J-Hope's PoV
"Aish! Per i santi, vuoi scendere?" esclamai nervosamente, sbattendo una mano contro il vetro della macchinetta. La mia lattina di soda aveva proprio deciso di incastrarsi per bene.
Erano passati diversi giorni da quando ero stato in quella casa, ma, nonostante mi fossi assicurato di lasciare a Ellie il mio nuovo numero, tutto taceva. Certo, non che fosse lei la prima a dovermi cercare, ma avevo il sentore che ci fosse qualcosa di sbagliato.
Quella lattina non era l'unica a essersi incastrata.
Sembrava che gli ingranaggi del mio cervello si fossero, improvvisamente, incastrati tanto quanto lei.
"Hey, hey! Non c'è bisogno di usare così tanta violenza! Basta inserire un'altra moneta!" affermò alle mie spalle Taehyung. Mi voltai a guardarlo, teneva stretta tra le sue mani una moneta lucente e mi sorrideva con confidenza.
"Tadaa!" esclamò, dopo essersi chinato a prendere la soda che, nel mentre, era caduta.
"Intendi prenderla o vogliamo stare così tutta la notte?" mi chiese ironizzando, mentre teneva il braccio teso verso di me. A quel punto, senza dargli troppa importanza, voltai lo sguardo nella direzione opposta alla sua e la afferrai."Grazie" sibilai, dandogli le spalle e andandomene, senza curarmi minimamente né dell'espressione contrariata che assunse né di ciò che fece subito dopo. Prima di imbucare la porta che mi avrebbe portato al giardino, sentii un tonfo provenire dalle macchinette, ma quello fu quanto. Non me ne preoccupai ulteriormente.
"Le prove, oggi, erano particolarmente stancanti, non trovi?" si chiuse la porta di servizio alle spalle e appoggiò i gomiti alla ringhiera della scalinata, proprio di fianco a me. Non gli risposi; sollevai le spalle e feci per far scattare la linguetta della mia lattina.
"Il grande ed eloquente Hoseok, ha perso le parole?" mi provocò, accompagnando quelle parole a una leggera spallata e aprendo, anche lui, la sua bevanda.
"Aish! Non puoi far semplicemente finta che non stia accadendo niente, almeno questa volta?" gli domandai infastidito, perdendo la mia pazienza.
"Amico, è già la seconda imprecazione in dieci minuti" continuò, facendo finta che non gli avessi appena detto niente. Per un impercettibile istante, esitai.
"Mi sembra di star soffocando" ammisi, passandomi una mano intorno al colletto della maglia, che, d'un tratto, sembrava starmi scomoda e stretta.
"Eleanor, non è così?" aveva cambiato il tono della voce e, adesso, stava guardando lontano, verso un punto indefinito.
"S..Seo Yeon" espirai rumorosamente, lasciando che il mio caldo fiato si scontrasse contro il vento freddo, lo stesso vento che, un attimo prima, aveva tentato di spezzarmi la voce. Chiusi, per un momento, gli occhi.
I rami degli alberi che ondeggiavano in quella gelida notte erano diventati l'unica cosa udibile. Portai la testa all'indietro e, solo allora, osai riaprire gli occhi. Quella notte, il cielo di Seoul era troppo inquinato e luminoso per far sì che si potessero vedere le stelle. L'immensità del cielo e la profondità del suo cupo colore sembravano voler essere lo specchio del mio cuore.
"Sono le uniche parole che riesco a ricordare con chiarezza" aggiunsi poi. Non capivo, perché mi era così difficile ricordare cosa fosse accaduto? E perché continuava a tornarmi alla mente il suo nome e non, invece, quello di Ellie?
"Le hai pronunciate tu, un attimo prima di salire in macchina con me. Ecco, il perché" la sua voce era nuovamente cambiata, non riuscivo a capire cosa stesse cercando di dirmi. Mi aveva appena letto nella mente, eppure io non riuscivo a fare lo stesso con lui.
"Prima di salire in macchina?" cercai di continuare il discorso. Non ricordavo di essere salito all'interno di una macchina per tornare a casa, ma, effettivamente, senza un taxi non sarei potuto tornare a casa, sicuramente si stava riferendo a questo. Però, a dirla tutta, anche se questo fosse stato il caso, cosa c'entrava lui?
"Non ti ricordi proprio nulla eh" rideva. Sembrava che si stesse sinceramente divertendo, mentre io, non solo continuavo a essere confuso, ma stavo iniziando a essere anche frustrato.
"Seo Yeon le tue ultime due parole, prima che ti mettessi dentro la macchina e fossi costretto a doverti riaccompagnare a casa" spiegò.
Una fitta al cuore mi trafisse.
"Le ultime due parole con cui hai salutato una ragazza che stravede per te e che non si chiama così" continuò, quasi con tono accusatorio.
Due parole, due fitte.
"Dopo averle raccontato tutta la tua sentitamente vissuta e passata relazione con la ragazza a cui quel nome appartiene" terminò a bocca asciutta.
Adesso, erano diventate tre.
"Cosa?" domandai atterrito.

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While I was next to you
FanfictionÈ incredibile come il mondo sia diventato cieco difronte a ciò che è bello. Improvvisamente, sembra che tutto sia diventato normale, che niente attiri più la nostra attenzione. Succube di una ripetitiva costanza, il mondo continua a girare e le pe...