32 Colpevole

5.2K 294 13
                                    

Revisionato✅

"È che..."

Un suono frastornante interrompe Shawn. Come un qualcosa che cade violentemente a terra.

"Cos'è stato?"

Saliamo le scale dello scantinato e usciamo.

"Vado a controllare fuori, stai qua", dice mio fratello.

Mentre lui esce io salgo i gradini per andare in camera mia. In casa non si sente neanche volare una mosca.

Dov'è finita mia madre?

Poi sento, dal bagno, l'acqua che scorre dalla doccia, dunque mi tranquillizzo.

Un altro rumore, proveniente dal fondo del corridoio, attira la mia attenzione.

Con cautela disserro leggermente la porta, che pian piano rivela il buio che domina la mia stanza.

"C'è qualcuno?" sussurro con voce flebile.

Cerco a tastoni l'interruttore per la luce e quando lo trovo lo premo con velocità.

"Hunter? Cosa ci fai qua?" chiedo trovandolo ai piedi del mio letto con una mano portata al fianco.

"Hai... Hai delle fasce per... ferite?"

Solo ora mi accorgo che ha tutta la felpa imbrattata di sangue.

Porto le mani alla bocca. "Chi ti ha fatto quello?" riesco a pronunciare, con mia sorpresa.

"Rylee, le fasce", mi ricorda, strizzando gli occhi per il dolore.

Corro nel secondo bagno presente in casa, apro lo sportello in vetro attaccato al muro, cade anche qualche altra medicina mentre cerco ciò che Hunter chiede.

Ritorno in camera e mi accovaccio accanto a lui. "Alza la felpa."

Fa come dice, prendendo il lembo del vestito e tirandolo su leggermente.
Quando vedo l'enorme taglio che gli percorre gran parte del fianco mi metto quasi a urlare.

"Ma cosa hai fatto?"

Srotolo una benda velocemente, mentre con l'altra mano tengo premuto sulla ferita.

"Te lo posso raccontare dopo?" sibila dolorante.

Allaccio la fascia alla sua vita e la stringo il più possibile, in modo da far fermare l'emorragia.

"Va meglio?"

Annuisce di poco.

Poggio le fasce sulla scrivania e sospiro, scivolando con la schiena ai piedi del letto, accanto a Hunter.

Ha il fiato corto e sta sudando molto.

"Ti porto qualcosa di ricambio", gli dico allontanandomi di nuovo.

Dato che non ho vestiti maschili vado in camera di Shawn. Accendo la luce al primo colpo. Di solito non ci riesco mai.

Mi guardo attorno e, vendendo il suo armadio, vado ad aprire le sue ante.
Giro la testa più volte a destra e sinistra, non trovando niente di adatto.

Hunter è un po' più robusto di Shawn.

"Che fai?"

Salto in aria. "Shawn."

"Non ho visto nulla, in giardino."

"Oh... Per quello... La sedia della mia scrivania aveva una gamba montata male. È caduta e ho sistemato meglio la vite."

Nel frattempo che racconto e lui annuisce, io sfilo una felpa dalla Grecia e la sistemo sul braccio.

"Che fai con quella?"

"Oh, mi piace. Me la prendo."

"Ma..."

Canticchio per evitare le sue parole e saltellando esco dalla camera, chiudendomi la porta alle spalle.

Tornando da Hunter, ancora accasciato a terra, gli porgo l'indumento.

"Tieni, è l'unica della tua misura che ho trovato."

Si rimette con difficoltà in piedi, quindi sono costretta ad aiutarlo. "Ce la faccio", geme allontanandomi.

Con altrettanto sforzo si toglie la maglia insanguinata, la felpa sporca, lanciandole in seguito in un angolo della stanza.

Si passa le mani sul volto, asciugandosi il sudore e mi da le spalle, facendomi vedere solamente la schiena nuda contratta.

Guarda l'altra felpa che ha in mano, poi la posa sulla scrivania. Stringe il bordo di legno con forza e piega il capo in avanti.

"È tutto okay?" Chiudo la porta a chiave in caso Shawn decida di fare irruzione.

"Stavo scappando", risponde invece.

"Come? Da chi?"

Si gira finalmente verso di me e il mio sguardo percorre per pochi secondi sul suo petto.

"Dalla polizia."

"Polizia?"

"Sì, Rylee. Dalla polizia, quella che ti sbatte in prigione e che ha delle auto con sirene blu e rosse."

"Calma", borbotto, "sto solo cercando di capire..."

Dopo qualche minuto di silenzio esclamo: "Devo chiedertelo ancora o mi spieghi che cosa è successo?"

"Mi hanno incolpato per aver incendiato la stazione di servizio", confessa Hunter sedendosi al bordo del materasso. Il petto gli su alza con pietà, richiedendo riposo, e le spalle si afflosciano moglie verso il basso.

"Ma come? È impossibile! Ti hanno rilasciato per mancanza di prove, ho detto loro che sei stato con me tutto il tempo!"

"Ci crederesti se ti dicessi che quel cazzo di maniaco mi ha incastrato?" dice Hunter passando una mano fra i capelli castani.

"No, è assurdo!"

"Beh, credici, perché è la verità, sbotta, infuriato. Devi aiutarmi. Se la polizia mi trova sono morto. Inoltre non posso mica presentarmi a scuola. Mi fermerebbero."

"Sono già stati a casa tua?"

"Lo chalet?"

"No, casa tua."

Si butta di peso sul letto, distendendosi, ed espira piano.

L'idea che le coperte, le lenzuola, sanno di lui, fa battere il mio cuore più velocemente del normale.

"Sì molto probabilmente. Allo chalet non penso sia possibile."

"Potresti stare lì, almeno finché non riesco a risolvere questa cosa."

"Sì, sopravviverò senza cibo e acqua, dato che non posso farmi neanche vedere in giro",fa con tono sarcastico. "E poi ci sarà un giro infinito di poliziotti corrotti. Cosa credi di riuscire a fare?"

"Ti porterò tutto ciò di cui hai bisogno. Quello è il posto più sicuro", gli prometto intanto. "Tenterò tutto il possibile, okay? Ci sarà pur un modo..."

"Rylee", mi chiama Hunter.

Alzo di nuovo la testa. "Si?"

"Sta provando a togliermi di mezzo. Lo sai, vero?"

"Sì..."

"E non si fermerà, perché se è un grado di fare questo... Allora il pericolo che stiamo affrontando è più grande di quanto ci aspettassimo."

Angolo autrice:
Il capitolo è abbastanza corto, ma ne ho bisogno perché serve per collegare alcune cose e fatti che scoprirete più avanti.

Grazie a tutti per le belle parole che mi scrivete♥️

Inoltre vi ricordo che potete seguire il mio profilo Instagram per gli aggiornamenti: alikia5_wattpad

Al prossimo capitolo!

Lo Spettacolo Di Fine AnnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora