Capitolo 18

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Per riuscire a lavorare in modo decente, oggi, ci ho impiegato più di 6 ore.

Avendo un braccio invalido e dovendo utilizzare solo il sinistro, che non è quello portante, facevo fatica a fare ogni cosa. L'incubo più grande è stato il letto, correvo avanti e indietro per sistemarlo al meglio, per fare solo quello ci ho impiegato 2 ore oltre ai chilometri intorno ad esso per renderlo perfetto.

Quando spostavo i soprammobili li tenevo d'occhio come un falco perché avevo paura di combinare un'altra pasticcio e magari tagliarmi di nuovo. Muovere il braccio mi provoca dolore e questo mi rallentava parecchio, a volte lo muovevo d'istinto e questo mi bloccava per cercare di attenuare il male. Quando Sandy e Karen avevano finito ed ognuna tornata alla propria vita io non ero nemmeno a metà dell'opera, le ragazze si sono offerte di aiutarmi ma ho rifiutato perché mi dispiaceva molto tenerle ancora a lavorare per farmi finire prima.

Quando finalmente finisco anche l'ultimo mobile tirò un lungo e grosso sospiro di sollievo grata di avere finalmente finito. Mi guardo intorno per assicurarmi di aver fatto ogni cosa e di aver fatto tutto al meglio, per poi aprire la porta ed uscire dalla stanza. Il castello a quest'ora è silenzioso e vuoto, i camerieri e la servitù sono nei propri alloggi mentre i reali sono in qualche country club con i loro amici a spettegolare e a prendere in giro noi comuni mortali, come se loro fossero superiori.

Questo silenzio è quasi inquietante, non si sente nemmeno una mosca volare. Non incontro nemmeno Noah, che di solito lo vedevo sul divano con un libro in mano o che esce in giardino per prendere una boccata d'aria. Mi aspettavo di vederlo questa mattina, avrei tanto voluto che fosse venuto da me a chiedermi come stavo, volvevo che tornasse premuroso con me come ieri sera, che mi accarezzasse il braccio ferito e che mi medicasse la ferita con le mani leggere e delicate.

Divento rossa a ripensare a ieri sera, i suoi occhi mi guardavano in modo diverso, lo vedevo e lo sentivo, il mio corpo andava a fuoco nel punto in cui i suoi occhi si posavano. Credo che sto andando fuori di testa.

Torno in camera e nell'immenso silenzio che circonda le stanze sento il rimbombo dei miei passi, quando le mie scarpe quasi rotte toccano la superficie lussuosa del marmo nel castello. Anche i corridoi dei miei alloggi sono silenziosi, sembra che il palazzo sia deserto e subito penso come la mia amica Arya: immagino il castello infestato di fantasmi che hanno fatto scappare tutti gli abitanti e ne rivendicano la proprietà. Ed io, ignara, rimango all'interno dove loro ne approfittano facendomi ogni dispetto macabro e mi faranno morire di crepacuore.

Dio, Arya ha una brutta influenza su di me. Quei pensieri mi hanno turbato parecchio, sento dei brividi percorrermi il corpo e una folata di vento mi colpisce, "sai che quando senti come se il gelo ti trapassi il corpo è perché un fantasma ti ha attraversata" mi tornano in mente le parole della mia amica, lei si è sempre stata interessata di queste cose strane, ora questa sensazione mi fa venire i capelli bianchi dalla paura.

Non voglio stare qui dentro, e non voglio essere uccisa da un fantasma. Non entrò nemmeno in casa, faccio dietro front ed esco da palazzo, mi guardo in torno e poi i miei piedi si camminano nella solita direzione: portandomi al ranch.

L'idea di stare all'aria aperta circondata da meravigliosi animali mi fa stare meglio.

Il piccolo boschetto sta ormai perdendo le foglie, è spoglio di colori, ci sono solo i rami semivuoti ed ormi secchi. L'inverno sta arrivando e ora che ci penso anche il Natale, il primo senza papà ma con la mamma nel castello. Adoro questo periodo dell'anno, mi piace progettare i regali ed andare a fare shopping con Arya.

Ricordo che ogni anno abbiamo svaligiato molti negozi, la maggior parte delle cose erano per noi ma c'erano anche i regali per gli amici, genitori e famigliari.

Sarò io la tua principessa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora