Capitolo 8

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Hermione

Ci smaterializiamo davanti a quella che sarà, per un anno la nostra casa. I nostri vicini saranno Harry, con Pansky, e Blais con Astoria.
Ci salutiamo tutti, e io e Draco entriamo in casa.
Ha due piani, di sotto c'è soggiorno e cucina, al piano di sopra due stanze con i rispettivi bagni.
Mi diriggo al piano di sopra, Draco mi segue.
"Quale stanza vuoi?" Mi chiede
Sono sorpresa del fatto che faccia decidere a me, ma ne sono felice.
Dopo una breve ispezione decido che voglio la camera in fondo al corridoio, che è leggermente più piccola dell'altra ma ha una vista sul parco che è mozzafiato.
Entro in quella che sarà la mia stanza, e mi chiudo dentro, in modo da sistemare la mia stanza senza che Draco venga a rompere.
Dopo un'ora, la mia stanza è a posto, e mi è venuta fame, direi che è meglio se vado a fare la spesa.
Quando apro la porta della mia stanza, prendo un colpo. Fuori c'è Draco, attaccato al muro, che mi aspettava.
"Mi hai fatto prendere un colpo lo sai?" Gli dico.
Lui alza le spalle e dice:
"Non ti facevi smentire da più di un'ora, pensavo che ti mancassi. Ma credo che stessi venendo da me ora, giusto?" Io scuoto la testa
"Sbagliato, ho fame, vado a fare la spesa"
"Non possiamo andarci pomeriggio, che ne dici se andiamo a pranzo fuori?" Borbotta lui
"Ottima idea, chiamo anche gli altri" scendo di sotto e sento Draco che dice:
"Gli altri?"
"Si perché?" Vedo che è deluso,ma non capisco perché.
"Pensavo volessi stare un po' da sola con me" non riesco a decifrare la sua espressione, non capisco se è serio o se mi stà prendendo in giro.
"Come vuoi" dico io, non voglio ammettere che vorrei stare un po' di tempo con lui "allora conosco un posto dove andare a mangiare, seguimi"

Draco

Hermione è una molla, salta da una parte all'altra della città, trascinandosi dietro, e senza stancarsi mai.
"Muoviti Draco" mi dice lei "hai le gambe lunghe no? E allora muoviti"
Mi viene un sorriso sulle labbra, la adoro.
Mi porta in un centro commerciale dove possiamo mangiare.
Mi porta in un McDonald, mangiamo e io offro il pranzo, ora però dobbiamo andare a a fare la spesa.
Hermione mi detta tutto quello che c'è da prendere e ci dividiamo.
Dopo quel che minuto ho finito, e torno al punto in cui l'avevo lasciata, ma... la trovo avvinghiata in un bacio appassionante con un ragazzo.
Li divido subito e trascino via Hermione per un polso, lei cerca di liberarsi dalla mia presa mai io non la lascio.
"Draco" mi dice lei "sei un guastafeste. Mi stavo divertendo"
Mi arrabbio ancora di più e stringo la presa attorno al suo polso, ma lei non si lamenta.
Paghiamo e usciamo dal supermercato, entriamo in un ascensore, per raggiungere l'uscita del centro commerciale.
Ma... l'ascensore è rotto.
Siamo bloccati, e i cellulari non prendono. Non possiamo chiamare i soccorsi.
"Draco che facciamo?" Mi chiede Hermione
"Ma scusa Hermione, noi siamo dei maghi, ci basterà sfoderare la bacchetta per..."
"Ti sei dimenticato? Abbiamo lasciato le bacchette a casa, qui non ci sarebbero servite."
Restiamo ore chiusi dentro l'ascensore, Hermione si è seduta, con la schiena appoggiata al muro. Decido di stendermi anche io, con la testa sulle sue gambe.
"Ma che fai Draco?" Mi chiede Hermione quando mi appoggio su di lei.
"Bhe, tu stai comoda seduta, no? E anche io voglio stare comodo, e per fortuna ci sei tu. Le tue gambe sono così comode"
"Hey, stai, dicendo che sono grassa?" Mi chiede lei furiosa
"No. Le tue gambe sono della forma giusta. E aggiungerei che sono anche molto sexy" io le tiro una leggera sberla sulle coscie  e lei si irrigidisce
"Che c'è?" Le chiedo
"Niente" mi risponde lei.
Io mi tiro su a sedere, e appoggio una mano vicino alla sua testa.
Mi avvicino sempre di più a lei, guardandola negli occhi, fra poco le nostre labbra si incontreranno.
Ma... sono arrivati degli operai, che ci hanno "finalmente" salvati, come ha detto Hermione appena gli ha visti. Maledizione, ancora qualche secondo  e avrei finalmente assaggiato le labbra della ragazza che amo.
Esco dell'ascensore, Hermione è parecchio avanti rispetto a me. Gli operai mi guardano e io dico:
"Stupidi, operai" e mi allontanò in mezzo alle loro risate.

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