Capitolo 10

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Erano le 14:35 quando arrivammo davanti la villa dei Nevel.

Pini e cespugli di rose color rosso fuoco circondavano la casa di mattoni.

Era una bella casa. Un po' inquietante ma bella.

"Mi sa che mi tocca chiamare un giardiniere."

ironizzó mia madre indicando il giardino trasandato.

Ma non era divertente, e se ne accorse subito.

Ci avviammo verso la porta di ingresso, rigorosamente bianca, con due enormi colonne di piante rampicanti ai lati.

"Allora entriamo?"

disse mio padre, e annuimmo.

Entrammo. La casa era come l'avevo lasciata il giorno prima: Paretibcolor oro, divanetti bianchi, cristalleria nelle vetrine di legno, enormi finestre stuccate di marmo bianco con tende di velluto rosso.

Lasciammo le valigie sula porta e andai a perlustrare la casa.

Mose era già in cucina e armeggiava con le pentole. Era molto grande, rossa, con una cucina in marmo che occupava due pareti, un tavolo di legno era posizionato al centro della stanca, con un bouquet di gelsomini al centro.

La sala da pranzo si trovava di fronte al salotto, ed era formata da due finestre, un enorme tavolo di vetro e vetrine con dentro porcellane.

al piano di sopra c'erano quattro camere da letto e tre bagni.

poi si trovava la soffitta.

la mia camera era soleggiata e lumimosa, come le altre tre.

Le pareti erano verde acido, e dai poster dei Green Day e delle coppe sui ripiani, capii che era la stanza di Clark.

disfai le valigie lentamente, e poi ascoltai un po' di musica.

"Tesoro scendi per la cena"

gridó mia madre.

uscii velocemente dalla stanza e percorsi tutto il corridoio. C'erano la stanza dei miei, quella di Mose, i bagni, ed infine una porta, un po' più piccola, chiusa.

Mi fermai a guardarla per un po'. Poi poggiai la mano sulla maniglia e la abbassai lentamente, facendo un suono stridulo.

"Kate dice di non aprirla la porta. Kate non vuole. Kate si arrabbia se lo fai."

Sobbalzai. Era Arnold.

Teneva gli occhi bassi, lo sguardo vacuo, perso nel vuoto, la voce stridula.

"C-chi é Kate?"

balbettai, ma non rispose e scese le scale.

Mi girai verso la porta, aggrottando la fronte, e la spalancai.

Non appena entrai, un leggero torpore mi invase il corpo da capo a piedi. L'aria era viziata, la stanza buia. Un fastidioso e pungente odore di marcio mi invase le narici e fui costretta ad uscire.

Appena arrivai nella sala da pranzo, inizió a girarmi la testa e mi passai una mano sulla tempia destra, ma caddi a terra. Mia madre e mio padre mi aiutarono a mettermi seduta.

"Tesoro ti senti bene?"

chiese la mamma preoccupata.

"Si.. Mi gira solo la tes.."

fui interrotta da Arnold, che continuava a fissare davanti a se.

"Kate si é arrabbiata."

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora