CAPITOLO 26

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Il giorno della Festa Imperiale arrivò più in fretta di quanto non mi aspettassi. La gente aveva iniziato ad affollare le strade, in festa, già dal pomeriggio, nonostante la celebrazione non sarebbe iniziata prima di tarda notte.

Avevamo passato la notte su un tetto, nascosti dal comignolo, dove la gente, troppo impegnata nei preparativi dei festeggiamenti, non avrebbe mai guardato. Da quella postazione eravamo riusciti anche a seguire gli spostamenti di una famiglia, in modo da infiltrarci in casa loro non appena fossero usciti, così da appropriarci di cibo e vestiti. In questo modo eravamo riusciti anche a procurarci il mio abito per la festa.

Giunta l'ora dell'inizio dei festeggiamenti, eravamo scesi dal tetto e avevamo indossato le maschere.

«Non mi piace. »Dissi io, togliendola. «Mi limita la visuale. »

Era già abbastanza asfissiante trovarsi nella Capitale, in attesa del passaggio di Markus e circondati da una calca di gente che ci avrebbe limitato ogni movimento. Non avevo bisogno di un altro handicap.

«Non possiamo fare altrimenti, tieni. »Rubyo mi passo un altro pugnale.

Con un gesto sbrigativo, sollevai buona parte del tessuto pomposo che formava la gonna, fino a scoprire la coscia, stretta da una giarrettiera in cuoio che solitamente usavo come porta arma sopra ai pantaloni in camoscio.

«Non sono più abituata a questi vestiti. »Dissi lasciando ricadere il tessuto e incrociando nuovamente lo sguardo con Rubyo.

Non appena presi i parlargli, lo vidi spostare rapido lo sguardo dalla gonna a me. Quando incrociai i suoi occhi, però, la sua espressione era cambiata. Sembrava... imbarazzato?

«Non mi piace. Per niente. »

Questa volta fu il turno di Gideon di lamentarsi, mentre si toccava con le dita la punta della maschera nera, allungata sopra al naso come a formare un becco.

«Non avevi detto di volere quella bianca? »Dissi io, notando il nero spiccare sulla sua pelle.

Gideon si liberò dalla maschera e mi fissò altezzoso.

«Non si notava. »Bisbigliò, guardando altrove.

Cercai vanamente di trattenere una risata, poi tornai a nascondere il volto nella mia maschera, più coprente delle altre: la parte alta occupava tutta la fronte, per poi attraversare il resto del volto e scendere fino a raggiungere il labbro superiore. Fu la volta di Rubyo, che indossò la maschera in porcellana bianca. A differenza delle nostre, non era simmetrica, e una punta proseguiva lungo la guancia, fino a raggiungere la base della mascella.

Nonostante fossi travestita, mascherata e con i capelli ben coperti dal cappuccio, non mi sentivo per niente tranquilla. La nostra caccia al tesoro in case altrui, tra l'altro, mi aveva ripagata anche con un mantello nuovo, di una spessa ciniglia invernale, più discreto del solito in juta. Semplice, ma per me necessario da possedere come un'arma. Anche Gideon e Rubyo ne avevano indossato uno per l'occasione, più che altro per la necessità di coprire le armi in assenza di una voluminosa gonna.

Finalmente uscimmo dal vicolo, mischiandoci nel flusso di gente. Le bancarelle adesso, erano più vivaci che mai, mentre nei pochi spazi vuoti della strada c'erano appostate ballerine in abiti succinti, che attiravano l'interesse di molti uomini, coinvolgendoli nel ballo. Poco distante da lì, sostavano in disparte un gruppo di ragazze, in abiti meravigliosi e orientali, con caviglie, polsi, colli e fronti ricoperte da fini catenelle argentate. Indossavano anche loro lunghi mantelli, ma in seta, decorati da preziosi ricami in oro. Avevano il cappuccio alzato, tuttavia lasciavano ricadere i capelli davanti, morbidi, esibendo bionde ciocche setose.

«Ayrae. »Puntualizzò Gideon, visibilmente attratto. «Fate dell'aria e dell'acqua. »Aggiunse dopo. «Ballerine e seduttrici molto rinomate nel Regno dell'Altro Sole, seconde solo alle Sirene. »

«Non credo saranno gli unici esseri dell'Altro Sole che incontreremo questa sera. »Intervenne Rubyo. «Meglio non farci distrarre. »E con ciò, prima di iniziare ad incamminarsi, diede un colpo sulla schiena di Gideon, incitandolo a muoversi.

«Andate avanti voi! »Gideon, rimasto un po' indietro, alzò la voce per sovrastare la fanfara della festa. «Poi vi raggiungo! »

Rubyo sembrò esitare un attimo, ma poi lo lasciò fare.

«Lo lasciamo andare così? »Chiesi, raggiungendo il suo fianco.

«È un Kelpie. Sa come cavarsela. »

Come se quella cosa potesse giustificare sempre ogni sua azione.

«E poi non è costretto a stare sempre al tuo fianco. »Aggiunse dopo.

Ma quelle parole mi ferirono. Era così che considerava stare con me? Un obbligo? Per una volta fui felice di indossare quella maschera, che avrebbe impedito a Rubyo di guardarmi in volto. Ma non ebbi il tempo di crogiolarmi in quell'amarezza, poiché un improvviso spingere della folla verso i lati della strada annunciò l'arrivo dei carri. Mi irrigidii all'istante. Sapevo che la parata era lunga, tuttavia alla fine di questa, avrei assistito all'arrivo di Markus, sul suo carro personale. Afferrai il polso di Rubyo nella speranza di tranquillizzarmi. Capendo le mie intenzioni, Rubyo arrestò il passo, prendendomi per mano. Con due falcate lente mi si avvicinò, piegandosi per essere all'altezza del mio orecchio.

«Faremo in modo di non farci notare, tranquilla. »Disse senza urlare, ma permettendo comunque alla vicinanza di sovrastare il rumore.

Prima di allontanarsi nuovamente mi rivolse un sorriso dolce, aggiustandomi contemporaneamente il cappuccio, poi proseguimmo. Continuammo a camminare nella speranza di raggiungere la fine della città, o almeno un posto dove la parata non sfilasse, ma ci furono impossibili entrambe le cose. Andare contro corrente rispetto alla direzione della folla non era per niente facile. Sia la mia gonna che il mantello di Rubyo rimasero più volte incastrati tra i passanti, che non accennavano a diminuire.

Improvvisamente il suono sordo di un corno rimbombò nella notte, annunciando l'arrivo del giovane Monarca. In massa, tutti si zittirono, e si inginocchiarono per terra, a testa china, in segno di riverenza. Sentii Rubyo al mio fianco irrigidirsi. Potei solo immaginare quanto gli doveva costare inchinarsi al passaggio di Markus. Gli toccai il braccio.

«So che è chiederti molto ma, ti prego. »

Nonostante le maschere ci fossero d'intralcio, non riuscirono ad impedirci di scambiarci uno sguardo, che per noi valse più di un'infinità di parole.

«Non pregare mai nessuno. »

Rubyo mi accarezzò la guancia da sopra al mantello, il cui spesso tessuto mi lisciò la pelle scoperta dalla maschera, poi, si avvicinò nuovamente, questa volta, più cauto.

«Tu sei la mia sola ed unica Principessa, non dimenticarlo mai. »

Sentii una vibrazione attraversarmi tutto il corpo, bloccandomi sull'istante. Solo quando Rubyo rivolse lo sguardo di fronte a sé, io trovai la forza per muovermi e inginocchiarmi, mimetizzandomi tra tutti gli altri. L'istante successivo, Rubyo mi seguì a ruota e, poco dopo, iniziammo a intravedere il carro reale avanzare il lontananza. Si stava avvicinando sempre di più e presto lo avrei avuto davanti: Markus, l'erede illegittimo.

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