Ecco la complicità

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Passarono alcuni giorni, Filippo non si decideva a chiedere il numero di Ludovica al suo amico Lorenzo, lasciando che l'orgoglio avesse la meglio.

Irama's pov

Erano alcuni giorni che mi sentivo strano, non parlavo molto avevo solo mille pensieri in testa.
Ero in spiaggia, sdraiato sul lettino con le cuffie nelle orecchie insieme a Lorenzo per rilassarci un po' e liberare la testa. "Filo la smetti? Sono giorni che stai così..." "Lori smettila tu, non ho niente, non iniziare" Andammo a farci una nuotata, io cercai di essere il più sereno possibile per evitare di affrontare un'altra discussione con Lorenzo.
Tornammo in spiaggia per prendere un po' di sole. Lori si avvicina e mi da un bigliettino. "Tieni, chiamala, tra qualche giorno torniamo a Milano e non voglio vederti depresso, sei una palla cosi..." Nel bigliettino c'era scritto un numero di telefono, capii subito di chi si trattasse, sorrisi. "Grazie Lori!" Dissi abbracciandolo, buttandomi su di lui rompendo il lettino e finendo sulla sabbia.
Passò qualche ora, ma non avevo ancora deciso se cercare o meno Ludovica, mi ero appena fatto la doccia e stavo sdraiato sul letto in camera di Lori.
"Filo, chiamala, inventati una scusa stupida e banale, ma telefonale. Non farti mille paranoie come al solito, ti conosco, sono giorni che continuano a frullarti in testa mille pensieri. Goditi il momento, vivitela. Non pensare sempre al domani, alla distanza, a cosa potrebbe succedere. Rischia!"
Sorrisi alle parole del mio amico, nessuno mi conosceva come lui, riusciva a comprendere anche i miei silenzi come se mi leggesse dentro. Decisi di mandarle un messaggio. "Bro adesso basta paranoie fino a domani!" Mi disse Lorenzo abbracciandomi.

Ludovica's pov

Era tarda sera, stavo leggendo un libro, sento il telefono vibrare segno dell'arrivo di un messaggio.
"Le chiacchiere dell'altra sera non mi sono bastate, non mi hai neanche detto come si chiama il tuo gatto...mi sa che dobbiamo rivederci...F 🌹"
Sorrisi e sentii il cuore battere fortissimo. Pensavo non mi avrebbe cercata e con questo messaggio mi sorprese.
Parlammo per tutta la notte, proprio come quella sera, mi sembrava di riviverla. Mi chiese di incontrarci l'indomani e già avevo il battito accelerato al solo pensiero.
Le ore non passavano mai, quella notte non riuscii a dormire, l'idea di stare di nuovo qualche ora con lui mi faceva stare bene. Rivedere il suo sorriso, i suoi occhi, sentire di nuovo il suo profumo.

Irama's pov

Ero emozionato come un ragazzino, come se fosse la prima volta che uscissi con una ragazza. In macchina mi sarò guardato mille volte nello specchietto per vedere se avevo i capelli in ordine. Arrivato sotto casa sua le mandai un messaggio. "Scendi, ti aspetto 🌹" Mi misi seduto sul cofano e mi fumai una sigaretta, la seconda, la terza, insomma parecchie sigarette che erano in grado di placarmi un po' l'ansia che avevo e le paranoie che iniziavano a farsi sentire. Mi sembrava che il tempo non passasse mai, stavo lì con le mani che non riuscivano a stare ferme e il respiro accelerato. Tutto ad un tratto la vedo scendere, era bellissima, indossava un vestito lungo che le stava d'incanto e mentre si avvicinava io rischiavo di dimenticarmi persino come si parlava.

Ludovica's pov

Era lì seduto sul cofano della sua macchina immerso in una decina di mozziconi di sigaretta.
Ci salutammo, salimmo in macchina totalmente imbarazzati, fortunatamente accese la radio. Iniziò Ti ho voluto bene veramente di Marco Mengoni, sentii la sua voce propagarsi piano piano, era davvero bella, quel tono graffiato appena sussurrato. Mi prese la mano incitandomi a cantare, le nostre voci si unirono e cantammo a squarciagola tutto il pezzo quasi come fossimo ad un concerto. "Grazie Milano!" Urlò lui finita la canzone, ci guardammo per un istante e scoppiamo a ridere. Scendemmo dalla macchina e iniziammo a passeggiare. "Hai una bella voce, non me lo avevi detto" gli dissi "Mi piace cantare, scrivo anche. È il mio sogno vivere di musica, trasmettere le mie emozioni alle persone, farmi apprezzare per le parole che scrivo, entrare nel cuore della gente." Mentre diceva queste parole aveva una bellissima luce negli occhi, diventavano di un azzurro intenso profondi come oceani. Mi prese la mano e iniziò a parlarmi della sua passione. Mi raccontò di aver scritto la prima canzone a sette anni, ma di essere già talmente pignolo da averla strappata subito, mi rivelò il nome d'arte trovato su un piccolo quadernetto che usava per scrivere quando era più piccolo e che avrebbe voluto usare, mi parlò del tatuaggio che aveva sotto il collo che rappresentava una data molto importante, mi disse della sua viscerale passione per i cantautori, in particolare Guccini e De Andrè e di quanti viaggi in macchina fatti con le loro voci in sottofondo. Parlò tantissimo, lasciandosi trasportare dalle emozioni e portandomi con lui nel suo mondo. "Ho scritto una canzone dopo la festa di Lorenzo, mi sono aperto tanto con te quella sera e avevo voglia di buttar giù qualche pensiero." Rimasi colpita, curiosa di sapere cosa avesse scritto con la voglia matta di leggere quelle parole. "Guarda che me lo puoi chiedere, ho voglia anch'io di fartela ascoltare." Sorrisi, ci capivamo con uno sguardo ed era bellissimo.
Passammo così il resto della serata, passeggiando, fumando qualche sigaretta, ci dimenticammo persino di mangiare, ma stavamo bene così. Era notte fonda quando salimmo in macchina. "Ti va di fare ancora un giro? In macchina, io, te e qualche canzone da cantare?" Lo guardai, non potevo essere più felice. Era quasi l'alba, avevamo camminato tantissimo, io mi ero appisolata sul sedile. Il suono del telefono di Filippo mi svegliò, partì il vivavoce dal quale uscì la voce di Lorenzo. "Allora bro? Come è andata la serata? L'hai conquistata finalmente o devo subirmi ancora milioni di paranoie da parte tua? Insomma Filo la smetterai di parlare e pensare solo a lei?" Lo vidi sbiancare, mi guardò, io di risposta gli sorrisi e risposi a Lorenzo. "Ciao Lori, come stai?" "Oh cazzo, che figura di merda!-sussurrò- ciao Ludo! Tutto bene voi? Scusate il disturbo, Filo ci sentiamo dopo!" Chiuse velocemente la chiamata. Io sorrisi a Filippo vedendolo visibilmente in imbarazzo. Fortunatamente ripresi a parlare e lui si dimenticò subito delle "perle" di Lorenzo.
Arrivammo sotto casa mia, ma non la finivamo di parlare e ridere, ci veniva difficile staccarci, quasi come se in così poco fossimo riusciti a creare una complicità speciale. Scesi dalla macchina e lui fece lo stesso, si avvicinò e mi disse "Ci dividiamo l'ultima sigaretta e poi ti lascio andare..." sorrisi e fumammo insieme. "Domani torno a Milano, però sono stato davvero bene in questi giorni, prometto di esserci nonostante la distanza." Mi salì una malinconia che mi colpì il cuore, avevo un presentimento dentro e questo mi faceva davvero male. Ci salutammo, lo abbracciai forte con la paura che sarebbe stata l'ultima volta.


Ciao bella gente, la storia sta andando bene, l'hanno letta già in tanti e non potrei essere più felice! Vederla crescere giorno per giorno mi fa davvero bene al cuore e tutto questo succede grazie a voi! ❤️ continuate a commentare e a darmi i vostri pareri sulla storia, un abbraccio
R. 🦋

Fino in fondo all'anima|| IRAMA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora