Capitolo 2

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"Rose"

Un profumo mi pervade.
Gally?

"Rose" cerco di aprire gli occhi, ma sono come incollati, la stanchezza mi porta a dormire ancora più pesantemente:

Questa volta sono in una casa, la stessa che ho visto qualche tempo fa in un sogno, quella completamente distrutta, dove avevi visto una bambina che si arrampicava eh un albero.
Sebbene non veda l'albero, so per certo che questa é la casa: il sentimento di ansia e terrore che mi trasmette è lo stesso dell'altra volta.
Devo trovarlo.
Chi? Non lo so.
Sento un impellente bisogno di trovarlo.

Guardo il mio riflesso su un pezzo di vetro rotto per terra: ho i tratti meno sviluppati rispetto all'ultima volta che mi sono guardata allo specchio, la sera scorsa, prima di andare in mensa.
I capelli sono molto più lunghi e più chiari, le mani sono piccole, da bambina. Che cosa mi è successo? Sembro una bambina di 9 anni.

Non importa, devo trovarlo.

Ma chi devo trovare? Perché non so cosa ci faccio qui ma allo stesso tempo è come sapessi benissimo che dietro all'angolo ci sarà una piccola finestrella che farà vedere il giardino bruciato con l'albero del mio sogno?

Mi affaccio, sperando di sbagliarmi. Ma invece mi ritrovo davanti alla stessa finestrella che si affaccia su un giardino bruciato. L'albero non è più verde e rigoglioso, ma giallo e raggrinzito, le foglie sono tutte per terra, nere come il catrame.

Avanti, devo trovare James.
James? Si, James mio fratello. Ha 6 mesi, la mamma non riesce a prendermene cura, perché dice di vedere i fantasmi che la seguono ovunque vada, quindi io il mio gemello ci prendiamo cura di lui. Il papà se ne è andato, non mi ricordo.

Non so quale delle 2 porte davanti a me aprire per trovare il mio presunto fratello, non ho idea di chi sia, ma allo stesso tempo so perfettamente come è fatto: guance paffute, occhi verde smeraldo e un grosso sorriso da bambino. Ha solo 6 mesi. Dove potrà essere? Devo trovarlo.

Vago senza meta per la piccola baracca chiamata "casa". La riconosco come tale. Nonostante l'ansia sembra mangiarmi lo stomaco ogni secondo di più. So quello che succederà, è un pessimo presentimento, ma non mi ricordo che cosa.
Ti prego, cerca di ricordare.

Uno strillo pazzo e malsano esce da una delle due porte, accompagnato dal piangere disperato di un bambino. Quella a sinistra.

Lo stomaco si contorce quasi in modo anormale, l'ansia mi sta mangiando viva, ho paura. Cosa diavolo sta succedendo? Perché so di essere in un sogno ma allo stesso tempo ho questa tremenda sensazione di conoscere tutto qui dentro? Pure quel grido malsano?

Avanti, sei una velocista, non fare la codarda.

Afferro la maniglia davanti a me, tirandola giù lentamente, molto lentamente.

Un corpo accasciato in ginocchio, con i capelli lunghi e unti, tiene tra le braccia qualcosa.

Il sangue è ovunque, metto una mano sulla bocca per trattenere il conato di vomito.

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La situazione cambia improvvisamente.

Ora mi trovo in una stanzetta bianca, pulita, non ci sono tracce di sangue ne di gridi malsani, eppure ho la netta sensazione di sapere anche adesso cosa succederà. Anche se il mio cervello è come separato dalla realtà da un blocco che si sta togliendo lentamente.

Sto mangiando una mela, osservo le mie mani: piccole e affusolate, ancora da bambina, ma sta volta penso di avere 11 anni circa. Il frutto rosso tra le mie mani sembra invitante, ma non ho fame. Il mio stomaco continua a girarsi su se stesso, eppure sento di essere annoiata.
Alzo lo sguardo da frutto e poso lo sguardo davanti a me. Un ragazzo biondo con occhi blu oceano mi sta guardando. So di conoscerlo, ne sono sicura, ma chi è?

Gli sorrido timidamente, posando il mio sguardo sulla punta delle scarpe e arrossendo. Il ragazzo continua poi a continuare la lettura del suo libro, che non avevo notato prima.
Anche io ho un libro in mano, noto con piacere, inizio quindi a leggere, lanciando ogni tanto qualche sguardo al ragazzo misterioso, il libro parla di una Regina, che abitava in un bellissimo regno pieno di gioia, ma che poi, in seguito all'amore della regina trasformatosi in odio verso il suo amato, che l'ha tradita, il regno si trasforma in una landa desolata di ghiacci e freddo. La classica storia, non sto prestando attenzione, comunque.

Lancio un ultimo sguardo al ragazzo, e decido di mordere la mela che ho tenuto in mano tutto questo tempo. Mi concentro sul suo sapore dolciastro, non ho mai mangiato niente del genere.
Una voce mi distrae: "levati di qui, sfigato"

Un ragazzo alto e biondo cenere è ora davanti al ragazzo dagli occhi blu oceano, con le braccia incrociate e lo sguardo truce.
Occhi oceano non ha neanche il tempo di alzarsi e lasciare posto al ragazzo, che un pugno si infrange sul suo zigomo. Mi alzo in piedi di scatto, senza pensarci.

"Lionel" dico minacciosa, fino a 2 secondi fa non sapevo neanche chi fosse, come è possibile che sappia il suo nome?
"Lascialo stare" gli intimo.
"Altrimenti che mi fai 'orfanella'? Dice minaccioso a sua volta Lionel
Le parole mi colpiscono dritte al petto, fa male, fa veramente male. Dove sono i miei genitori? Credevo di avere un fratello, credevo di... il panico mi fa mozzare il respiro in gola. So che succede ogni qualvolta i miei genitori, sopratutto mia madre, vengono nominati, non so come, ma lo so.
"Adesso non fai più la grossa, vero?" Dice mostrando i suoi denti storti.
"Lascia stare mia sorella, Leonard, non ho intenzione di ripetertelo due volte" una figura mi affianca: mio fratello...? Sembra più grande di me, nonostante so per certo che siamo gemelli, nati insieme nello stesso giorno, alla stessa ora. È alto, spalle larghe, capelli con un lungo ciuffo marrone e occhi color cioccolato. L'ho già visto.

Il ragazzetto che ha bullizzato il ragazzo dagli occhi blu e me lo guarda in cagnesco per due minuti, per poi andarsene, tirando una spallata al povero ragazzo dagli occhi blu, seguito dai suoi scagnozzi. Mio fratello punta i suoi occhi cioccolato su di me. "Roxy, quante volte te l'ho detto? Non metterti in mezzo quando Leonard decide di fare il bullo." Mi sorride cercando di rassicurarmi e, dopo un "non ci sarò sempre io a proteggerti" ridacchiando si gira e se ne va.

"Si, grazie Thommy!" Mormoro di rimando, pur sapendo che ormai è troppo lontano per sentirmi

Io rimango sola con il ragazzo dagli occhi oceano, lo aiuto ad alzarsi e guardo cosa ha provocato il pugno sullo zigomo: il suo volto serio è dipinto di un viola scuro sullo zigomo, il naso, con un spruzzata di lentiggini, é colante di sangue e il labbro è spaccato. Probabilmente nel cadere a terra ha sbattuto la faccia.
"Vieni, ti aiuto" gli dico sorridendogli incoraggiante e ponendogli la mano, per tirarsi su.
"Non ho bisogno del tuo aiuto." Mi dice brusco. "Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno"

"Tutti hanno bisogno di una mano. Avanti, ti disinfetto io, vieni" il ragazzo mi guarda storto, ma poi si lascia convincere e mi segue verso quella credo sia un infermeria.
"A proposito, mi chiamo Rosalind."
"Gally" mormora quasi tra se e se, sembra che non possa sentire, ma il suo nome lo sento forte e chiaro.

Respiro di colpo, annaspando tutta l'aria possibile. Sento tutto il collo sudato, che sta succedendo? Cerco di aprire gli occhi e svegliarmi finalmente, ma le pupille sono serrate, e gli incubi mi trascinano ancora tra di loro.

BISCOTTI

(Per chi non lo avesse capito, è l'angolo autrice.)

Ciao gente so che vi sono mancata ma non ho neanche il tempo di respirare e sto pubblicando questo capitolo alle 23:23 di sera seeeeee.
Scusate veramente l'inattività, ma per farmi perdonare il terzo capitolo uscirà prima di quanto voi vi aspettiate, visto che già sto cominciando a scriverlo.
Vi piace come sta prendendo piega la storia? Fatemi sapere, UN BACIO ENORME E BISCOTTI PER TUTTI😘🍪

Radioactive-The Scorch Trials Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora