moments

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Third Person PoV

Alla fine, il temuto periodo dei primi esami scritti era giunto e tutti fremevano dalla paura. Certo, bisognava dire che, in fin dei conti, non c'era da avere chissà quale grande terrore, ma erano sempre delle verifiche che andavano passate con successo, se si voleva portare avanti al meglio il proprio percorso di studi.


"Dai Ellie! Faremo in ritardo per colpa tua!" le urlò Seo Yeon, mentre si affrettava in direzione dell'aula studio. Il sole era, ormai, sorto da un bel pezzo e le ragazze si stavano dirigendo verso la biblioteca del loro quartiere per l'ultimo grande ripasso finale.

"Sì, sì, un momento! La sveglia non ha suonato stamattina, ergo non è colpa mia!" ribatté Eleanor, che stava correndo dietro di lei a perdifiato.

Era già da alcune mattine che andava avanti così: Eleanor era in ritardo e Seo Yeon prima la rimproverava, dopodiché si metteva a ridere quando vedeva la sua faccia tutta rossa a causa della corsa.

"Vedi il lato positivo: almeno non ingrasserai continuando a correre in questo modo" continuava a ripeterle Seo Yeon cercando di tirar fuori ciò che di buono si poteva ricavare da quella situazione.


Quando arrivarono, si sedettero in una postazione abbastanza appartata.

"Siamo sicuri che ti ricordi proprio tutto quanto?" chiese la coreana poco convinta dell'espressione dell'amica, una volta che quest'ultima ebbe ripetuto il programma da cima a fondo per l'ennesima volta.

"Certo signora maestra, per chi mi ha presa?" rispose spazientita l'altra sbadigliando sonoramente.

Erano giorni che studiavano ininterrottamente dalla mattina alla sera senza fare alcuna pausa. Per fortuna, Eleanor non ci aveva messo molto a imparare i nomi di ciascun organo e ora si trattava solo di memorizzare le prime frasi basilari che le sarebbero servite in una normale conversazione tra medico e paziente. Doveva ammettere che tutto questo era stato possibile solo grazie all'amica, senza di lei non sarebbe mai riuscita a fare tutto in così poco tempo. Era stata talmente amichevole e disponibile nei suoi confronti, che non poteva che esserle ogni giorno sempre più riconoscente.

"Bene, allora dimmi: cosa ti direbbe, in coreano, una persona che ha dolore al petto?" le domandò con serietà la corvina.

"Gaseumi.." Eleanor stava avendo di nuovo un vuoto di memoria. Era l'unica frase che non riusciva proprio a entrarle in testa. Aveva già memorizzato i nomi degli organi, le mancavano solo queste frasi da quattro soldi e il gioco era fatto, ma il suo cervello sembrava volersi rifiutare.

"Gaseumi cosa?" tentò di incitarla Seo Yeon, che non ne poteva davvero più di ripetere all'infinito quella semplicissima frase.

"Gaseumi appayo!" replicò quella con sicurezza, dopo una manciata di minuti passati a ragionare.

"Non ci credo, ce l'hai fatta. Non ci speravo più!" esclamò ad alta voce l'altra in preda alla felicità più totale.

"Silenzio, questo non è il mercato del pesce!" sussurrò infastidita una signora, che si trovava nei loro immediati dintorni, contro di loro.

"Non metterti in testa che io voglia che tu mi superi agli esami, ma ti racconterò una cosa che, sicuramente, domani ti aiuterà a ricordare. La stessa frase che viene usata per esprimere un dolore lancinante al petto e che tu ricordi una volta si e una no, viene usata anche per descrivere il cuore in maniera figurata. Immaginati come ti sentiresti se ricevessi una brutta notizia e il tuo cuore andasse in mille pezzi per il dolore, in quel caso, potresti usare la stessa frase per esprimere quel genere di sofferenza. Tienilo bene a mente; non sempre un uomo soffre di dolore al petto perché sta avendo un arresto cardiaco" le spiegò successivamente, dopo che si furono scusate per il chiasso e furono uscite dall'edificio.

While I was next to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora