Epilogo

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Vi prego di leggere anche la nota autrice, perché non sono riuscita a taggare nessuno.
Buona lettura

                                                                                          Due mesi dopo

Hakon passeggiava nella distesa verde sulla collina, ricoperta di fiori gialli e bianchi, lasciando vagare lo sguardo su quel tappeto d'erba sconfinato. Era quasi il tramonto e l'aranciata luce del sole calante colorava il cielo di sfumature calde e splendide; era il momento della giornata che più preferiva. Intorno a lui c'era un silenzio assoluto, quasi pacifico, una quieta sensazione che contrastava con ciò che sentiva dentro sè. Erano passati due mesi da quel giorno, da quando Abraham era piombato alla tenuta per riprendersi Irvine e Oleg aveva sguinzagliato i suoi cani più fedeli, per spodestare la sua famiglia.

In seguito, grazie alle confessioni di chi si era arreso, Hakon aveva appurato che Oleg aveva scovato Abraham, che si nascondeva in un piccolo villaggio dove aveva vissuto le settimane seguenti alla razzia dei vichinghi. L'inglese aveva occultato la sua identità vivendo come un barbone, per timore che il Re di quella parte d'Inghilterra scoprisse che aveva abbandonato i suoi uomini; i suoi beni era stati confiscati dalla monarchia e a lui non era rimasto nulla; Oleg si era alleato con lui, pagandolo profumatamente, promettendogli che insieme avrebbero potuto riconquistare la tenuta, uccidere me e la mia famiglia, riappropiandosi anche di Irvine. Entrambi avevano perso, erano stati sconfitti, pagando lo scotto con la vita.

Purtroppo, non erano i soli ad aver pagato un alto prezzo per quella insensata ribellione.

Con il cuore pesante e carico di rammarico, nonostante fosse passato molto tempo da quel giorno, Hakon si chinò per raccogliere un mazzo di fiori di campo, profumati e colorati da mille sfumature. Con passo lento si avviò verso lo stesso posto che raggiungeva tutte la sere, prima di cena. La tomba si trovava in un piccolo fazzoletto di terra antistante alla casa, in un angolo baciato dal sole, che dava sulla foresta.

Era un buon posto dove riposare per sempre. Quando la morte sarebbe sopraggiunta anche per lui, avrebbe voluto essere seppellito lì, al suo fianco.

I fiori posati alla base del cumulo di terra erano ancora freschi, ma Hakon decise di sostituirli comunque con quelli appena raccolti. Una parte di lui giaceva lì, sotto quella coltre d'erba appena cresciuta, insieme a una delle persone più importanti della sua vita, qualcuno che gli era stato portato via troppo presto. Il tempo curava ogni male, ma la sofferenza per la perdita subita restava nel suo cuore giorno dopo giorno; quella malinconia era lì a ricordagli che la persona perduta per sempre aveva cambiato radicalmente la sua vita e che doveva ringraziarla ogni giorno di aver portato una massiccia dose d'amore nella sua esistenza.

Gli mancava, gli mancava maledettamente, ogni singolo momento della giornata.

"Riposa in pace", sussurrò al vento, consapevole che nessuno avrebbe potuto sentirlo.

Con lo sguardo fisso di fronte a lui, un flebile sorriso gli apparve in volto, al montare dei ricordi che gli risalivano alla mente. Istanti e giornate che non avrebbe mai dimenticato. Nemmeno si accorse di non essere solo, fu Magnùss a palesare la sua presenza, mettendogli una mano sulle spalla in segno di comprensione. Voleva bene al fratello, senza di lui affrontare il lutto sarebbe stato molto più difficile e doloroso.

"Manca anche a me, sai, ogni giorno." Magnùss sapeva comprendere il suo stato d'animo alla perfezione e condivideva il suo dolore, aiutandolo a portarne il pesante fardello.

Hakon gli sorrise, incapace di trovare le parole adatte. In fondo non c'era bisogno di dar voce ai propri pensieri, i due fratelli si capivano con un solo sguardo e si infondevano coraggio a modo loro. Restarono per un po' in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, ognuno annebbiato dai proprio ricordi.

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