CAPITOLO 51

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La notte era quasi giunta al termine ma, nonostante il sole pallido stesse per fare capolino tra le colline di Nallen, di Rubyo non c'era ancora alcuna traccia.

«Dovrebbe essere tornato per ora... » Dissi io, con una morsa che mi stringeva lo stomaco.

«Forse starà semplicemente cercando di calmarsi.» Gideon provò a rincuorarmi, ma a quelle parole una bruttissima sensazione mi iniziò ad opprimere lo stomaco.

Conoscevo bene Rubyo, così come le sue abitudini. In questi casi, aveva un solo modo per sfogarsi, mi incolpai per non averci pensato prima.

«Dobbiamo tornare da Degorio.»

Non aspettai neppure che Gideon realizzasse le mie parole, che iniziai a correre verso la valle.

«Non penserai che-»

«Si! Ne è capace!» Urlai, cercando di mantenere la mia voce stabile nonostante la corsa, che mi stava portando via il fiato più rapidamente del solito. «Dobbiamo fermarlo!» Sempre se sia ancora vivo.

In quel momento, durante la corsa, la visuale mi si offuscò e, al suo posto, comparve come un flash, il discorso che aveva fatto prima di andarsene.

«Io ho già scelto per cosa dare la mia vita... » Aveva detto.

Come avevo fatto a non pensarci prima? Mi incolpai nuovamente, con l'angoscia che mi divorava dall'interno

L'affanno, così forte, mi obbligò a fermarmi. Mi piegai sulle ginocchia, reggendomi ad un albero, mentre un sapore ferroso si mischiava alla saliva. Il cuore mi rimbombava nella testa e la gola mi bruciava. In quel momento, una luce alle mie spalle attirò la mia attenzione, obbligandomi a girarmi.

«Salta su

Gideon si era trasformato.

Non me lo feci ripetere due volte e lo montai in un istante. Iniziammo a correre, zigzagando tra gli alberi e saltando le radici, ad una velocità tale da non distinguere più il paesaggio circostante.

«Quando si tratta di salvare lui non ti importa toccarmi?»

In quell'istante di realizzazione, una scossa involontaria attraversò il corpo di Gideon, facendogli perdere la forza. Con un cedimento dell'arto crollò sul fianco in piena corsa, scivolando sul lato per qualche metro e scaraventandomi contro un masso poco lontano.

«Lyra!»

Sbattei gli occhi rapidamente per ritrovare la focalizzazione, mentre un dolore allucinante mi lacerava la fronte.

L'attimo dopo vidi il muso di Gideon al mio fianco, con gli occhi dorati che mi fissavano preoccupati e le narici dilatate che sbruffavano affannate. Non potendomi toccare senza essere soggetto alla scarica, colpì con forza lo zoccolo sul suolo, continuando a chiamare il mio nome più volte.

«Sto bene, dobbiamo andare da Rubyo.»

Ma quando sollevai il busto, una sostanza liquida e calda iniziò a scivolarmi sullo zigomo. Mi toccai il sopracciglio con una smorfia di dolore.

«Stai sanguinando.» Sentii Gideon sbuffare al mio fianco, contrariato.

«È solo un taglio.»

Feci per alzarmi ma, in un attimo, Gideon mi intrappolò sotto di sé, abbassando il muso verso il mio volto.

«Lasciati guarire.»

«Non abbiamo tempo da perdere.»

Feci per sollevarmi ma Gideon mi tenne bloccata sotto di lui.

«Chiudi gli occhi

Improvvisamente sentii delle labbra umane sfiorarmi la fronte. Aggrottai le sopracciglia, percependo un leggero pizzicore.

«Sta' ferma.» Nella mia testa la sua voce mi rimbombava calma.

Poco dopo, quando Gideon si fu spostato dal mio corpo, mi toccai il sopracciglio con i polpastrelli: il sangue era sparito. Mi alzai e raggiunsi il fianco di Gideon. Aveva il muso sporco di sangue, ma non capii se del mio o del suo.

«Non sei stato respinto?» Chiesi, sentendomi un po' in colpa

«Si, ma ho resistito. Dovevo guarirti.»

Deglutii a fatica, la gola improvvisamente secca. Erano mesi oramai che conoscevo Gideon, ma ancora dovevo abituarmi ai suoi cambi d'umore che, puntualmente, mi coglievano impreparata.

«Adesso non c'è più bisogno di resistere, puoi toccarmi.»

Gli accarezzai il muso, ripulendolo dal sangue. Poi, con la mano, proseguii lenta, avvicinandomi sempre di più agli occhi, scintillanti.

«Apprezzo, ma ti ricordo che anche se ora ho l'aspetto di un Kelpie, sono pur sempre un uomo

Capii perfettamente cosa davvero intendesse con uomo e, come se quella colpita da una scossa fossi stata io, allontanai la mano, timida, distogliendo lo sguardo.

«Non ci credo, sono capace di istigarti anche in forma di Kelpie. Sei sicura di non avere qualch- »

Gli diedi un pugno sul muso.

«Ah! Quello fa sempre male!» Sbruffò lui.

«Adesso andiamo, al principino potrebbe far comoda una mano in più

Non me lo feci ripetere due volte e salii nuovamente in groppa a Gideon, che riprese la sua corsa sfrenata.

Quando raggiungemmo il palazzo di Degorio, quello che finora era stato un brutto presentimento, si tramutò in realtà.

Dalla cancellata, si intravedevano, all'interno del cortile della villa, cinque uomini morti, circondati da pozze di sangue. Mi soffermai su di loro, uno ad uno, con lo sguardo, ma di Rubyo non c'era alcuna traccia. Tirai un sospiro di sollievo.

«Reggiti.»

Con una breve rincorsa, Gideon saltò la cinta muraria esterna, scavalcandola, e atterrando nel cortile.

Una volta all'interno del perimetro dell'abitazione, notai che i cadaveri per terra erano poco più di una dozzina e che, quelli visti all'inizio, erano solo un assaggio di quello che mi aspettava all'interno.

Con uno scatto di terrore rafforzai la presa attorno alla criniera di Gideon, che iniziò a trottare verso l'ingresso della villa.

«Scendi.» Mi disse, non appena fummo nel porticato interno. «Così sarai meno esposta

Feci come mi era stato detto e ci avviammo verso il corridoio che portava alle teche.

Lì, lungo la parete sinistra, una striscia di sangue segnava il percorso, mentre sul pavimento, una riga di spada, alternata a gocce di sangue, proseguiva fino alla sala. Raggiunsi la porta con un peso enorme sullo stomaco e, con le mani tremanti, la aprii.

No. Non poteva essere.

Il fiato mi si bloccò in gola e i pugni mi si strinsero sui fianchi, mentre una singola lacrima solitaria, mi attraversava la guancia.

Rubyo!

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