Capitolo 21

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Il campanello suonò una, due, tre volte. Lasciai la mano di Arnold che prese a fissare il soffitto sorridendo e indicando qualcosa, ma non ci facemmo caso.

"Vado io"

Mose si alzó e, dopo aver passato le sue mani sul grembiule, corse all'ingresso.

Mi massaggiai la fronte, colma di sudore. Respiravo quasi a fatica, e non capivo perché.

"Tesoro, tutto okay?"

la mamma mi porse un bicchiere d'acqua, che non bevvi. Mi limitai ad aprire la finestra e inalare l'aria fresca di Phoenix. Alcuni passi si prolungarono dalla porta d'ingresso, arrivando fino al salotto. Mi girai, e quasi caddi.

"Elizabeth cara"

la donnina venne ad abbracciarmi calorosamente, stringendomi più del dovuto fra le sue braccia ossute.

"Marlene"

mi lasció andare, accarezzandomi la guancia.

"Come sei pallida, ti ci vuole del bergamotto"

trattenni la risata. Ero felice di rivederla.

"Mrs. Von Peters, é un piacere rivederla"

"anche per me Mr. Forrowel, scusate il poco preavviso. Passavo da queste parti"

Arnold smise di sorridere al soffitto e si concentró sulla donna.

"Arnold, tesoro"

Marlene gli sorrise, lasciando un sacchetto profumato nelle sue mani. Poi si rivolse a Mose.

"Mose, le dispiace preparare del caffé? Io ed Elizabeth torniamo subito."

Mose annuì, e la signora mi prese sotto braccio. Insieme uscimmo fuori.

Percorremmo insieme una decina di metri, in silenzio.

"Non é passata di qui per caso vero?"

dissi, ammiccando un leggero sorriso.

"No, volevo parlare con te."

Non risposi, le feci solo cenno di continuare.

"L'ho vista, Elizabeth. Lei non vuole andarsene"

la guardai confusa

"Taddea, é ancora lì. Lei é furiosa."

scossi la testa, ma lei mi fermó prima che potessi parlare

"Nessuno, Nessuno che ha messo piede in quella casa ne é uscito vivo. Siete maledetti, Elizabeth. Siamo maledetti."

una persona normale a queste parole si sarebbe messa a ridere. Ma io non potevo. Quella casa era maledetta, e di questo non potevo dubitare. Erano successe talmente tante cose spiacevoli tre mesi fa, non volevo che potesse succedere qualcos'altro.

"Marlene, devi aiutarmi."

le presi le mani, strindole forti fra le mie.

"Ci sono molte cose che vi ho tenuto nascosto."

la guardai, una lacrime le scendeva da un occhio.

"Cindy ed io eravamo molto amiche. Lei mi parlava molto della madre, dei suoi strani riti. Avevamo solo 5 anni. Mi disse che Teddea era incinta. Che la bimba che portava in grembo non aveva un padre, che era figlia del demonio."

si mise a piangere, ed io non potevo far altro che farla sedere su una panchina ed aspettare che si calmasse.

"La bambina che uccise annegandola nella vasca non era Cindy. Era la figlia del diavolo. Era Kate"

sobbalzai, portandomi le mani davanti alla bocca per coprire un urlo.

Kate, non era solo frutto dell'immaginazione di Arnold. Ed i miei sospetti erano più che fondati.

Dovevo solo trovare l'unica persona che avrebbe potuto aiutarmi.

Nathan.

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora