Capitolo 3

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Eravamo oramai al decimo piano ed ero esausta. L'avevo davvero persa, questa era la verità. Stavo per crollare, mi stavo lasciando cadere a pezzi difronte ad una bellezza innaturale, ma non potevo farne a meno. Mi appoggiai con la schiena al muro e mi lasciai scivolare sul pavimento.

"No, ehi ascoltami! La troveremo e lei starà bene. Magari in questo momento si sta divertendo e non ha pensato di venirti a cercare." Prese una piccola pausa, e si passò le sue lunga dita ai lati della bocca. Poi riprese il discorso.

"Giù vicino al bar c'è un piccolo parco giochi potremmo controllare li! Perché mai una bambina dovrebbe aggirarsi in stupidi corridoi di un hotel quando ci sono delle giostre!"

Tutto sembrò avere un nesso e senza neanche pensarci chiesi.

"Vendono dello zucchero filato per caso in questo parco?"

Harry sfoderò il suo miglior sorriso capendo che stavamo sulla pista giusta. Per un attimo smisi di pensare ad Anne e mi concentrai sulle sue fossette. Era bellissimo.

Adesso che l'ansia sembrò diminuire notai come gli stava bene questo stupido cappello rosso. I ricci erano nascosti ma non tutti, qualcuno infatti era spuntato fuori.

All'improvviso poi qualcuno passò al nostro fianco e mi risvegliò dal sonno in cui ero caduta, mi ricordai il punto della situazione, e mi accorsi che Harry stava parlando ma non stavo ascoltando nulla, troppo presa dalla sua bellezza mozzafiato.

"Ehm...io...non ti stavo ascoltando scusa, potresti ripetere?" Volevo solo nascondermi e intuì dalla sua risatina che le mie guance si accesero come le luci dell'albero di Natale.

"Ho detto che c'è una bancarella che fa uno zucchero filato da paura! Il migliore che io abbia mai mangiato!"

Senza pensarci due volte presi la sua mano e iniziai a correre giù per le scale.

Pensai che Anne fosse li. Anzi, lo speravo con tutta me stessa e l'idea filava. Mi stava aspettando al tavolino per avere la sua colazione quando avrà sentito il profumo di una delle cose che amava di più al mondo: lo zucchero filato. Durante il poco tempo trascorso Rose non aveva mancato di dirmi che Anne per un po di quelle 'nuvoli rosa' avrebbe fatto di tutto. Così impulsivamente aveva lasciato la postazione per prenderne un po.

Finite le scale avevo il respiro pesante e ansimavo per un po d'aria. Passammo per il bar e raggiungemmo il piccolo parco giochi pieno di bimbi. C'erano altalene, scivoli e tanti altri piccoli giochi. Mi guardai intorno sperando di trovare la chioma bionda della piccola Anne quando mi sentii tirare la maglia sul fianco.

"Finalmente sei arrivata, la colazione è pronta? Ci hanno messo così tanto a cucinarla che nel frattempo ho preso dello zucchero filato!" Anne era affianco a me e con quella sua voce innocente era riuscita a spazzar via tutta la paura creatasi in queste ore.

Un sospiro di sollievo uscì dalle labbra di Harry. Solo in quel momento infatti mi resi conto che ci tenevamo ancora la mano.. Cessai il contato con il ragazzo dal cappello rosso e mi abbassai per abbracciare anzi stritolare Anne.

"Dovevi avvisarmi di esserti spostata! Mi sono preoccupata tantissimo! Non farlo mai più!" Nonostante fossi sollevata cercai di far trasparire dalla mia voce un po di autorità per non riperderla in futuro.

"Scusa non volevo Cat, non dirlo alla mamma mi metterà in punizione. È il nostro piccolo segreto okay??" La sua vocina era così delicata che non riuscì ad essere cattiva con lei. Dopo averle stampato un bacino sulla sua guancia mi alzai e spostai finalmente lo sguardo verso Harry cercando di trovare qualcosa da dire.

"Lui è quel ragazzo che hai sul muro della tua camera?" Pronunciò Anne.

Sentì le mie guance prendere fuoco e la bocca asciugarsi. Questa si che è una brutta situazione, pensai.

"Ciao piccola, io sono Harry. Davvero sono sul muro della sua stanza?" Sorrise parlando con Anne e potetti immaginare quanto si divertì a prendermi in giro nella sua mente.

"Si sei proprio tu." Parlò lei con un'aria soddisfatta. Poi tirò giù Harry con la mano e gli disse qualcosa nell'orecchio. La mia curiosità salì a mille e avrei voluto tanto nascondermi e scomparire pur di non avere il suo sguardo puntato su di me.

Harry rise e le sue fossette si pronunciarono sul viso. Si alzò e mi guardò anzi, mi fissò. Incapace di affrontare quegli occhi parlai con la piccola che mi chiese di poter giocare un altro po nel parco, così la lasciai fare. Adesso che sapevo dove fosse tutto sembrava andare per il verso giusto. Appena Anne andò verso gli altri bambini Harry incominciò a parlarmi.

"È in gamba sai? Fossi stata in te non mi sarei così preoccupata non è per nulla intimidita dal mondo. Ha un bel caratterino."

"Ha solo sei anni! Tutti si sarebbero preoccupati. È piccola!" Risposi affermando l'ovvio.

"Perché non ci sediamo su quella panchina? Possiamo guardare Anne e assicurarci che stia bene e nel frattempo parlare un po."

Non potevo credere che Harry Styles volesse "parlare un po" con me. Stavo per caso dormendo? Mi sarei svegliata a momenti?

Annuì e ci sedemmo.

"Allora visto che saprai molte cose su di me dato che sono sul tuo muro, parlami di te. Sono curioso."

Deglutì ma il nodo in gola non sembrò scendere.

"Non c'è nulla da sapere, ho diciassette anni, quasi diciotto. Sono italiana e sono qui per uno scambio culturale. Tutte cose che già ti ho detto."

"Dai non può essere così semplice la tua vita. Ci sarà qualcosa da raccontare!" Insistette poi continuando. "I tuoi hobby per esempio? Qualche strana ossessione?"

"I miei hobby...um direi viaggiare e leggere. Amo perdermi in un libro soprattutto quando piove, non c'è nulla di meglio!" Mi fermai prendendo un po di tempo, avevo bisogno d'aria e non trovai purtroppo abbastanza ossigeno.

"Per quanto riguarda le strane ossessioni direi la danza. Non posso farne a meno. È come una droga, ne prendi un po e pensi di esserti saziato, poi però quando ti riprendi ti accorgi che ne vuoi ancora e ancora. Sono dipendente dal ballare."

Mi guardò attento, poi si schiarì la voce con un colpo di tosse e continuò ad importunarmi con domande imbarazzanti.

"Perché sono sul tuo muro?" Tra le tante stupide domande che mai avrebbe potuto farmi, pronunciò questa. Aveva una faccia curiosa,quasi sorpresa, si era per caso dimenticato di essere conosciuto in tutto il mondo, e che la maggior parte delle adolescenti come me, aveva sue foto sul muro?

Perché Harry? Perché mi hai salvato.

"Beh nella stanza che mi hanno rifilato c'è una grossa crepa sul muro, e volevo coprirla così ho preso la prima cosa dalla valigia e ce l'ho messa sopra!" Non volevo dargli troppe soddisfazioni, non volevo essere come le altre, altrimenti non si sarebbe mai ricordato di me.

Rise, e come era bello poter sentire la sua risata. Quasi mi incantai.

"Interessante! Così avevi una mia foto in valigia per le possibili crepe che avresti trovato. Beh è ovvio come ho fatto a non pensarci!"

Oh Harry non guardarmi così.

All or nothing || Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora