20 Caffetteria

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Revisionato ✅

Sono stanca morta. Ieri non ho dormito per niente bene, ho fatto le ore piccole e il divano di Hunter era scomodo. Lui ha insistito nel farmi riposate nel suo letto, ma alla fine l'ho convinto che stare in salotto non fosse poi così male. Ma mi sbagliavo alla grande.

E forse, quello che accaduto ieri, fa più male della mia schiena.

Mentre aspetto Ryan fuori dalla caffetteria inizio a dondolare sui talloni, canticchiare e fischiettare. Anche il respiro trema, mi viene naturale guardare a destra e sinistra, le labbra sono una linea dritta. Controllo più volte l'orologio, e quando rialzo lo sguardo trovo Ryan di fronte a me, con il suo solito sorriso stampato in faccia.

"Ciao", mi saluta.

"Ciao", sorrido, gli angoli della bocca non si alzano come dovrebbero, e entriamo nel locale.

Ci sediamo a un tavolino a due all'angolo del locale e nell'attesa dei nostri caffè iniziano a parlare.

"Hai dormito da Hunter ieri?" chiede Ryan giocherellando con il laccio della felpa.

"Sì..."

"Lasciami! Ti prego!

"ma devo ammettere che mi sono addormentata davvero tardi, e la schiena fa davvero male."

"Per favore, ti scongiuro, non ho fatto nua di male!"

"Beh, lo sai come la prenderà tuo fratello, vero?" inarca un sopracciglio Ryan.

Alzo lo sguardo, i suoi occhi sono neri e ha un cappuccio che gli copre metà del viso. Le labbra sono distese in un ghigno e le mani sono ricoperte da dei guanti in pelle.

"Rylee?"

Sbatto le palpebre.

Non sta succedendo. Non è qui per farmi del male. Sto bene. Sono salva.

"Puoi... Puoi ripetere?" mormoro, distratta.

"Ho detto che temo che tuo fratello non la prenderà bene."

"Prendere bene cosa?"

Ryan mi osserva preoccupato. "Rylee... Stai bene?"

Deglitisco e accenno qualcosa. "Sì, sono solo stanca e... Mi fa male la schiena e... Solo io sento freddo?"

Ryan aggrotta le sopracciglia. "C'é il riscaldatore acceso. Ci sono venticinque gradi. Sicura che vada tutto bene?"

Mi mordo il labbro, trattenfo un songhiozzo, forse. "Sì..."

Mi sistemo meglio sulla sedia, scuoto la testa e mi schiarisco la voce.

Sono un leone. Sono forte.

"In quanto a mio fratello può dire tutto quello che vuole, ma non gli permetterò che sia lui a decidere per me", rispondo, la voce ferma e decisa.

"Così si fa!" esclama lui raggiante.

Il cameriere del bar porta ciò che avevamo ordinato e Ryan inizia a mangiare il suo cornetto al miele. Geme dal piacere masticandolo e mi metto a ridere per la sua goffaggine quando un po' di cornetto si spezza e gli cade sui vestiti.

"Oggi abbiamo educazione fisica insieme?" domanda Ryan.

"Sì", confermo, "ma proprio oggi non ne ho voglia. Educazione fisica è utile come un termosifone acceso nel deserto del Sahara."

Ryan ridacchia e con un tovagliolo si pulisce la bocca sporca di miele.
"Vogliamo andare? É parecchio tardi."

Annuisco, paghiamo e ci dirigiamo a scuola, la quale situata davanti al bar.

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