Capitolo 14

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Nonostante le terribili cose che le erano capitate la sera precedente, Irvine passò una notte tranquilla e priva di incubi. Dormire tra le braccia di Hakon aveva tenuto lontano i suoi demoni e l'avergli confessato i suoi veri sentimenti l'aveva liberata, in qualche modo. Ora si sentiva più leggera, anche se tutto ciò che avevano fatto era affrontare il suo passato; del loro futuro non avevano fatto parola e questa era l'unica nota stonata in un momento che, altrimenti, avrebbe potuto definire perfetto. Dopo aver fatto colazione insieme, e aver visto il volto di Hakon risplendere di gioia, quei piccoli dubbi non le sembravano più così importanti. In fondo nemmeno lei sapeva esattamente cosa voleva, perciò, almeno per il momento, andava bene così.

Acquistati un paio di capre e qualche gallina, insieme ad altri beni primari che avrebbero potuto trovare solo in città, Hakon e i suoi si prepararono a ripartire. Il taglio sulla tempia le doleva, ma l'aveva intelligentemente coperto con i capelli; tutto ciò che restava a testimoniare quello che le era capitato era l'espressione mesta di Horik, che abbassava contrito lo sguardo ogni volta che incontrava il suo. Avrebbe voluto andare da lui e dirgli di non preoccuparsi più, ma di certo Hakon non sarebbe stato felice della suo gesto magnanimo. In fin dei conti Horik gli aveva disobbedito e il senso di colpa che si portava appresso era il prezzo che avrebbe dovuto pagare per il suo errore; ognuno di loro tre aveva il proprio fardello: Horik avrebbe dovuto riconquistare la fiducia del suo capo, Hakon avrebbe continuato a pensare per molto giorni avvenire a ciò che il suo orgoglio ferito aveva combinato e lei, be', lei avrebbe solo dovuto fare i conti con l'ennesima violenza.

Era incredibile che ciò che quell'animale aveva tentato di farle non la colpisse così tanto, non la gettasse in uno stato di sofferenza e paura, come sarebbe stato normale in un contesto del genere. La verità era che era talmente tanto abituata a subire soprusi da parte degli uomini, che un'aggressione scampata non le sembrava poi così grave. La mente aveva un modo tutto suo di giudicare gli avvenimenti, per quanto questo fosse strano e assurdo. Certo era che buona parte del merito della sua stabilità mentale andava ad Hakon, che ora non la perdeva d'occhio un attimo e la faceva sentire al sicuro.

Il viaggio di ritorno fu molto più comodo e piacevole di quello d'andata: Hakon la fece salire sul suo cavallo, insieme a lui. Minuta com'era al suo confronto, il suo petto sembrava riuscire ad avvolgerla completamente. Si sentiva così a proprio agio che, per brevi momenti, quasi si addormentò stretta tra le sue braccia; ogni volta che si rilassava contro il suo torace, sentiva Hakon avvicinare il naso ai suoi capelli e inspirare. Erano su un cavallo, circondati da animali puzzolenti e dai suoi uomini, ma quel semplice contatto non le impediva di arrossire ogni volta. Era decisamente cotta a puntino e questo continuava a spaventarla, nonostante la lunga chiacchierata fatta quella notte stessa.

Giunsero a destinazione a tarda sera, dopo un piacevole ma lungo viaggio. Hakon l'aiutò a smontare da cavallo e la trattenne, impedendole di cadere, visto che le sue gambe anchilosate avevano ceduto. Illuminati solo dalle torce poste ai bordi della stalla, i loro occhi si incontrarono; una luce abbagliante sfarfallava nelle iridi di Hakon, era la stessa espressione che aveva la mattina in cui l'aveva baciata. Quegli occhi urlavano desiderio, caos e guai, ma erano di una bellezza accecante.

"Scusa, io... sono stata seduta per troppo." Solo in quel momento si era resa conto che erano soli e che questo le provocava non pochi problemi, visto il calore che sentiva irradiarsi in tutto il corpo.

Aveva confessato ciò che provava, l'aveva fatto mezza nuda, totalmente sola con lui nella stanza di una specie di bordello, ma non sapeva ancora se era veramente pronta al passo successivo. Hakon era una persona buona, si era dimostrato un uomo rispettoso, ma restava pur sempre un barbaro che la stava mangiando con gli occhi. Non si sarebbe accontentato di un bacio rubato qua e là, questa volta sarebbe andato fino in fondo e, per quanto la cosa non le diapiacesse affatto, non sapeva se fosse realmente pronta a concedersi a lui, anche se ogni singola parte del suo corpo gridava il contrario.

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