Due sconosciuti. Due personalità opposte.
Un incontro casuale che forse li legherà per sempre. Perché le migliori storie nascono proprio così in maniera spontanea.
Lei. Ludovica, 19 anni. Una ragazza fatta di sogni e cicatrici incise sul cuore. Prot...
La fotografia è sempre stata parte di me, sin da quando ero solo una bambina, come se fossi nata per immortalare momenti. È una passione con la quale sono cresciuta, ricordo ancora la prima macchina fotografica regalatami per la Comunione, una semplice compatta facile da utilizzare, ma che a me sembrava avere un immenso valore. Passavo giornate intere a cercare di fotografare qualsiasi cosa: insetti in movimento, fiori dalle mille sfumature, espressioni delle persone e ogni piccolo dettaglio attirasse la mia attenzione. Ricordo pomeriggi infiniti passati insieme a mia zia tentando di beccare la luce giusta, la posa giusta, a cercare il soggetto più adatto. Poi, man mano, crescendo è cresciuta anche la mia passione e con lei anche la mia macchina fotografica evolvendosi di pari passo; sono cambiati i soggetti e anche il modo di fotografare, ma il cuore felice nel vedere sullo schermo la potenza dello scatto giusto, quello mai. Adoro come la fotografia ti faccia sentire immensamente grato per la bellezza delle cose che ti circondano, per il cielo al tramonto, per il mare in tempesta, per il fiore appena sbocciato, per la rugiada del mattino o per il sorriso di un bambino. La fotografia è un'arte, una cosa talmente bella da essere difficilmente descritta a parole, perché solo chi la fa, chi è appassionato riesce a percepire la gioia che esiste dietro a quello che può sembrare un semplice scatto. La fotografia riesce a conferire una specie di immortalità alle cose, alle persone, ai gesti, agli attimi rendendoli eterni; è un po' come se fosse la nostra memoria nel tempo. Forse è questo quello che mi piace di più: rendere un istante magico indelebile. Riuscire a distanza di mesi, di anni a sentire di nuovo l'emozione di quando hai fatto quello scatto, perché un fotografo non scatta semplicemente, ma mette in quella fotografia tutto ciò che ha dentro: tutte le immagini che ha visto, la bellezza che lo circonda, la musica che ha sentito e le persone che ha amato. È incredibile come gli occhi riescano a catturare il momento, come riescano a percepire l'esatta emozione e a trasferirla in uno scatto, come riescano a rendere quell'istante pieno di magia, come riescano a mettersi d'accordo con tutti gli altri sensi per creare una composizione suggestiva. Per me la fotografia è questo e molto di più, è vivere di emozioni talmente intense da sentirtele sulla pelle come brividi, è perdersi nel sorriso di un bambino o di uno sconosciuto, nei colori infiniti di un cielo al tramonto, nella bellezza sconfinata di una notte stellata, è perdere un pezzo del proprio cuore per poi ritrovarlo sempre dentro a quello scatto.
Ed ora mi ritrovo qui a Milano in una stanza enorme tappezzata da mie fotografie, scatti di ogni genere: dal tramonto sul mare all'alba di una mattina dopo una notte passata in giro con Filippo, dal sorriso di mia sorella a qualche anziano estraneo in bianco e nero, dalle sfumature del mare blu a quelle di una rosa appena sbocciata, dalle smorfie di Filippo davanti all'obiettivo a quelle della mia famiglia, tra sorrisi, battiti di cuore e attimi eterni. Avevo deciso di dedicare una parete di questa mostra al ragazzo che durante questi mesi mi aveva rubato il cuore, era Settembre e anche se le cose ultimamente non andavano tanto bene volevo fargli una sorpresa per il nostro primo anniversario facendolo rimanere a bocca aperta una volta arrivato alla mostra, e questo era anche il motivo per cui non avevo voluto la sua presenza durante i giorni di allestimento.
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