CAPITOLO 29

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«C'è stato un attacco. Tu dov'eri da non essertene accorto? »

La domanda di Rubyo era palesemente retorica, però sentivo, nella sua voce rabbiosa, che sperava di avere torto.

«È un segreto. »

Gideon, non curante della situazione, sollevò le labbra in un sorrisetto allusivo, mentre avvicinava a sé l'Ayrae.

«Mi fai ribrezzo. »

Rubyo era rosso in volto dalla rabbia.

«Dobbiamo andarcene. »La voce mi uscì fievole, mentre continuavo a guardarlo negli occhi e a sforzarmi di non badare a quelle assurde circostanze.

Solo allora Gideon sembrò notare le ferite e i vestiti deteriorati, tuttavia si mostrò indisturbato.

«Perché lo dici tu? »Disse solo. Il tono piatto.

Quella domanda mi lasciò spiazzata. Erano passate solo tre ore da quando ci eravamo separati, come poteva essere cambiato così radicalmente in così poco tempo?

Rapido come un fulmine, prima che io potessi anche solo riaprire la bocca, Rubyo si avventò su Gideon. Lo colpì con un pugno dritto allo zigomo, lasciandogli le impronte rosse delle nocche sulla pelle pallida, che, presto, si sarebbero trasformati in lividi. Gideon, preso alla sprovvista, barcollò all'indietro, accigliandosi e allontanandosi dall'Ayrae che, nonostante quella scena, rimase in silenzio.

«Dobbiamo andare. »Ripetei, questa volta più decisa. «Tu vieni con noi? »

Mi ero fidata e ora, in un certo senso, mi sentivo tradita, ma non avevo intenzione di pregarlo. Aveva libera scelta e io non mi sarei opposta alla sua decisione. Gideon mi guardò. Cercava di mostrarsi insensibile e distaccato, ma qualcosa in lui si mosse e non riuscì a nascondere il suo stupore a quelle mie parole.

«Pensavo non potessi ferirmi di più, ma a quanto pare mi sbagliavo. »Disse solo, con un accenno quasi impercettibile di malinconia sul volto.

«Immagino che questo sia un no. »Ricambiai il suo sguardo apatico, ma dentro di me mi sentii delusa. «Tieni. »Gli porsi la catena che finora avevo conservato, simbolo del nostro contratto.

«Lyra...»Rubyo mi toccò il braccio, perplesso.

«Ce l'abbiamo fatta da soli per tutto questo tempo, ce la faremo ancora. »

Rubyo non si oppose.

«Allora le nostre strade si separano qui. È stato un piacere, Kelpie. »

Senza esitazione e a testa alta, passai di fianco a Gideon, dove un odore pungente mi pizzicò il naso. Quella scappatella gli aveva impregnato i vestiti di un profumo che non gli apparteneva. Con una morsa allo stomaco lo ignorai e proseguii dritta, superandolo nonostante il suo sguardo mi gravasse addosso, seguita a ruota da Rubyo.

Continuai per tutto il tragitto a passo svelto: volevo allontanarmi il prima possibile, dimenticarmi che tutto quello fosse accaduto e tornare alla mia vita quotidiana. Solo quando fummo vicino ai confini della Capitale mi decisi a rallentare l'andatura.

«Lyra, non avresti dovuto lasciarlo andare così. »

Mi fermai, guardando Rubyo negli occhi.

«L'hai detto anche tu: è un Kelpie, sa cavarsela e non è costretto a seguirmi. »

Trasportata dall'emozioni, lasciai trapelare una punta di rancore, di cui mi pentii subito.

«Non mi è mai piaciuto, e continua a non farlo. Ma è utile. Ci ha aiutato più volte e, anche se odio l'idea, mi ha salvato la vita. E non solo la mia Lyra, anche la tua. »

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