18.Million Reasons

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~You're giving me a million reasons to let you go
You're giving me a million reasons to quit the show
I've got a hundred million reasons to walk away
But baby, I just need one good one to stay~

El alzò per l'ennesima volta lo sguardo verso la finestra di fronte alla sua scrivania, dopo aver letto per la quinta volta quella dannata riga del libro senza riuscirne a capirne il significato.
Il cielo sopra la sua testa era bianco e carico di neve, e una luce chiara illuminava ogni tetto quella mattina, entrando attraverso i vetri delle finestre fin dentro le case e riempiendo le strade di un clima quasi di sospensione, di attesa.

Sembrava che tutta la città stesse aspettando qualcosa, così come El in quella mattina di gennaio stava aspettando il coraggio di alzare la cornetta per fare quella dannata telefonata, quella che aveva rinviato troppi mesi e che ora non poteva più aspettare.

Portò una mano agli occhi che le bruciavano come non mai, stropicciandoli leggermente e sentendoli caldi e gonfi, come sempre.
Le veniva da ricominciare a piangere, ma non aveva più lacrime in corpo e la testa non avrebbe sopportato ancora: le faceva ancora male da morire dopo aver passato la notte insonne, come tante altre.
Che cosa poteva pretendere?

Le parole di Louie rimbalzavo da una parte all'altra della sua mente, ora più lontane e flebili, ora più vicine e forti, quasi quel ragazzo gliele stesse ancora urlando in faccia in quel corridoio:

"Continua ad essere la sua bambola, ti romperà in mille pezzi lasciandoti cadere a terra quando ne avrà abbastanza di te."

El scosse la testa, deglutendo e stringendo gli occhi per reprimere le lacrime, lasciando cadere i gomiti sulla scrivania e prendendosi la testa tra le mani.
Come era possibile che quelle parole le avessero fatto così male?
Cosa si aspettava?
Doveva immaginarsi che Louie sarebbe stato furioso di essere lasciato da lei in quel modo, in modo completamente inaspettato per lui, doveva essere pronta a sentirsi urlare contro delle parole che l'avrebbero ferita e fatta star male.
Allora perché era rimasta così scossa?

Tirò su con il naso, stringendosi nella coperta sulle sue spalle, allungando un braccio verso la tazza di caffè sulla sua scrivania e bevendone un altro sorso per calmarsi.
In cuor suo sapeva perché quelle parole l'avevano toccata così sul vivo, come una lama nel petto infilata giù nel profondo, senza pietà.
El sapeva che Louie aveva ragione, che Mike l'aveva lasciata in passato e avrebbe potuto benissimo farlo ancora, che El non avrebbe mai potuto mettere la mano sul fuoco con lui, che la mente di Mike era troppo imprevedibile per fidarsi di lui fino in fondo.

Ed ora El stava per raccontargli il segreto più grande che avrebbe mai potuto rivelargli, che avrebbe sconvolto le loro vite così nel profondo da cambiare ogni progetto, ogni ambizione, ogni sogno.
El era così sicura che Mike avrebbe accettato? Era così sicura che non sarebbe scappato di fronte a qualcosa di così grande da farli sentire piccoli e far tremare loro le gambe?

El non aveva dubitato di Mike nemmeno un secondo, prima di quelle dannatissime parole vomitate in faccia dal suo ex ragazzo: era sempre stata sicura che Mike avrebbe capito, sarebbe stato addirittura felice ed emozionato. Ma ora, quella mattina, seduta alla sua scrivania con il libro aperto nel disperato tentativo di pensare ad altro, El poteva immaginarsi per la prima volta davanti a sé gli occhi seri di Mike, il ghiaccio nella sua voce.

Never enough||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora