CAPITOLO 7

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Delle immagini sfocate ruotavano attorno a me, mentre giravo la testa in un fallito tentativo di riprendere definitivamente coscienza. Mi fischiavano le orecchie e, per l'impatto, sentivo l'intero corpo livido.

«Lyra!» Una voce familiare, ma lontana, rimbombò nella mia testa. «Kelpie!» Aggiunse poco dopo quella stessa voce.

Giusto, Gideon.

Si era buttato non appena mi aveva vista cadere e, nel tentativo di salvarmi, aveva anche ignorato le scariche elettriche.

Strano.

Non mi sarei mai aspettata da lui un gesto simile. Eppure era già la seconda volta che mi aveva salvata.

Rivolsi il mio sguardo a destra e distinsi la figura, anche se sfocata, di Rubyo, inginocchiato al mio fianco. Poco distante da lui, il corpo di Gideon giaceva esanime, ma ancora scosso da violenti attacchi elettrici, mentre la testa era girata dal lato opposto, in modo tale da impedirmi di vederlo in volto. Provai a chiamare il suo nome, mentre cercavo di allungare il braccio verso di lui, ma invano. Non si muoveva.

Era immobile. Immobile come un cadavere.

Divampò rapida come un fuoco e ci volle poco prima che quella morsa asfissiante divorasse tutto il mio corpo. Improvvisamente mi mancava il respiro e il mio corpo, seppure prosciugato da ogni energia, prese a muoversi a scatti. Oramai il dolore della ferita era diventato inesistente.

«Lyra! Calmati!»

Rubyo coprì il corpo di Gideon, mettendosi al mio fianco, ma ciò non impedì al mio attacco di continuare.

«Lyra! Guardami!»

Mi indirizzò il mio volto verso il suo, ma i miei occhi avevano perso la focalizzazione.

«Ascoltami!»

Cercò di fermare i miei spasmi, spingendomi le mani sulle spalle e sulle cosce.

«Ascoltami.» Ripeté con più calma. «Va tutto bene.»

«Gideo-» Un altro spasmo, seppure più lieve, mi interruppe.

«Cos'è tutta questa apprensione. Non sono mica morto, Favilla.»

Improvvisamente, in quella maledetta tromba delle scale, echeggiò la voce di Gideon, più roca e sofferente del solito. In quello stesso istante Rubyo si voltò, rivelando il viso di Gideon che, ora, era rivolto dalla mia parte. Un respiro tremante lasciò i miei polmoni.

«Che onore. Tu, che ti preoccupi per me.» Continuò il Kelpie.

Aveva la fronte imperlata di sudore e l'incarnato più cereo del solito. Una breve e sarcastica risata fece sollevare il petto di Gideon.

Come riusciva a scherzare anche in quella situazione?

Ero irritata, ma allo stesso tempo più rilassata, finalmente con i pensieri rivolti altrove.

«Fanculo.» Fu l'unica cosa che riuscii a dire, strappandogli nuovamente una risata.

«Di nulla, Favilla. È stato un piacere.» Rispose lui, con gli occhi languidi a mezza luna, come a formare un sorriso.

Seguirono dei secondi di silenzio un po' imbarazzanti, in cui nessuno seppe cosa dire, finché, con un mugugno di sofferenza, Gideon non si mise a sedere, appoggiando le spalle alla parete dietro di lui.

«Mi piace sai?» Disse guadagnandosi lo sguardo perplesso di Rubyo. «Potremmo anche vivere qui. Che ve ne pare di trasferirci?»

«Se questo è il tuo modo per dire di sbrigarci mi dispiace, ma non possiamo.» Rispose freddamente Rubyo, prendendomi un polso per controllare il battito. «È debole e scotta.» Continuò.

Questa volta sul volto di Gideon scomparve qualsiasi accenno di sarcasmo, dando spazio ad una pallida serietà. Con un grugno si sollevò da terra, avvicinandosi al mio fianco.

«Liberami dal vincolo.» Disse, quasi imponendosi.

«Puoi toccarmi.» Bisbigliai a fatica, mentre le gocce di sudore mi solleticavano il collo.

Appena terminata la frase, Gideon si piegò al mio fianco, sollevandomi la maglietta. Pochi istanti dopo si ritrovò, con un gesto fulmineo, due pugnali puntati alla gola: uno mio e un altro di Rubyo.

«Ehi, ehi!» Disse alzando entrambe le mani. «Non sono così disperato da violentarti.» Proseguì.

«Dovrei prenderla come un'offesa?» Chiesi irritata, ottenendo come risposta solo un'alzata di spalle.

«È infettata.» Tornò poi serio lui, riabbassandomi la maglia. «Fatemi sanguin-»

Il Kelpie non riuscì neanche a terminare la frase che Rubyo lo colpì con un potente gancio dritto in volto.

«Wow, senza un attimo di esitazione. Peccato non ti abbia chiesto di rompermi il naso.» Lo guardò furente Gideon, con le mani, formicolanti per la rabbia, chiuse in due pugni stretti.

«Ops.» Lo sfidò Rubyo.

«Prestatami il pugnale.» Chiese il Kelpie infine, al limite della sua pazienza.

Rubyo gli porse l'arma e l'attimo dopo, senza esitazione e con un'espressione impassibile, Gideon si tagliò il palmo. Copiose gocce di sangue iniziarono a imbrattargli il polso, mentre altre ricaddero nella ferita, che iniziò subito a pulsare meno intensamente.

«Dovrebbe bastare.» Disse.

Poi, lentamente, mi aiutò a rimettermi in piedi e si voltò dandomi le spalle.

«Aggrappati.»

Feci come mi aveva detto e chiusi le braccia attorno al suo collo.

Rubyo osservò la situazione con occhio vigile, decisamente infastidito, ma non parlò.

«Principino, facci strada.» E detto ciò, riprendemmo l'arrampicata.

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