20.(No) Happy Ending

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~This is the way you left me,
I'm not pretending,
No hope, no love, no glory,
No happy ending
This is the way that we love,
Like its forever,
Then live the rest of our life,
But not together~

El chiuse la chiamata con il telefono nella mano tremante come se qualcuno le avesse appena dato una scarica elettrica.
Il resto del suo corpo reagiva lento, come se i suoi muscoli avessero smesso di collaborare, come se tutto si fosse congelato insieme al mondo fuori dalla finestra di fronte alla quale era seduta sul pavimento della sua camera.
I vestiti che aveva indosso erano quelli della sera precedente, la maglia di lana ancora con la macchia di whisky scura sullo sfondo bianco, i suoi ricci spettinati dalle sue dita mentre muoveva i fianchi sopra i suoi e sulla sua pelle ancora il suo odore: l'odore di Mike.

El chiuse gli occhi a quel pensiero, stringendoli e sentendo come se qualcuno le stesse piantando degli spilli nei bulbi; avvicinò a sé le gambe magre e tremanti sotto la gonna e se le strinse al petto, portando la cornetta contro la fronte, stretta tra le dita.

Perché aveva fatto quella chiamata?
Perché lo aveva fatto?
Perché?!
Era stata un'illuminazione, o forse la disperazione, forse solo la stanchezza, gli occhi gonfi e un'altra notte insonne, la testa che le faceva male da morire e il petto che era diventato vuoto e freddo, come se il suo cuore avesse deciso di non battere più.

Tutto era silenzio intorno a lei.
L'alba di una giornata finalmente limpida sopra Hawkins prendeva il posto della notte appena passata, di un'altra notte insonne, la più lunga notte della sua intera vita. El avrebbe voluto semplicemente rinascere come quel sole in quel cielo, squarciare le nubi, illuminare il mondo intorno, ma quella non sarebbe stata la mattina della sua rinascita: sarebbe stato solo l'inizio della sua fine.

"Se devi prendere una decisione e non sai che strada scegliere, la risposta può essere sola una: Mike"

El si ripeteva nella sua mente quelle parole come un mantra, come una preghiera, come la giustificazione a quello che stava per fare.
Le mani tremavano, non riusciva più a contenerle, come se non rispondessero più ai comandi del suo cervello impazzito.
El lasciò cadere il telefono sul pavimento, portandole davanti alla bocca e stringendo forte gli occhi, con il viso rosso e le unghie strette ai palmi delle mani chiuse.
Le stava per venire un attacco di panico, se lo sentiva, mentre stringeva le labbra tra i denti fino a farle sanguinare.

Un singhiozzo strozzato superò l'ostacolo, uscendo direttamente dal suo petto e fu forte e acuto da farla sobbalzare, mentre stringeva forte le gambe, nascondendo la testa tra i pugni chiusi, come se avesse potuto sparire in quel momento dalla faccia della terra.

Le mani di Mike sulla sua schiena, le sue labbra dietro il suo orecchio, il suo respiro tra i suoi ricci, "sei bellissima El…"

"Basta, basta, basta…" singhiozzò El stringendo di più la testa tra i pugni stretti, come se potesse cancellare la memoria di quei ricordi dalla sua mente.
Era sfinita, era senza più forze, le aveva consumate tutte, si sentiva solo più vuota.
Quello che andava fatto lo avrebbe fatto presto, mancava un ultimo sforzo: ce la poteva fare, ce l'aveva sempre fatta, ce l'avrebbe fatta anche questa volta.

Never enough||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora