamenta lasciando un attimo accigliata la mamma per poi farla ripartire.
«Cara io devo sa-pe-re dove sei stata! Con chi eri? Come hai fatto a fare così tardi? Oh dai, pensavo ti ricordassi di tutti i pericoli di andare in giro da sola»
fa infine delusa.
«Non ero da sola! Ero con Michelle»
mi affretto a dire sicura e fiera di me. Aspetta, oltre a me chi altro c'era? Assurdo che mi interessi solo di lei.
«La tua compagna di banco? Sul serio? E ditemi cosa avete fatto tutto questo tempo, vi siete tatuate?»
so che ha tirato ad indovinare ma a ricordarmi dell'evento di oggi mi scappa una risatina. Mia madre si indigna ed è pronta a darmi una di quelle punizioni che mi ricorderò fino all'anno prossimo.
«Fammi vedere il telefono»
ordina. Davvero con tutte le cose che poteva farmi ha chiesto proprio questo? Io comunque stento a darglielo, non voglio che legga i messaggi del gruppo della scuola su Whatsapp. Ma come sempre, se si tratta di mia madre, ha lei la meglio e me lo strappa dalle mani. Scorre le chat e si impunta.
«Chi è...» rabbrividisco.
«... Rea?! Hai un nuovo messaggio da lei.» tiro un sospiro di sollievo e riprendo in mano il mio cellulare. Rea, la mia amica d'infanzia, mi ha mandato una foto di lei in compagnia di Michelle. Lo sfondo dietro è confuso e non riesco a capire dove si trovano, ma di certo l'hanno scattata questo pomeriggio.
-
Io: Ciao! Dov'eravate? Oggi l'ho incrociata la Michelle ma tu non c'eri.
Rea: Si infatti! Io sono andata via prima. Mi dispiace di averla lasciata sola.
Io: hahahhaha perché?
Rea: Mi ha riferito, ma tu non dirlo, che i suoi genitori la maltrattano. La obbligano a svolgere lavori di casa duri e spesso lei scappa, visto che non può uscire ed ha bisogno di "fuggire".
-
Cosa??! Cavolo e io che prima l'ho praticamente costretta ad andare a casa, quando in effetti non voleva! Sono una sciocca! Una parte di me mi dice che non era colpa mia visto che non potevo saperlo, ma dall'altro lato la Michelle non si tocca! Aspetta come? Uff, se continuo così sarò antipatica ai suoi occhi, perché spesso si odia ci troppo amore ci da.
Finalmente mangio e vado a dormire senza aver toccato i libri dei compiti, speriamo bene! Sogno di una giovane ragazza maltrattata dai suoi.

Secret About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora