10 Non recita bene come lui

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Revisionato

"Rylee! concentrati!" urla Jake dall'altro lato del campo.

Mi sono fatta rubare la palla almeno tre volte durante l'allenamento.

Posso diefinitivamente dire che ho la testa altrove. Sto pensando all'accaduto di ieri e...

"Ahia!"

Salto all'indietro quando la palla che Jake mi ha tirato mi colpisce.

"Scusa, era necessario", dice, avvicinandosi.

"Che cosa succede?" chiede non appena me lo ritrovo davanti.

"Scusa", mormoro, "non mi va di parlarne. Mi impegno, te lo prometto."

Scuote la testa e sorride. "Non ce n'è bisogno. Per oggi abbiamo finito. Non ci si allena quando non si può dare il massimo di sé. Usciamo da qui e andiamo via. Non penso che tu possa sopportare altri cinquantacinque minuti di allenamento."

Mi posa una mano sulla schiena, conducendomi all'uscita della palestra della scuola.

Non mi ero neanche resa conto che fossero passati solo cinque minuti.

Maledetta la mia testa.

Appena siamo fuori ci incamminiamo verso una meta sconosciuta.

"Se vuoi dirmi che succede sono qui, va bene?"

Jake si ferma e si pone davanti a me, posa le sue mani sulle mie spalle e mi guarda con un pizzico di paura in volto.

Si spaventa per me?

"Grazie, Jake... Ma non... Scusa..." Provo a dire qualcosa con un senso compiuto, ma è impossibile con lui a una tale vicinanza.

"Smettila di dire scusa."

Annuisco titubante. Non voglio né fare la parte della vittima né sembrare una scema comportandomi in questo modo davanti a lui.

"Vuoi andare a casa mia?" propone "la tua è troppo distante."

Giro la testa prima a destra e poi a sinistra, capendo effettivamente che siamo parecchio distanti dalla mia abitazione.

La cosa mi rende davvero felice, e dico sul serio, ma c'è qualcosa che mi impedisce di accettare.

É come se mi avessero appena dato un avvertimento.

Non so chi, non so come, ma c'è questo suono, questo rumore formato da un susseguirsi di parole che ripetono tutte Non andare.

Ignoro la mia testa e accetto l'invito di Jake, così sempre insieme andiamo verso casa sua.

Ora che mi ricordo, l'ultima volta che ci sono stata non è andata a finire proprio bene.

Beh, in questo mese la mia mente mi conduce sempre a pensare a Hunter.

Mi tocca pensare, quindi, alle parole di Melissa.

É strano che Jake mi parli così tanto come solitamente non ha mai fatto, che Hunter adesso non mi odi più del dovuto (in realtà mi odia. Tanto), e che questo ragionamento che si sta creando non abbia completamente senso.

Voglio credere che non è così.

Il cielo sta diventando più grigio e penso proprio che da un momento all'altro pioverà, e non poco.

Allora dico a Jake di fare il più presto possibile, e aumentiamo il passo finché non siamo finalmente davanti al cancello della sua enorme villa.

Preme il dito sul tasto del citofono, sul quale è installata una piccola e quasi invisibile telecamera.

"Jake?"

Lo Spettacolo Di Fine AnnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora