Capitolo 1

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Inghilterra 817 d.c.

Irvine guardò tutto intorno a sé, sentendosi, come spesso le capitava da due anni a questa parte, un pesce fuor d'acqua. La grande sala al centro della tenuta era quasi piena, riempita da una decina di servi che si davano da fare senza tregua e da una ventina di uomini, tutti amici di suo marito, intenti a gozzovigliare come porci, davanti a una tavola imbandita di ogni ben di Dio.

Abraham, aldermanno di Rochester e suo consorte, aveva fatto allestire un banchetto degno di un re nella sua dimora estiva, una vecchia casa rurale nel bel mezzo della foresta dello Yorkshire, dove era solito ritirarsi per un paio di mesi all'anno, insieme ai suoi inseparabili 'compagni d'avventura', come amava definirli lui, che lo seguivano fedeli durante le sue battute di caccia annuali. Quell'anno, con suo grande dispiacere, anche lei era stata costretta a partecipare e a convivere con uomini puzzolenti e perennemente ubriachi.

Abraham non aveva voluto che lei restasse a casa sola; la sua gelosia e il suo senso di possesso erano diventati qualcosa di asfissiante e senza limite. L'uomo temeva che qualcun altro posasse gli occhi sulla sua bella e giovane moglie e questo timore insensato aveva reso lui paranoico e lei perennemente vittima dei suoi sospetti infondati che lo rendevano più violento e intrattabile del solito.

Già a metà serata, gli ospiti erano tutti completamente ubriachi, proprio come l'uomo che Irvine era stata costretta a sposare all'incirca due anni addietro e che era magicamente scomparso da una decina di minuti. La ragazza, appena ventenne, decise di approfittare della sua assenza per potersi ritirare nella sua stanza, esausta e stanca di dover restare a fare la bella statuina in mezzo a quella cozzaglia di uomini sbronzi e disgustosi che la fissavano lascivi, ora che il marito non c'era, come se anche lei fosse una delle loro prede.

La signora di Rochester si alzò dalla sedia e s'incamminò velocemente verso la scalinata che portava al piano superiore, ma prima di poterla raggiungere, qualcuno spuntò dall'ombra e l'afferrò con forza per un braccio, spintonandola contro il freddo muro di pietra alle sue spalle.

"Dove pensi di andare, donna?", le chiese Abraham, schiacciandola con il suo peso, tanto forte da farle mancare il fiato.

"Non mi sento bene, volevo ritirarmi" gli rispose lei, reprimendo l'istinto di ribellarsi di fronte all'ennesimo sopruso.

Irvine conosceva fin troppo bene l'ombroso uomo dagli occhi neri come la pece con cui doveva condividere il letto ogni sera, perciò sapeva benissimo che, anche solo contraddirlo, le sarebbe costato molto caro.

Anni prima, lei era solo una semplice ragazzina di campagna che viveva con il padre in una piccola casetta di pietra col tetto ricoperto di paglia. Il villaggio dove aveva passato la sua giovinezza era abitato da poche persone povere che, nell'ultimo periodo, erano state ridotte ancor più in miseria a causa di una carestia che si era abbattuta su tutti i raccolti, che aveva messo in ginocchio i poveri contadini come lei e suo padre. Così, quando Abraham, il nuovo proprietario terriero di tutta la contea, arrivò al suo villaggio per chiedere i tributi arretrati degli ultimi tre anni, Arthur, il padre di Irvine, iniziò a temere per la sua vita, in quanto la reputazione che l'aldermanno si portava appresso non era per nulla buona, ed era invece quella di un uomo spietato e sanguinario, facile di spada e noncurante delle vite dei suoi sottoposti.

Fu in quel momento che Irvine incrociò la strada di Abraham che all'apparenza sembrava solo un ragazzo di bell'aspetto e sicuro di sé, con quella corporatura massiccia, quei capelli scuri e ordinati, quegli occhi neri e furbi e quel sorriso brillante, aveva un'aria attraente e ammaliante. Ma la ragazza dovette ben presto ricredersi dalla sua prima impressione, perché quando l'affascinante uomo la vide in tutta la sua giovane bellezza appena sbocciata, offrì ad Arthur la possibilità di estinguere il suo debito in cambio della figlia. Purtroppo per lei, il padre accettò lo scambio e ben presto la dolce e libera contadina si ritrovò maritata e in totale balia dell'uomo meschino e manesco che l'aveva comprata per pochi spiccioli.

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