Capitolo 19

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Harry's pov

Ed ero li, di nuovo, a percorrere la stessa strada del giorno precedente. La stessa strada per raggiungere Jacksonville.

Riconobbi qualche cartello stradale e con una certa familiarità accelerai verso l'uscita.

Ogni pensiero inevitabilmente cadeva su Catherine, stavo diventando peggio di un adolescente ossessionato. Ritrovarci sulle riviste non era stato di certo un buon segno e il management sicuramente non sarà stato felice di guardare i giornali quella mattina, ed ero consapevole di dover rimediare in qualche inutile modo.

La strada mi sembrava troppo lunga per i miei gusti e non vedevo l'ora di scendere dall'auto, le gambe mi dolevano per il troppo star ferme nonostante le muovessi quel poco per premere l'acceleratore e il freno.

Il sole di quella calda giornata mi accompagnava mentre cercavo un parcheggio in una sconosciuta stradina.

Nonostante il meraviglioso clima un po di vento mi scompigliò i capelli quando scesi dalla vettura. Con la mano cercai di rimetterli invano in ordine.

Trovai un bar, uno con un brutto aspetto sperando di non trovarci altro che barboni ubriachi.

Spalancai la porta e sentii tutti gli occhi su di me. Mi piacevano determinate attenzioni soprattutto se queste provenivano da un pubblico del genere e non da paparazzi.

Numerose ragazze poco o quasi per niente vestite mi fissarono in cerca di qualcosa, di un minimo particolare per far collegare in quel loro ubriaco cervello la mia presenza in un luogo così scurrile e poco curato.

Con poca delicatezza mi sedetti su uno sgabello e guardando negli occhi il ragazzo al bancone ordinai qualcosa di forte per distrarmi da una noiosa giornata.

Il biondino che avevo ben intimorito con il mio sguardo mi servì dei bicchierini ripieni di un liquido trasparente che non impiegai molto a svuotare e a rivolere.

Dopo aver perso il conto incominciai a guardarmi intorno, il sudicio locale non era poi allestito così male.

I miei occhi caddero su una ragazza che era seduta dal lato opposto al mio. Una piccola gonna contornava i suoi prosperosi fianchi così come un top faceva sul suo petto. Mi chiesi come faceva a non ammalarsi ma ben presto questa preoccupazione svanì lasciando posto al desiderio.

Notando la mia attenzione incominciò a muoversi lentamente per provocarmi di più e lei sue sottili labbra si mossero troppe volte.

I lunghi capelli corvino non le illuminavano il viso eppure i suoi occhi azzurri spiccarono nel buio.

Con determinazione mi avvicinai fin quando non riuscì a toccarle la gamba.

"Io posso darti quello di cui hai bisogno." Mi sussurrò, come se ce l'avessi scritto negli occhi che non scopavo da troppo oramai.

"Allora perché non saltiamo inconvenevoli presentazioni e andiamo da qualche parte?"

Il fuoco che avevo nei pantaloni sarebbe stato difficile da accontentare ma sapevo che avrebbe potuto fare qualcosa per me, qualcosa che mi sarei fatto bastare.

Dal suo sguardo capì che era d'accordo con la mia proposta e quando stetti per prendere il comando della situazione, come mio solito, mi fermò.

"Ci sono molte camere al piano di sopra di cui possiamo usufruire."

Annuì in risposta con il capo e mi lasciai portare dovunque volesse.

Appena poi chiuse la porta dietro le sue spalle la spinsi verso il muro inchiodandola tra le mie gambe.

All or nothing || Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora