L'ultimo sole autunnale era oramai tramontato, lasciando spazio ad una delle notti più lunghe dell'anno, che si preannunciava fredda e nuvolosa.
Eravamo ancora tutti svegli a goderci qualche attimo di pace, quando decisi di approfittare di questo momento morto per raccogliere altra legna in modo da ravvivare il fuoco.
Dopo aver fatto un cenno a Rubyo, mi diressi, a schiena bassa, fuori dal rifugio, esponendomi ad una forte corrente di vento freddo. Lunghi brividi risalirono lungo la mia schiena e passivi ciuffi rossi si abbandonarono alla corrente mentre, con gli occhi già abituati al buio, cercavo di farmi strada tra radici sporgenti e pietre dissestate.
Proseguii in balia del freddo per un po', finché non mi fui allontanata qualche centinaia di metri dall'accampamento provvisorio. Ma, presto, qualcosa in lontananza attirò la mia attenzione: si trattava di una luce. Era fioca e tremante, di un'aura aranciata, il che mi fece credere che, poco più in là, qualcuno avesse acceso un fuoco.
Curiosa, ma cauta, proseguii in quella direzione, stringendo l'elsa del pugnale ancora infoderato ed evitando i rami spezzati per ridurre al minimo il rumore. Quando fui abbastanza vicino però, notai come quella luce si stesse, in realtà, muovendo.
Il mio primo pensiero fu che si trattasse di un gruppo inesperto di ladruncoli, che aveva avuto la brillante idea di aggirarsi al buio con una fiaccola. Ma nessun ladro, neanche il meno abile, avrebbe potuto commettere un simile errore; in più, cosa avrebbe mai potuto rubare nel cuore di un bosco? Perfino andare a caccia si sarebbe rivelato controproducente a quell'ora. L'unica opzione rimanente era che si trattasse di fuggitivi, come noi. A questo punto però, ero troppo vicina per andarmene senza farmi scoprire, ma troppo lontana per tentare un agguato, così rafforzai la presa sul pugnale e mi nascosi dietro il tronco di un abete, limitando il respiro e aspettando in silenzio.
Evidentemente però, fui troppo affrettata nei movimenti, attirando l'attenzione di quella luce, che cambiò improvvisamente direzione, venendo dalla mia parte. Mi irrigidii all'istante, ma quel mio errore mi permise finalmente di riuscire a vedere di cosa si trattasse realmente: era enorme, a quattro zampe, con un andatura ciondolante. Camminava a muso chino nella terra bagnata facendosi strada nel buio, mentre la sua folta pelliccia bruna emanava un'aura rossastra, simile a quella del fuoco. Aveva le sembianze di un orso, ma capii subito come, sotto l'apparenza di un animale, si nascondesse un essere dell'Altro Sole di una razza a me sconosciuta, che continuava ad avvicinarsi annusando freneticamente l'aria.
Era oramai a pochi passi da me, quando qualcosa proveniente dalla parte opposta lo distrasse.
«Favil-»
Gideon era spuntato da dietro un albero, evidentemente con l'intenzione di richiamarmi nel rifugio.
Con un rapido gesto della mano gli feci segno di tacere e, non appena si accorse del terzo incomodo, sul suo volto calò un'ombra cupa. A gesti mi fece capire come quell'essere fosse, in realtà, quasi cieco e in quell'istante mi divenne anche chiaro il motivo per cui la pelliccia risplendesse di una luce propria. D'altro canto però, secondo le conoscenze di Gideon, l'olfatto e l'udito erano molto sviluppati e trovarci sarebbe stata solo una questione di tempo.
«Ehi! Orsacchiottone! » Gridò all'improvviso Gideon, uscendo allo scoperto.
Per un attimo rimasi atterrita da quella sua azione ma, un occhiolino dopo, capii il suo piano.
«Ti posso accarezzare oppure mordi? »
Approfittai di quell'istante di distrazione dell'animale per attaccarlo alle spalle.
Lo raggiunsi ad ampie falcate finché non fui abbastanza vicina da salirgli in groppa con un salto. Da quel momento però, ignorò completamente la presenza di Gideon e iniziò a ribellarsi, prima agitandosi a destra e a sinistra e poi andando volontariamente a sbattere contro i tronchi degli alberi, nella speranza di disarcionarmi.
Per non perdere il vantaggio ottenuto seppellii una mano nel lungo pelo dell'orso, stringendolo in un pugno, ma in quel momento un altro fattore venne a mio sfavore. La luce emanata dalla pelliccia aumentò, diventando quasi accecante, mentre un improvviso calore iniziò a sollevarsi, abbandonando il corpo dell'animale. In pochi istanti sentii la mia pelle bruciare e fui quasi costretta a lasciare la presa, ma mi obbligai a non demordere.
Con la mano libera sfoderai il pugnale e con un gesto netto e privo di esitazione lo trafissi nella collottola dell'orso, illudendomi che sarebbe stato abbastanza. Quel mio gesto però, non fece altro che irritarlo maggiormente, tanto da spingerlo a gettarsi con forza all'indietro, in modo tale che io rimanessi incastrata sotto al suo peso.
In pochi istanti sentii i polmoni svuotati di tutto l'ossigeno e troppo compressi per potersi riempire nuovamente. L'unica cosa che riuscii a fare fu estrarre la daga dalla sua collottola e pugnalarlo ripetutamente in svariati punti, nella speranza che, così facendo, il dolore lo avrebbe fatto allontanare. Ma ciò non avvenne e rimasi incastrata mentre il calore mi ustionava la pelle.
Dopo un paio di minuti di asfissia, la vista stava iniziando a sfocarsi e gli arti perdevano maggiormente forza, rendendo le pugnalate sempre meno profonde. Ero arrivata al mio limite quando, in un istante, il mio corpo fu finalmente più leggero e, in un gesto che mi fu del tutto spontaneo, i miei polmoni si riempirono con un rumoroso e improvviso sospiro.
Stavo cercando di rimettermi in piedi nel momento in cui mi accorsi che, al mio fianco, era apparso un enorme cavallo bianco, o meglio, un Kelpie. Con una potente zoccolata posteriore Gideon aveva lanciato l'orso contro un albero, con una forza tale da spezzare il tronco. Rimasi incantata per qualche istante, ad osservare quella situazione a me poco familiare, finché Gideon non parlò.
«Ci ho messo un po', lo so. »
Sentii rimbombarmi nella testa.
Inizialmente rimasi destabilizzata da quell'eco a me poco familiare, ma mi costrinsi a recuperare in fretta la concentrazione e così, pochi attimi dopo, scattai in piedi, pronta a dare il colpo di grazia.
«Alla pancia! »
E l'istante dopo stavo caricando contro l'animale che, nonostante il colpo appena subito, ebbe la forza per sollevarsi su due zampe e ringhiarmi contro, pronto all'attacco. Approfittai di quel suo errore per lanciare il pugnale verso il suo addome, ma con una violente zampata ne deviò la traiettoria.
Vidi il suo corpo, alto il doppio del mio, sbilanciarsi verso di me nel tentativo di schiacciarmi nuovamente, ma in quel momento tre frecce lo colpirono al ventre. Con un gesto rapido riuscii a spostarmi in tempo per schivare il corpo che ricadeva, pesante, a terra, oramai privo di ogni traccia vitale.
Tuttavia riuscii a malapena a riprendere fiato, che sentii, alle mie spalle, altre frecce scoccare. Mi girai all'istante: Rubyo, con l'arco in mano, stava puntando contemporaneamente due frecce contro Gideon, che era fortunatamente riuscito a schivare il primo colpo.
«È Gideon! » Esclamai intercettando la traiettoria delle frecce.
Seguirono dei secondi di silenzio, in cui probabilmente il Kelpie scambiò qualche parola, decisamente poco amichevole, con Rubyo, che subito dopo abbassò l'arco.
«Grazi-» Iniziai a dire, con l'intenzione di ringraziare entrambi ma, quando mi girai verso il cadavere dell'essere dell'Altro Sole, ebbi un tuffo al cuore.
«Rubyo. »Il mio tono si fece improvvisamente più serio, mentre i muscoli si irrigidivano uno dopo l'altro. «La spalla. »
Sulla spalla destra dell'orso c'era un tatuaggio che durante lo scontro non avevo avuto modo di notare.
«Cos'è? » Domandò Gideon.
«Un serpente a sonagli. » Risposi io, senza mai distogliere lo sguardo dal tatuaggio, più simile ad una cicatrice tra il folto pelo dell'animale.
«Il simbolo distintivo dei Rasseln. »Concluse Rubyo al mio posto, immaginando la domanda di Gideon.
«Dobbiamo andarcene da qui. Ora. »
Tutti annuirono e, rapidi, tornammo verso il rifugio per raccogliere le nostre cose e allontanarci il prima possibile.
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Royal Thief
FantasyChe una principessa fosse diventata una ladra lo sapevano tutti, ma che quella principessa fosse lei, nessuno. Scappata dal palazzo reale per vivere nella città più malfamata del regno: questo è il destino di Lyra. Destino che però, si incrocerà ind...