CAPITOLO 3 - Il colloquio

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Vestita di tutto punto con la mia valigetta di pelle nera a tracolla,

mi incammino velocemente verso la 14esima strada.

La temperatura è insolitamente alta per il periodo, anche se io sono abituata a minime 

ben più basse.

Venendo dal Maine, dove il clima è il più rigido degli Stati Uniti, stare qui

è quasi come una vacanza.

Tra le varie opzioni, Lucy mi ha suggerito di prendere la metro C.

A quest'ora del mattino è stipata da far schifo!

Gente di tutte le età e di tutte le razze, si accalca sui vagoni già straripanti.

Rimango in piedi, nonostante le scarpe scomode, aggrappandomi al

primo appiglio libero che trovo.

Meglio che dovermi sostenere ad un perfetto sconosciuto!

(Cosa ti aspettavi in una metropoli come questa, con tutti i pendolari

che ci sono?)

Fortunatamente il servizio pubblico qui è molto efficiente.

Altrimenti sarebbe il caos più totale.

Nel giro di una ventina di minuti arrivo alla mia fermata sull'81 esima,

a soli tre minuti di cammino da Manhattan.

Come raggiungo il famoso quartiere, sgrano gli occhi...

E' una visione assolutamente strepitosa, un qualcosa di possente e smisurato.

Grattacieli di cui non riesco a vedere la fine rapiscono la mia vista.

"Wow... che magnificenza... che figata!"

(Niente a che vedere con la discreta sobrietà della mia Portland).

Imbocco con passo deciso l'82 esima West in direzione di Columbus Avenue, 

dove ha sede la ATPique.

Vengo catturata da milioni di immagini, tutte pazzesche.

Un pallido sole, fa timidamente capolino attraverso un leggera coltre di nuvole.

Sono quasi grata ai timorosi raggi che riscaldano il mio viso mentre cammino.

Sento appena qualche brivido qua e là, dopotutto siamo ancora in

pieno Inverno.

La neve, caduta a Dicembre, giusto in tempo per rendere le feste Natalizie favolose, si è quasi completamente sciolta.

Tranne qualche piccolo cumulo a bordo strada, sapientemente posizionato dagli addetti alla manutenzione stradale.

Nonostante ciò, il marciapiede è costellato di piccoli cristalli di ghiaccio,

formatisi durante la notte, e che sembrano voler combattere contro

la livida sfera splendente.

Quindi, dato che sono piuttosto maldestra, cerco di ponderare per bene

ogni mio movimento.

(Specialmente indossando scarpe col tacco, accidenti!)

Visto che sono in anticipo, decido di fare un salto da Starbucks,

nelle immediate vicinanze, per prendermi un bel caffè bollente,

in uno dei classici bicchieroni da asporto.

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