Capitolo 15

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"Mi farai diventare pazzo, lo sai?" Hakon aveva interrotto quel bacio passionale, prima che potesse trasformarsi in qualcosa di più ardito. Aveva sempre avuto molta padronanza del proprio corpo, ma non fino a quel punto.

Restare nello stesso letto di Irvine, senza spogliarla e godere della morbidezza della sua pelle, era già di per sé una cosa difficile. Continuare a baciarla, senza poter andare fino in fondo, era troppo perfino per lui. Non poteva resistere, non con la sua bocca che rispondeva famelica ai suoi baci. Voleva darle tempo, lo aveva promesso a lei e a se stesso, ma per farlo avrebbe dovuto mantenere un minimo di distanza.

Irvine, imbarazzata e con le guance arrossate, si scostò da lui, rendendosi conto che stava giocando col fuoco. Baciarlo e chiedergli di non dare una degna conclusione a quell'intimità era come mettere un piatto di zuppa fumante davanti a un affamato e chiedergli di limitarsi ad annusarla, senza mangiarla. Continuava a porre dei limiti tra di loro, che puntualmente era lei stessa a scavalcare. Doveva darsi una calmata e tenere a bada le sue emozioni. Hakon sorrise dolcemente davanti al suo imbarazzo e l'attirò nuovamente a sé, intrappolandola tra le sue braccia. "Se terrai la tua bocca lontana dalla mia, possiamo anche dormire sereni."

Irvine sorrise e lasciò che il suo cuore ritrovasse un ritmo regolare. Con la testa sul petto di Hakon, ascoltò il suo respiro, godendosi le sue carezze, gustando quella sensazione di pace e protezione che solo lui sapeva donarle, fino a che i suoi occhi si chiusero ed entrambi si addormentarono profondamente. L'indomani mattina si svegliò all'alba, convinta di essere stata la prima a destarsi, ma Hakon se ne stava in piedi, davanti alla finestra, con i capelli sciolti e scompigliati.

Era strano svegliarsi accanto a un uomo e sentirsi così, viva e felice. "Buongiorno", gli disse, alzandosi a sua volta.

Hakon le sorrise, dando una veloce occhiata alla sua figura esile coperta da una semplice camicia da notte. "Buongiorno, ti sei svegliata presto."

Non era mai stata una gran dormigliona, ma, a differenza di prima, ora le sue notti erano così serene e piacevoli che le bastavano poche ore di sonno per sentirsi riposata e fresca. "Voglio scendere in cucina a dare una mano a Cora. Immagino che abbia dormito ancor meno di me!"

Di certo Cora e Calf avevano passato la notte a fare cose molto più interessanti che dormire. "È molto probabile! Ho delle cose da fare stamattina, ma oggi pomeriggio voglio portarti in un posto, c'è una cosa che voglio farti vedere." Non c'era l'ombra di malizia nel suo sguardo, ma Irvine non poté far a meno di arrossire. "Sta' tranquilla, non è niente di ciò che stai pensando, ma è un'idea che mi ronza nella testa da un po' e, ora che abbiamo fatto pace, credo sia arrivato il momento di fartela vedere."

Irvine era curiosa, ma non voleva rovinarsi la sorpresa, perciò non fece ulteriori domande. Non aveva proprio idea di cosa avesse in mente Hakon, ma sentiva che era qualcosa che le sarebbe piaciuto. Attenta a non essere vista da nessuno, sbucò fuori dalla stanza e si diresse nella sua camera, sperando di trovarla vuota. Fortunatamente, a parte un letto sfatto, ad attenderla non c'era niente e nessuno. Si cambiò, indossando la solita veste grigia, quella meno bella e lavorata, ma la più consona alle faccende di casa, e scese al piano di sotto, diretta in cucina.

Non appena varcò la soglia, Cora, raggiante come il sole, le corse incontro, abbracciandola. "Buongiorno, quando non ti ho trovata in cucina, mi sono spaventata! Dove hai dormito?"

Era contenta che Cora si fosse aperta con lei, ma non era ancora pronta a fare lo stesso. Trovare una compagnia femminile, un'amica era stato uno dei suoi più grandi desideri da sempre; la giovane ragazza di fronte a lei, che sorrideva, sprigionando gioiosità da tutti i pori, era un'ottima candidata, ed era certa che d'ora in poi il loro rapporto sarebbe stato di complicità e confidenza, ma ciò che le stava succedendo con Hakon era qualcosa di ancora troppo fresco e delicato per poterne parlare con qualcun altro. "Ho dormito qui, ma mi sono svegliata presto per andare al fiume a lavarmi." Non le piaceva mentire, ma, per il momento, non aveva altra scelta.

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