Capitolo 22

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Mrs Von Peters si riprese presto. Ricordare il passato fa male a tutti, si sa. Il suo volto severo e dolce allo stesso tempo non rifletteva nessuna emozione. Si era abituata a convivere con la solitudine.

Chiamò un taxi, che arrivó dopo una manciata di minuti. Ormai stavamo viaggiando da un ora. Chissà se a casa sono in pensiero.

Dopo aver preso una viuzza stretta, sbucammo dinanzi un campo di grano immenso, talmente giallo da confondersi con i raggi del sole. La macchina andò avanti per una decina di minuti, fino a quando non su fermó al centro del campo.

"Devo lasciarvi qui signora, la stradina finisce."

Esclamò l'autista, quasi confuso. La donnina si limitò a sfoggiare un sorriso enigmatico, pagò il ragazzo, e mi fece cenno di uscire.

Guardammo l'auto percorre la vietta all'indietro, per poi svoltare. Solo dopo Marlene mi prese per mano e ci intrufolammo fra le spighe dorate.

"Ma Signora.."

"Continua a camminare"

rimasi in silenzio, anche se le spighe pungevano silenziosamente la mia pelle, fino a quando non uscimmo dal grano. Davanti a noi, una piccola casa in legno spiccava sul verde di un prato ricoperto da rose rosse scarlatte.

Sulla porta, il cartellino indicava il nome di una certa Cindina Forrester.

Marlene aprì la porticina, anch'essa in legno. All'interno, la casa profumava di timo e rosa. Il calore mi penetró nelle ossa, rosando la pelle bianca e screpolata delle mie mani.

Posó la bora su un mobiletto in paglia, e lasció la mia mano, portandola sul mobile.

"Eloise, sei tu?"

domandó una vocina sottile e stanca. Rimasi pietrificata da un fine rumore di passi, quasi affannato. Una mano rigida dalle lunghe dita nodose mi si poggió sulla spalla, costringendomi a girarmi. Una vecchietta bassa e gobbuta si aggrappava ad un bastone di quercia, i capelli color neve erano raccolti con una crocca sulla nuca. Guardava il vuoto con i suoi occhi bianchi e vitrei. Non aveva il dono della vista.

"Eloise?"

Continuava l'anziana.

"Sono qui"

Rispose Marlene.
"Eloise?"

sussurrai confusa.

"Elizabeth, ti presento Cindina Forrester"

Marlene tolse la mano della donna dalla mia spalla. Sollevai lo sguardo, che cadde su un ritratto appeso al muro. Quella foto l'avevo già vista. Raffigurava una donna incinta vestita in nero, con affianco una bimba. Era la foto che io e Nathan avevamo visto nell'album della famiglia Foster.

il sangue mi si geló nelle vene.
"Cindy"

riuscii a dire. La voce mi usciva quasi  soffocata.
"Tu sei.."

"Sì, sono Cindy Foster."

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora