Partenze senza ritorno

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Ludovica

Me ne ero andata da quell'ospedale lasciandomi alle spalle tutto il dolore, anche se nel mio cuore regnava il deserto, la completa desolazione.
Gli strascichi di quella notte continuavano a perseguitarmi e le sue parole a rimbombarmi in testa, mi sentivo imbambolata e terribilmente vuota.
Ma stasera avrei dovuto farmi forza, mascherare quella sensazione orribile e indossare il più bello dei sorrisi: è il compleanno di Alice e per la sua festa tutto dovrà andare nel migliore dei modi.

È una serata calda, nonostante sia aprile e la primavera sia appena iniziata, stasera si respira un'aria quasi estiva.
La sala della festa è interamente addobbata con palloncini, festoni, fiori e luci colorate. La terrazza offre una vista sul mare che spezza il fiato e la musica dona quel sottofondo che rende la serata magica.
Con le mie più care amiche stiamo ballando, ridendo e scherzando come non facevamo da mesi e, incredibilmente, mi rendo conto che è l'unica cosa in grado di spegnere quelle vocine fastidiose nel cervello e accantonare un po' i pensieri.

Sto riempiendo il mio bicchiere al tavolo del buffet, quando sento due braccia cingermi da dietro e riconosco immediatamente il profumo di Lorenzo.
"Ehi ma come siamo belle stasera..." mi sussurra dolcemente prendendomi una mano e facendomi fare un giro su me stessa.
"Ma tu che ci fai qui? Non mi hai detto niente..." dico abbracciandolo e sorridendo insieme a lui, alzo di poco lo sguardo e, appoggiato alla finestra che da verso la terrazza, noto qualcuno che mi sembra di conoscere così bene che continua a fissarci.
"C'è anche lui..." sussurro a Lori con la testa appoggiata alla sua spalla tirando un sospiro pesante.
"Mi dispiace...forse dovevo dirtelo...è che Alice ha invitato me e Andrea, lui l'ha saputo ed è voluto venire...forse potresti parlarci..." dice guardandomi e accarezzandomi dolcemente la schiena.
"No Lori...non ce la faccio..." dico semplicemente cullandomi ancora un po' tra le sue braccia, prima di lasciarlo andare a fare qualche scatto per la festeggiata.

È tutta la sera che continuiamo a guardarci, a scontrare i nostri sguardi ogni secondo, ogni passo che faccio mi sento osservata e ogni suo gesto viene rubato dai miei occhi. È incredibile come nonostante tutto, il nostro cuore non riesca a fare altro che cercare quello dell'altro, come quel filo possa unirci e tenerci legati l'uno alla mano dell'altra, assurdo come quei sentimenti siano ancora così vividi e profondi.
Mi siedo accanto alle mie amiche in un angolo con alcuni divanetti e, mentre loro scherzano con Lorenzo, Andrea e qualche altro invitato, io e Filippo sembriamo in un altro pianeta, i miei occhi fissi nei suoi e tutto il resto solo uno stupida cornice di contorno. Continuiamo a scrutarci, senza sorridere, senza muovere un muscolo, io inizio a sentire le voci lontane quasi fossero in un'altra stanza. - mi manca l'aria - Forse è meglio che esca a prendere un po' di respiro, penso poco prima di alzarmi e uscire fuori in terrazza.

Sono appoggiata con le braccia alla ringhiera della terrazza, i capelli mossi dall'aria di mare e il cuore che batte all'impazzata - "Smettila! Non può farti sempre quel dannato effetto" vorrei gridargli, ma continuo solo a respirare profondamente -
Il rumore della finestra e quello dello scatto dell'accendino interrompono i miei pensieri, mi volto leggermente e i battiti aumentano ancora di più.
Si appoggia con la schiena alla ringhiera mentre aspira il fumo dalla sigaretta e lo butta fuori poco dopo, facendolo mischiare con quello dell'aria. Sento il suo profumo, con la coda dell'occhio seguo ogni suo movimento, siamo ad una distanza di cinque centimetri e ho i brividi sulla pelle che mi percorrono tutto il corpo.

Irama

Non riuscivo più a guardarla dalla finestra, sola in quella terrazza. Mi manca, mi manca terribilmente, alcune volte talmente tanto da confondermi i pensieri e far mancare il respiro. Mi manca la sua voce, il suo profumo, la sua pelle morbida a contatto con la mia. Mi mancano le chiacchierate in macchina alle tre di notte, il suo modo unico di farmi calmare, i suoi sorrisi e il suo viso appoggiato al mio petto.

Fino in fondo all'anima|| IRAMA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora