13 La cena

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Revisionato

Non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa del genere.

Forse per colpa mia, per colpa di quello che sentivo in quel momento e che non riesco a descrivere, perché è vero che certe cose si sentono e basta, che non vanno commentate e vissute soltanto.

É da molti giorni che non parlo con mio fratello, e ogni volta che provo ad avere una conversazione civile con lui senza urlarci a vicenda addosso, si rintana nella sua stanza.

Sento sempre la palla da basket che colpisce con violenza il muro della camera di Shawn, il quale non menziona da parecchi giorni Hunter, o nemmeno tenta di avere una conversazione con lui.

Tutto dopo l'incontro a casa mia.

Si evitano come la peste, e a un allenamento si sono presi pure a botte.

É iniziato quando per sbaglio Shawn ha lanciato in testa a Hunter la palla, e hanno cominciato a stuzzicarsi finché la cosa non si è trasformata in una vera rissa. Ora hanno lividi su tutto il corpo, e intendo proprio tutto, il corpo.

"Ti rendi conto di quello che ho combinato?" mi lamento, sprofondando il viso nel cuscino del letto.

"Non essere così esagerata", prova a consolarmi la mia migliore amica.

"Non capisci, Mel. Ho bisogno di scoprire di più", le dico tirandomi a sedere con un gesto veloce.

"Non mi piace quella faccia", ammette quando mi vede fissare il vuoto.

"Ho un piano, e tu mi aiuterai."

Si allontana a lenti passi via da me, posizionando le mani davanti al corpo come per proteggersi.

"Te lo scordi, Rylee."

"Sei o no la mia migliore amica?" domando, portando le mani ai fianchi come per dimostrarmi offesa.

"Certo", sospira, arresa.

Batto le mani contenta e le spiego ciò che ho in mente.

***

Non mi piace affatto usare le persone,è come riempire un foglio di parole bellissime e particolari, poi fare un torto a se stessi e accartocciarlo e buttarlo in un cestino.

Questo, però, mi servirà a capire meglio la situazione, a capire se le parole scritte fossero davvero degne di essere impresse su carta.

Sento che in questi giorni sto vivendo in una specie di menzogna, e ho paura che la mia supposizione possa essere reale e rivelarsi, magari, anche peggio.

Ho detto a Melissa che proverò a estirpare la verità dalla bocca di mio fratello, anche se ci volesse molto tempo.

Ho chiamato Jake proponendogli di uscire.

Mi ha detto che mi aspetta alle otto di sera sotto casa mia.

E mancano tre minuti alle otto.

"Mamma, esco con Jake. Ci vediamo più tardi!" le comunico.

Mi guarda torva, poi però scuote la testa e torna a sistemare il bucato nei cassetti.

Melissa mi ha aiutato a scegliere il vestito e a truccarmi.

Indosso un abito corto fino alle ginocchia, con un corpino stretto in vita e il sotto che va delicatamente a ricadere sulle gambe. Il vestito è di un colore rosso accesso, abbinato a un rossetto del medesimo colore e a un filo leggero di eyeliner.

Io e la mia amica ci avviamo all'uscita di casa, quando un corpo si frappone fra noi e la porta.

"Dove vai?" chiede con durezza Shawn, non degnando di uno sguardo Melissa.

Lo Spettacolo Di Fine AnnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora