Capitolo 7

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Ero sull'altare dell'enorme chiesa. Dalle finestre colorate con immagini della Bibbia entrava fioca la luce del tramonto. Era tutto palesemente tranquillo.

Ero girata verso le navate e sussultai non appena una mano scheletrica mi si poggiò sulla spalla.

"Elizabeth, cosa ti porta qui figliola?"

mi girai verso padre Marvin.

"Padre Marvin.. Mi scuso per il disturbo."

Sorrise e unì le mani. Aspettava che rispondessi al silenzio.

"Padre.. Potremmo parlare un attimo?"

Annuì lentamente. Si voltó e lo seguii dietro una porta.

Era piccola, semplice, con un letto singolo rivestito da lenzuola di cotone bianco, una croce sul comodino in legno, un armadio e una piccola scrivania. Si accomodò dietro di essa ed io mi sedetti sulla poltrona dinanzi a lui.

"Dimmi"

Appoggiò i gomiti sulla scrivania in attesa di risposte.

"Ho sentito che con quel contadino, durante la messa, avete parlato della Signora Nevel."

Il suo volto diventò improvvisamente cupo.

"Mi sa dire cosa é successo? Perchè non è stata presente duran..."

Si alzò di scatto. Portandosi le mani dietro la schiena.

"Elizabeth, non dovresti sapere."

"Questo é un paese piccolo. Le cose prima o poi si verranno a sapere comunque padre, lo sapete meglio di me."

Corse in corridoio e lo ispezionò per una decina di secondi. Poi tornò dentro e chiuse la porta.

"Elizabeth.. Ricorda che queste cose non dovrei dirtele."

Si riaccomodò sulla sedia e iniziò a parlare. Non lo interruppi fino alla fine.

"Questo pomeriggio, verso le cinque, William, il bracciante dei Clay, trovó Annica su un albero, nel bosco adiacente alla tenuta dei Nevel, con un cappio al collo legato ad un ramo."

Strabuzzai gli occhi. Era come nella mia "visione".

"Come é andata..."

"Nel momento in cui William arrivò, Annica si era buttata. Fortunatamente il bracciante riuscì a toglierle il cappio in tempo."

Riflettei un attimo, poi Padre Marvin continuò.

"William ha chiamato la polizia, che ha portato la signora Nevel in ospedale. Questo è tutto ció che so."

Mi alzai traballando.

"Grazie"

Padre Marvin mi accompagnò all'uscita della chiesa. Ormai era buio.

Feci due passi oltre l'enorme portone di legno, immergendomi nell'oscurità che mi inghiottì completamente. Mi voltai cercando padre Marvin, ma non riuscivo a vedere un palmo dal naso.

Mi inoltrai nel buio, cacciando i rami con le braccia.

Intorno a me sentivo sussurri e respiri affannosi.

"C'é qualcuno? Padre Marvin?"

Inconsciamente andai a sbattere contro qualcosa in ferro, un cancello.

Sbalancai gli occhi, ero davanti al cimitero. La nebbia si diradava lungo tutta la pianura costeggiata da pali in ferro battuto, mischiandosi col buio. Varcai la soglia.

"Chi c'è?"

Di fronte a me, lontano poche decine di metri, intravidi una figura umanoide.

"Padre Marvin?"

Il sangue mi si geló nelle vene quando l'essere si giró di scatto.

L'ombra rifletteva un cappello ed una giacca. Non era padre Marvin.

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora