Capitolo 11

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"Chi é Kate, Arnold?"

chiese mio padre aggrottando la fronte

"Arnold c'é qualcuno in questa casa? Hai visto un ladro? una donna che rubava?"

mio padre quasi urló. Ma Arnold fece un lungo respiro, per poi voltarsi verdo di noi.

"Lei vive qui."

non appena disse ció, l'enorme finestra della sala da pranzo si spalancó, facendo entrare il vento gelido di una tipica serata di novembre.

Io sobbalzai, mettendomi in piedi, e Mose urló, facendo cadere a terra il vassoio col pollo arrosto.

La mamma cercava inutilmente di tenere ferma la tovaglia, che voló per terra trascinandosi dietro il rumore di posate, bicchieri e piatti che cadevano in frantumi.

Papà corse a chiudere le finestre, mentre Arnold si alzò in piedi portandosi le mani davanti alla bocca tremando.

"NO LASCIAMI STARE!"

inizió ad urlare e si buttó a terra, dimenandosi come per togliersi qualcosa di dosso.

" Arnold!"

i miei genitori cercavano di alzarlo per le braccia, e Mose gli massaggiò la fronte per calmarlo.

"Ehi Arnold. va tutto bene"

continuava a ripetere.

Ma il ragazzo continuava a tremare, emettendo gemiti e singhiozzi.

***

Arnold venne portato in camera sua dove la mamma gli diede dei tranquillanti ed ora stava dormendo tranquillamente.

"Chi era Kate?"

continuó a domandare Mose.

"Molto probabilmente é un'amica immaginaria che lui stesso ha creato per sostituirla a sua madre"

spiegó papà. Ma neanche lui sembrava così calmo e sicuro della sua teoria.

***

Quella sera nessuno cenó.

Anche i miei genitori erano andati a dormire. E Mose era salita a farsi una doccia.

Io ero sdraiata sul divano del salotto. A guardare una telenovela argentina alla TV.

Sonnecchiavo, aprendo e chiudendo gli occhi.
"Non dovresti essere qui."

sobbalzai di scatto. Iniziai a guardarmi intorno, cercando di capire da dove venisse quella voce roca e femminile.
"Chi-chi sei?"

balbettai
"Sono dietro di te"

mi voltai di scatto e un'aria gelida mi invase da capo a piedi. Davanti ai miei occhi vi era una ragazza scarna e pallida, con lunghi capelli neri e sporchi, una vestaglia macchiata di sangue. Cercai di urlare, ma era come se il mio corpo non appartenesse più a me. Ero paralizzata.

La ragazza alzó il viso. Aveva un enorme buco sulla fronte, all'altezza dell'occhio destro. Gli occhi erano bianchi come la neve.

Pensai sul serio di essere spacciata. Che quella cosa mi avesse ucciso.

Ed invece se ne stava lì, a fissarmi, con un ghigno soddisfatto sulle labbra, quasi a ridere del mio corpo immune ai miei comandi.

Ad un tratto, il lampadario cadde a terra, frantumandosi. Una scheggia di vetro voló dritta verso di me, e si conficcó all'altezza del cuore.

***

Mi svegliai di soprassalto. Erano le sette del mattino. Era tutto un sogno? Sì.

Almeno così sembrava.

Ero stesa sul divano, e la tv era ancora sintonizzata sul canale 345.

Mi alzai ed avvertii una fitta lancinante al petto.

Alzai lo sguardo. Il Lampadario era al suo posto.
"Svegliata presto?"

mi voltai
"Si Mose"

la donna mi sorrise e andò in cucina.

Chiusi la tv e salii le scale velocemente, attraversando il corridoio fino ad arrivare alla mia camera.
"Elizabeth, mi ha telefonato la preside"

disse mio padre.
"Ha detto che la scuola rimarrà chiusa per qualche giorno a causa della forte pioggia."

un fulmine illuminó il cielo ed il rombo di un tuono mi fece sobbalzare.
"va bene"

risposi.

Sospirai e mi infilai sotto le coperte, inalandone in profumo.

Sapevano di lavanda e miele. Mi ricordava Clark.

Mi alzai dal letto, tirando giù le coperte portandole sulle spalle.

Sulla grande scrivania vi erano libri, occhiali da sole, penne, quaderni. Ed il computer.

Aprii delicatamente uno dei cassetti.

Era pieno di foto mie e sue. Delle gite fatte insieme, degli schiuma party, del mare, della montagna.

Ed infine una scatolina di legno. Mi sedetti portandola sulle gambe, e poi la aprii lentamente. Srotolai la stoffa, ed emisi un urlo soffocato dalle lacrime. Tra le mie mani avevo una scheggia macchiata di sangue secco e dall'odore pungente e metallico.

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora