Capitolo 5

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Nathan Josh Clint, nato il 3 dicembre del 1984.

Questo era ció che era scritto sulla carta d'identità.

Nathan Clint. Alto, spalle larghe, capelli neri, rigorosamente pettinati all'indietro con qualche ciocca che gli passava sugli occhi scuri. 30 anni.

Ero sul letto, a guardare il soffitto. qualcuno bussò alla porta.

"Signorina Elizabeth. sono le due e mezza."

mi misi a sedere.

"Grazie Mose. Ora mi preparo"

Dovevo passare dalla casa dei Nevel, per poi andare in chiesa.

Raccolsi i capelli in un treccia e misi un pò di mascara sulle ciglia lunghe.

"Avevo pensato che a Clark avrebbe fatto piacere se avresti indossato il vestito che ti aveva regalato lui.."

mi porse una grande scatola appiattita.

"Grazie."

uscì dalla stanza ed appoggiai la scatola sul letto.

rimasi a fissarla per più di un quarto d'ora. fino a quando il suono di un clacson mi fece sussultare. aprii velocemente la scatola e indossai il vestito. era color porpora, di tulle, corto fino al ginocchio con ricami di pizzo nero sulla scollatura e in vita.

non era proprio adatto per un funerale, quindi nascosi il tutto col cappotto nero, corto fino al polpaccio.

presi il cellulare, la carta d'identità di Nathan, e scesi di sotto, dove l'autista Trudy spettava fumando una sigaretta.

Trudy era una ragazza alta, divertente, simpatica e molto sicura di se. aveva una lunga chioma verde uva perfettamente piastrata e grandi occhi azzurri sempre contornati da eyeliner.

era molto bella e soprattutto giovane, aveva infatti trent'anni appena compiuti.

Quando si presentó davanti a mio padre con il curriculum per diventare la nuova autista della famiglia Forrowel, mio padre era indeciso se assumerla o meno. ma cedette di fronte alla sua passione e bravura con le auto.

Trudy era con noi da soli tre anni, da quando Youston, il vecchio autista, morì d'infarto. fu una grave perdita per noi, che faceva parte della famiglia da 30 anni o più.

"Ehi Beth"

mi guardó e sorrise, poi tornò a guardare la strada e partì.

rimanemmo in silenzio per il resto del tragitto.

Una volta arrivata davanti la porta della villa Nevel, inghiottii a vuoto e iniziai a tremare.

"Beth. vuoi che ti accompagni?"

la guardai con un velo di timore negli occhi.

"se per te non é un problema mi farebbe piacere"

scese dalla macchina e mi cinse le spalle.

"Bene, andiamo"

bussai alla porta, ed Ether ci accolse calorosamente.

"Signorina Forrowel, benvenuta. la Signora vi aspetta in salotto."

mi sorrise. poi rivolse uno sguardo severo a Trudy, che se ne accorse.

"qualcosa non va?"

"prego?"

"mi sta guardando in un modo strano. non sono una terrorista"

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora